San Giuliano Milanese: una piscina al posto dell’oasi Wwf di via De Nicola | Gallery |

Il sindaco Marco Segala chiarisce: «Abbiamo già scritto al promotore dicendo che il progetto così com'è proposto non è coerente con la normativa»

L'ingresso dell'oasi Wwf davanti alla sede del Comune

L'ingresso dell'oasi Wwf davanti alla sede del Comune di San Giuliano Milanese. Il cartello che la segnalava non c'è più

L’Osservatorio permanente per il consumo di suolo nel Sud-Est Milano (composto da Italia Nostra, Wwf, Legambiente, Slow Food, Libera, Comitato Tilt Vizzolo, Greenland e Amici di Carlotta) in un comunicato datato 25 marzo 2019, segnala la volontà da parte dell’amministrazione comunale di San Giuliano Milanese di «distruggere il bosco di via De Nicola, oasi Wwf dal 1994, unico polmone verde all'interno di San Giuliano e tra i primi esempi di area urbana naturalistica in Italia».
Secondo l’Osservatorio, intento del Comune sarebbe quello di trasformare l’area in un centro sportivo con piscina; una scelta miope che andrebbe a ridurre ulteriormente un ambiente naturale già limitato, costruendo in un contesto già densamente abitato e peggiorando la qualità della vita dei cittadini.
«Non siamo contro un nuovo centro sportivo per la città – affermano dall'Osservatorio –, chiediamo però che l’oasi non venga sacrificata e si difenda un ambiente naturale esistente da più di venticinque anni. Abbiamo già proposto all'amministrazione comunale per la variante al Pgt (Piano di governo del territorio NdR) di riutilizzare allo scopo le aree dismesse. Se il progetto dovesse continuare, lanceremo una petizione per fermarlo e difendere un patrimonio di tutti».
Raggiunto telefonicamente, il sindaco di San Giuliano Milanese Marco Segala spiega a 7giorni: «Un operatore privato ha presentato in Comune, ai sensi del codice degli appalti, una proposta di project financing. L’operatore privato ha individuato quale area idonea il parco davanti al Comune di San Giuliano che è di proprietà del Comune e che è stato storicamente gestito dal Wwf. L’amministrazione comunale in novanta giorni non ha né accettato il progetto né fatto altro; al termine dei novanta giorni farà l’istruttoria e valuterà se il progetto è sostenibile o meno. Abbiamo già scritto al promotore dicendo che il progetto così com'è proposto non è coerente con la normativa e che quindi deve ripresentare un piano economico-finanziario che risponda alla norma del codice degli appalti. Quindi ad oggi, per i documenti che il Comune ha, con questo project non si può realizzare nulla. Ma se anche corrispondesse andrebbe a toccare un’area del Comune di San Giuliano Milanese, che ad oggi non è gestita più da nessuno perché non c’è una convenzione in essere firmata. Quindi l’amministrazione ora attende la modifica del progetto, che all'interno dei novanta giorni verrà poi valutata dal consiglio comunale che è sovrano. L’oasi del Wwf potrebbe comunque continuare a esistere perché su un’area di 25mila metri quadrati si andrebbero a intaccare tremila o quattromila metri quadri per un servizio che i cittadini vogliono. Se poi il Wwf ci dice in quale altra area di proprietà del Comune possiamo realizzare questo progetto, siamo disponibili a valutarla, ma non ci sono altre aree di proprietà comunale che possono ospitarlo perché non abbiamo altre proprietà. Non abbiamo aree dismesse, ci sono solo aree di proprietà Agenia che era una società collegata al Comune ma che è fallita e quindi non sono nella disponibilità dell’ente e sulle quali, perciò, non è possibile avviare alcun tipo di progettualità. Ritengo però che questa sia un’opportunità che vada investigata per portarla a termine; mettendo ovviamente sul piatto della bilancia anche la questione ambientale e prevedendo quindi la coesistenza delle due cose o trovando delle aree su cui andare a ricreare quanto viene tolto da questo intervento. Si tratta di un progetto ambizioso che comunque va a far vivere quell'area, che oggi allo stato di fatto è abbandonata. Non sono da discutere opere di compensazione per quanto verrà toccato, ad oggi il progetto presentato non è comunque attuabile».
Elisa Barchetta
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