Peschiera, a 10 anni dalla scomparsa di Andrea, Elisabetta Cipollone ricorda il figlio, e la sua “rinascita interiore”

La mamma Elisabetta, e la preoccupazione per il figlio Christian: «Il dolore più grande lo ha provato lui, ha vissuto la morte del suo gemello, e se la sta portando dietro ancora». Venerdì 29 la messa per ricordare Andrea.

Elisabetta Cipollone mamma di Andrea De Nando presso l'incrocio

Elisabetta Cipollone mamma di Andrea De Nando presso l'incrocio "maledetto"

Andrea De Nando

Andrea De Nando Investito davanti all'oratorio nel 2011

Era il pomeriggio del 29 gennaio 2011 quando la vita della famiglia De Nando di Peschiera Borromeo sarebbe cambiata per sempre, a causa di un dolore immane che ha lasciato attonita un’intera comunità. I giovanissimi fratelli gemelli Andrea e Christian allora quindicenni, assieme ad alcuni amici, si apprestavano a rincasare dopo aver lasciato la parrocchia Sacra Famiglia di Peschiera. Mentre il gruppo attraversava il semaforo in via 2 Giugno, è giunta a tutta velocità un’automobile, che ha travolto Andrea uccidendolo sul colpo. Stretta nella morsa della disperazione, Elisabetta Cipollone, mamma di Andrea e Christian, in questi anni trascorsi dalla morte di suo figlio ha saputo trasformare il suo immenso dolore in una duplice battaglia di solidarietà e giustizia. Grazie al sostegno del Volontariato internazionale per lo sviluppo (Vis), Elisabetta ha tramutato in realtà il sogno nel cassetto di suo figlio Andrea, cioè portare l’acqua ai bambini africani. Le  raccolte fondi sempre aperte, grazie all’aiuto di numerosi amici, hanno permesso la creazione di ben 30 pozzi per l’acqua potabile in Etiopia, e altri sono già in progetto. Oltre a ciò, la signora Elisabetta ha speso le sue energie per sensibilizzare i ragazzi e l’opinione pubblica sul tema della sicurezza stradale. Insieme ad altri genitori che hanno perso i loro figli sulla strada, si è impegnata moltissimo sull’introduzione del reato di Omicidio stradale. Negli ultimi anni ha partecipato con successo al progetto “Sicomoro” dell’Associazione PFIT  per la rieducazione dei carcerati, del carcere di massima sicurezza di Opera. Un modello di Giustizia riparativa dove in nome della carità Christiana, si promuovo incontri per la riconciliazione fra vittime e colpevoli: «Questo evento mi ha cambiato profondamente, mi ha permesso di sciogliere molti nodi, rimasti in sospeso. Oggi sono nelle condizioni di dire che non voglio morire senza aver perdonato chi ha ucciso mio figlio», dichiarava la sig.ra Cipollone a 7giorni nel 2015. A febbraio del 2020, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale ha insignito Elisabetta Cipollone dell'onorificenza al Merito della Repubblica Italiana come “eroe civile”- persona che si è distinta per atti di eroismo e impegno civile.

Alla vigilia della commemorazione del decennale della scomparsa di Andrea abbiamo incontrato Elisabetta Cipollone che si è resa disponibile a rilasciare un intervista a 7giorni che proponiamo qui di seguito.

Sono passati quasi 10 anni dalla scomparsa di Andrea, ma è ancora come se fosse successo ieri. Come ha vissuto questo tempo?
Non mi rendo neanche conto che sia passato così tanto tempo; ho vissuto tra disperazione e dolore e poi ho iniziato una rinascita interiore che mi ha portata a rasserenarmi. È stata una cosa innaturale che ci ha devastati. Il percorso di ripresa è stato faticoso e ha richiesto impegno; uscire da quella bolla in cui mi ero rinchiusa è stato complesso e altrettanto difficile è stato smaltire quel sentimento di rancore verso la persona che ha portato via mio figlio. Andrea, che è sempre non me, mi ha indicato la strada da seguire: il dolore e il vuoto che lui ha lasciato resterà però per sempre.

Come è cambiata la tua quotidianità in questi 10 anni?
L’aiuto delle persone che mi circondano è stato fondamentale, senza coloro che mi hanno teso la mano mi sarei «spiaggiata». Tutto ciò che mi è stato dato, io cerco di restituirlo ad altre mamme che hanno vissuto la mia stessa esperienza drammatica. Chiudersi nel dolore non produce nulla se non ulteriore disperazione. Il piccolo supporto che posso dare ad altre persone che sono passate attraverso questo lutto è fondamentale per me: è un dare ma allo stesso tempo anche un ricevere.

È stata dura anche per suo figlio Christian, come ha vissuto la situazione?
Il dolore più grande l’ho provato per lui; noi la nostra vita la abbiamo fatta, lui ha da vivere tantissimi anni con questa assenza. Erano due gemelli, vivevano in simbiosi. La disperazione negli occhi di Christian c’è ancora anche se lui raramente affronta l’argomento. Spero che un domani, quando avrà la sua famiglia, potrà fare un passo avanti.

Incontra ancora gli amici di Andrea?
Sì sempre. Sono sempre stati presenti e mi consolo in questa loro vicinanza. Per pudore non tornano con me sull’argomento, ma sono sempre con me e con Christian.

È  molto attiva sul tema della sicurezza stradale. Di recente ha girato un cortometraggio sul tema con il comune di Parabiago. Cosa si sente di dire alle Istituzioni?
C’è tantissimo da fare, a tutti i livelli. Bisogna educare i ragazzi sin da piccoli, sistemare le strade, far rispettare le norme e far sì che ci siano controlli ferrei. Io e molti altri andiamo nelle scuole a parlare ai ragazzi a fare la nostra parte per sensibilizzare quanti più giovani ci è possibile.

In questi dieci anni non si sono purtroppo fatto grossi progressi sul tema della sicurezza stradale in Italia. È come se avessimo un po’ il freno a mano tirato…
È vero, ma sono fiduciosa. Adesso il Covid ci ha ulteriormente stravolto le vite ma, nonostante la circolazione sia ridotta, gli incidenti continuano.

Una sua battaglia è sempre stata quella dell’ergastolo della patente.
Sì l’ho sempre sostenuto e ne sono fermamente convinta. Se ammazzi una persona con una pistola non riavrai il porto d’armi. Non si capisce perché persone colpevoli di omicidio stradale aggravato da stato di incoscienza causato da alcool e sostanze stupefacenti possano rientrare in possesso della patente. Anche perché purtroppo i casi di recidiva esistono.

Venerdì 29 gennaio alle ore 18.30 ci sarà la messa in ricordo di Andrea, nel “suo” oratorio, celebrata da don Zaccaria.

Giulio Carnevale