#Milano2016, Parisi: «Abbiamo fatto una sintesi,la sinistra ha quattro candidati con programmi diversi»

Il candidato sindaco per la coalizione di centrodestra rilascia un’intervista al quotidiano Repubblica dove spiega la sua strategia

Stefano Parisi

Stefano Parisi

Stefano Parisi commenta il suo futuro e quello della città

Oggi 11 Aprile 2016 sul sito di Repubblica.it Stefano Parisi ha risposto alle domande del giornalista in merito all’accordo raggiunto con Corrado Passera, augurandosi che anche a Roma il centrodestra si presenti come un blocco unico e compatto.
Parisi, cosa ha promesso a Passera? «Nulla. Io e Passera abbiamo valutato che i nostri programmi erano sovrapponibili e deciso di unire le forze per vincere. A qualcuno sembrerà strano, ma l'accordo è stato fatto sul programma non sulle poltrone».
Farà parte della sua giunta?
«No, lo ha detto lui. Continuerà a lavorare per ampliare oltre Milano una prospettiva di rigeneramento di tutto il centrodestra da dentro, assumendo maggiori prospettive».
Fino a poco tempo fa, però, diceva che Milano non si può permettere il gemellaggio con il leghismo becero e lepenista di Salvini e la Lega che non avrebbe mai sostenuto chi ha fatto parte del governo Monti.
«Nel sistema maggioritario nelle coalizioni sono rappresentate posizioni diverse. La leadership deve essere in grado di fare la sintesi. Sull'accordo con Passera hanno dato un giudizio positivo tutti, da Salvini a Lupi. Prima del voto al primo turno e in modo trasparente. L'unità in politica è un valore. Se poi andiamo a vedere cosa si dicevano Sala e Majorino durante le primarie....e ora staranno insieme nella stessa lista».
Se vince sarà ostaggio comunque di Salvini
«Non l'ho mai pensato e ancora meno adesso. La sinistra si presenta con quattro candidati sindaci, che probabilmente si riuniranno al ballottaggio. Che ne sarà dei loro programmi così alternativi?».
Sulla moschea Salvini le ha detto chiaramente di no.
«Salvini è d'accordo con me. Prima serve una legge nazionale che aiuti i sindaci a verificare chi sono i finanziatori e per essere sicuri che in quelle moschee i sermoni siano in italiano. Non serve una moschea gigantesca come voleva Pisapia, ma piccoli luoghi di culto. In generale, penso sia meglio pregare nelle moschee che nei sottoscala come adesso».
Si sente già in vantaggio?
«Credo poco nei sondaggi e in politica è meglio evitare le somme algebriche».
Il prossimo passo sarà l'accordo con i Cinque stelle?
«Non sono un partito monolitico, ma un movimento che a Milano sta dimostrando grande autonomia. Ci auguriamo che il loro elettorato guardi con attenzione la nostra offerta politica».
Ce la farà a governare con una coalizione così?
«Prima del voto farò sottoscrivere ai candidati al Consiglio comunale due impegni. Entro dodici mesi la riforma dei regolamenti e l'approvazione di un nuovo piano di governo del territorio per rilanciare l'edilizia e attrarre nuovi investimenti».
Nuove colate di cemento?
«Se si considerano tali i progetti Citylife o la riqualificazione di Porta Nuova sì. Pisapia ha lasciato interi quartieri al degrado e alla povertà. L'esempio è il blocco del progetto sui riutilizzo degli ex scali ferroviari».