Peschiera in Movimento, centro estivo comunale, famiglie penalizzate dai rincari: più caro e più corto (cancellato a settembre)

Le nuove tariffe per i centri estivi comunali di Peschiera Borromeo fanno discutere: aumenti generalizzati, servizi ridotti e meno giorni di apertura. PIM accusa l’amministrazione di scarsa trasparenza e poca attenzione al sociale.

Il gruppo della civica Peschiera in Movimento nella campagna elettorale 2024

Il gruppo della civica Peschiera in Movimento nella campagna elettorale 2024 La lista nel 2024 sosteneva come candidata sindaca Carmen di Matteo, raccolse 512 voti, 4,8% la stessa percentuale della Lega

Non solo aumenti, ma anche tagli ai servizi. È questa la doppia beffa che, secondo il gruppo civico “Peschiera in Movimento”, colpirà le famiglie di Peschiera Borromeo con le nuove condizioni stabilite dal Comune per i centri estivi 2025. Le tabelle comparative pubblicate da PIM parlano chiaro: aumenti fino al 500% per alcune voci di spesa, come il costo della gita e del pullman, mentre la durata del servizio si accorcia sensibilmente.

Secondo il documento diffuso dal movimento, i rincari sarebbero stati approvati senza un confronto in consiglio comunale e senza informare preventivamente la cittadinanza, tradendo così – a loro dire – lo spirito democratico e sociale che l’amministrazione dice di voler incarnare.

Le cifre del malcontento

Dal confronto con le tariffe del 2024 emergono alcuni dati significativi. Il costo per il servizio pullman settimanale passa da 5 euro a 20 euro, mentre quello della gita raddoppia e oltre: da 5 a 25 euro. Ancora più pesante l'aumento della tariffa base per le famiglie con ISEE tra 1.001 e 10.000 euro, che da 41,81 euro sale a 50 euro, applicandosi per la prima volta anche alla fascia ISEE più bassa, che finora beneficiava della gratuità. Le famiglie con ISEE tra 10.000 e 15.000 euro vedranno un rincaro da 53,14 euro a 60 euro.

Anche i tempi per le iscrizioni si riducono drasticamente., solo fino al 4 giugno, con un impatto non trascurabile sull’organizzazione familiare. «Iscriversi sarà più difficile, e molte famiglie rischiano di non riuscire a garantire il servizio ai propri figli», denuncia il gruppo civico.

Meno giorni, più costi

A fronte degli aumenti, il servizio offerto sarà più breve: il centro estivo per la scuola primaria passa da 60 a 53 giorni, mentre quello per l’infanzia scende da 43 a 32 giorni. «Paghi di più per un servizio che dura meno», è l'accusa di PIM, che sottolinea anche le conseguenze pratiche per le famiglie: «Sarà necessario trovare baby sitter o prendere ferie extra per seguire i propri figli».

«Aumenti prevedibili già nel 2023»

PIM critica anche la giustificazione fornita dall’amministrazione, che imputa i rincari all’adeguamento contrattuale del servizio. Secondo il gruppo, però, l’incremento era già prevedibile sin dal 2023, anno del rinnovo contrattuale, e avrebbe dovuto essere incluso nel bilancio preventivo. «Così invece si scarica tutto sul cittadino», è l’accusa.

Una scelta politica, non solo tecnica

Il movimento conclude con una riflessione più ampia: «In un momento difficile come questo, dove tante famiglie faticano ad arrivare a fine mese, l’amministrazione sceglie di tagliare il sociale e aumentare i costi. È una scelta politica ben precisa, che allontana ancora di più il Comune dalla realtà quotidiana dei cittadini».