Donne vittime di violenza: a Milano consegnati i primi 20 alloggi Aler

La misura prevede la messa a disposizione di 64 appartamenti complessivi sul territorio regionale per sostenere le donne nel loro percorso di autonomia abitativa

Pronti i primi 20 alloggi ALER di Milano destinati alle donne vittime di violenza. Le chiavi degli appartamenti sono state consegnate martedì 10 dicembre a 8 associazioni impegnate come Centri Anti Violenza e Case Rifugio. Alla cerimonia sono intervenuti gli assessori regionali Elena Lucchini (Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità), Paolo Franco (Casa e Housing sociale) e il presidente di ALER Milano Matteo Mognaschi. La misura (3 milioni di euro di finanziamento regionale) prevede la messa a disposizione di 64 appartamenti sul territorio regionale per sostenere le donne nel loro percorso di autonomia abitativa, fondamentale per il recupero e la rinascita di chi si rivolge ai centri specializzati per sottrarsi a gravi situazioni di violenza domestica. Il contributo regionale copre interamente il canone di affitto e le spese reversibili. Al termine del periodo di copertura economica, gli alloggi potranno rimanere a disposizione dei soggetti gestori dei Centri Anti Violenza e Case Rifugio con un canone di locazione concordato. «La prevenzione e il contrasto della violenza di genere ha dichiarato l’assessore Lucchini - sono una priorità di Regione Lombardia e seguono una direttrice precisa: creare le basi per una ritrovata autonomia, che implica necessariamente il ritorno a una quotidianità e a un’indipendenza perduta. Per questo abbiamo introdotto misure innovative come questa sperimentazione che oggi ci permette di consegnare altri 20 alloggi ALER alle donne vittime di violenza. Dopo una prima selezione – ha continuato - sono stati assegnati 64 alloggi e, attraverso un lavoro sinergico tra ALER e Centri Antiviolenza, si è dato avvio ai trasferimenti nelle nuove abitazioni. L’iniziativa proseguirà ora con l’individuazione di ulteriori alloggi per rispondere alle donne in lista d’attesa».