Regione Lombardia, la giunta delibera all’unanimità le modifiche del titolo I e VII della legge regionale sulla sanità

Le modifiche proposte sono piccole ma numerose; si tratta di correttivi volti a rendere il sistema sanitario più integrato, inclusivo e attento alla complessità della persona umana

La giunta regionale lombarda ha deliberato all’unanimità dei voti «di approvare l’allegato progetto di legge recante “Modifiche al Titolo I e al Titolo VII della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)” e di disporne la trasmissione al Consiglio regionale per la prosecuzione dell’iter». La proposta di intervenire sui titoli della legge sanitaria è arrivata dal Presidente Attilio Fontana di concerto con l'Assessore Letizia Moratti.
Al vaglio dei consiglieri e dei tecnici regionali ci sono dunque alcuni passaggi della legge che regola e definisce la sanità, ambito pubblico delegato alle regioni. Quelle approvate sono modifiche, spesso minime, dei diversi passaggi della legge, che però nella loro complessità puntano a rendere il sistema sanitario lombardo più integrato, funzionale, inclusivo, attento alla persona umana e alle sue implicazioni con l’ambiente esterno e con l’ecosistema. Nodi centrali sono infatti la rinnovata attenzione per la «stretta relazione tra la salute umana, la salute degli animali e l’ambiente e la presa in carico della persona nel suo complesso». Un altro tema su cui si sono concentrati gli amministratori di Palazzo Lombardia riguarda la comunicazione tra istituzioni e cittadini: in tal senso, nel nuovo testo in via di approvazione si legge che è stata ideata l’«adozione di un sistema di comunicazione trasparente in ordine alle performance di efficienza gestionale e alla qualità del servizio offerto dagli erogatori pubblici e privati». Con grande enfasi è poi sottolineata l’importanza e la relazione tra salute e prevenzione e tra queste e l’attività sportiva.
Alcune istanze approvate in giunta sono la risultante di dibattiti sviluppatisi in conseguenza dell’emergenza sanitaria, non ultimo quello riguardante la unanime volontà di rafforzare la medicina territoriale e un sistema sempre presente e disponibile per i cittadini, anche i più fragili e impossibilitati a effettuare spostamenti. 
Sotto la lente d’ingrandimento è stato posto anche l’ambito della ricerca, per il quale (e non solo per questo) sono stati pensati e approvati ulteriori e più cospicui finanziamenti ad hoc. Anche la formazione e l’educazione sono parte integrante del progetto.
Altre modifiche al testo della legge si applicheranno poi ad aspetti più burocratici e logistici, all’apparenza invisibili al fruitore finale dei servizi sanitari ma necessari ad avere un sistema ben integrato, efficace e rapido nel rispondere alle sollecitazioni provenienti dai bisogni dei cittadini. 
Unitamente alle modifiche alla legge è stato approvato il piano finanziario sviluppato di concerto con il governo nazionale; il fabbisogno sanitario di finanziamento standard è stato aggiornato alle nuove esigenze e alle richieste di maggiori disponibilità conseguenti alla necessità di fronteggiare la pandemia. Nel caso specifico di Regione Lombardia questo si è tradotto nell’assunzione di nuovo personale e in una crescita di quasi 600 milioni di euro del Fondo Sanitario Regionale. Il piano elaborato è stato quindi integrato con il Next Generation EU e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (approvato il 22 giugno scorso), «strumento con il quale il Governo italiano ha programmato l’utilizzo dei fondi contenuti nel Next Generation EU prevedendo le azioni e le riforme correlate».

Dgr 506822.07.2021all. pdl 2

dgr-506822.07.2021all.-pdl-2.pdf

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