S1 Saronno-Milano-Lodi: la “rivoluzione” corre su rotaia?

Il nuovo servizio ha già conquistato i pendolari, ma per ora è interessata solo la fascia oraria tra le 9 e le 16.30

Il treno sta per arrivare. Direzione: Rogoredo. Sulla banchina lo attende un drappello di persone infreddolite. Siamo alla stazione Borgolombardo di San Giuliano, dove dal 13 dicembre 2009 è iniziata quella che Trenitalia ha definito una vera e propria “rivoluzione” su rotaia. Una rivoluzione della mobilità che lambisce tutto il Sud Milano, grazie al prolungamento fino a Lodi della linea suburbana S1, la cosiddetta “metropolitana leggera”. Un percorso che comprende la fermata di Borgolombardo, attorno a cui gravitano gli utenti sangiulianesi e i vicini di casa sandonatesi di Certosa e via Di Vittorio, e la stazione delle Torri Lombarde, cui fanno riferimento i cittadini delle zone centrali di San Donato. Se la stazione all’ombra del Crown Plaza è quasi sempre deserta e la novità sembra essere arrivata in punta di piedi, a San Giuliano la S1 è già entrata a far parte delle abitudini dei cittadini. Ben 32 corse giornaliere arricchiscono il ventaglio dei servizi offerti alla cittadinanza che, quotidianamente, si sposta verso Milano o, viceversa, in direzione Lodi. «Ho notato che i nuovi convogli sono utili soprattutto per chi torna da Milano verso la periferia sud» dice Enrico. «Sono operaio agricolo nel lodigiano e da quando la S1 è stata potenziata non devo più aspettare a lungo prima di prendere il treno». È d’accordo con lui una donna, impiegata in zona Porta Vittoria a Milano, ma residente a San Giuliano. «Ora siamo più serviti» dice. Il progetto è ancora in fase sperimentale. Da Saronno, il tracciato unisce la periferia nord meneghina alla pianura lodigiana, passando attraverso il terzetto milanese di Bovisa, Porta Garibaldi e Porta Venezia. Ad oggi, sono coinvolte solo le ore di morbida, ossia la fascia oraria compresa tra le 9 e le 16.30. Fino a giugno 2010, quando il nuovo “corso rivoluzionario” si estenderà anche alle ore di punta. Per ora, la novità non riguarda l’esercito di pendolari che, ogni giorno, dalla nebulosa di centri abitati che incorniciano il capoluogo lombardo si dirige in città verso i luoghi di lavoro. Il pendolarismo, infatti, si concentra nelle prime ore della mattina e nel tardo pomeriggio. Semmai, dovrebbe usufruire del servizio chi dall’hinterland entra nel reticolo metropolitano negli orari meno affollati. Studenti universitari, pensionati, ma anche lavoratori non irreggimentati nella “trappola” del cartellino da timbrare. Sono viaggiatori non abituali o pendolari, per così dire, flessibili.
Sembra però che a San Giuliano l’esordio della S1 Saronno-Milano-Lodi abbia trascinato con sé, oltre vantaggi, un corollario di polemiche, riaccendendo l’antica querelle sulle condizioni infrastrutturali indecorose in cui versa la fermata sangiulianese. Un tunnel scarsamente illuminato, sporco, ben poco attraente. «Prendo il treno perché con altri mezzi ci metterei il doppio per tornare a casa da Milano» dice una passeggera appena scesa sulla banchina, che confessa: «Se potessi non metterei mai piede in questa stazione!».

Sara Marmifero