Brusche frenate della metropolitana, chiusa l’inchiesta: accuse di lesioni colpose ai fornitori di materiali

Nel corso del 2019 si erano registrati numerosi episodi di frenate improvvise sui convogli della Rossa e della Verde, finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura. Riscontrati anche casi di errori umani. Codacons: «Ci costituiremo parte civile»

Si è conclusa l’inchiesta della Procura di Milano relativa ai numerosi casi di brusche frenate che, nel 2019, avevano interessato le linee Rossa e Verde della metropolitana, causa di disagi e ferimenti di passeggeri. Nello specifico, la Procura ha contestato il reato di lesioni personali colpose al presidente di Alstom Ferroviaria Spa, produttore del sistema di segnalamento e controllo della marcia dei treni in uso sulla M1, ed all'amministratore di Engie Eps, subfornitore del produttore del captatore di bordo sulle motrici. In altre parole, le frenate anomale dei convogli sarebbero da imputare, secondo i consulenti della Procura, a difetti dei sistemi di comunicazione tra sistema di bordo e sistema di terra (sulla linea Rossa) ed a anomalie del sistema di segnalamento discontinuo (sulla Verde). Non solo. La Procura ha infatti individuato anche casi di frenate anomale dovute ad errori umani. «Siamo soddisfatti che le nostre segnalazioni abbiamo avuto seguito in indagini approfondite della Procura di Milano – dichiara il Presidente del Codacons, Marco Donzelli -. Ovviamente è nostra intenzione, a tutela della collettività e dei pendolari milanesi e lombardi, costituirci parte civile nel procedimento penale, chiedendo il risarcimento per i danni patiti».

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