Ragazzo investito in fin di vita, tardano i soccorsi

Un giovanissimo di 14-15 anni è stato investito, oggi sabato 29 gennaio 2010 verso le 18.30 in via 2 Giugno a Peschiera Borromeo, in prossimità di un semaforo posto alla fine di una zona priva di sufficiente illuminazione e dove le auto di solito procedono non rispettando il limite dei 50 km/h.

Il ragazzo è parso subito in critiche condizioni. I primi soccorsi dati dai passanti hanno evidenziato le copiose ferite sul corpo e la perdita di conoscenza. Sembra anche un arresto cardiaco. Sul posto è accorsa dopo circa 10 minuti una pattuglia della Polizia Locale, e dopo più di 20 minuti una Ambulanza del 118. Una lunghissima attesa per un equipaggio che proviene da via Carducci, la stessa via da dove sono partiti i primi soccorsi della Polizia Locale. Non si capisce come mai l’ambulanza con i paramedici  abbia impiegato così tanto. Il ragazzo che abita Peschiera, rientrava a casa con gli amici e il fratello, dopo una giornata in oratorio. I paramedici hanno proseguito nel massaggio cardiaco per oltre 30 minuti, ma il giovane è stato caricato sull’Ambulanza senza segni di miglioramento.  L’auto che ha investito il giovane proveniva da Pantigliate in direzione Milano, non c’erano segni di frenata sull’asfalto, l’auto si è fermata 10 metridopo l’incrocio. L’uomo alla guida in evidente stato di choc trasportava la moglie e i due giovani figli anche loro terrorizzati dall’accaduto. Intanto gli amici del povero ragazzo inveivano contro l’autista, in particolare il fratello dell’investito accusava l’autista di essere passato con il rosso e  ad alta velocità. Una scena straziante, gli amici del giovane erano sdraiati sul prato antistante il semaforo in preda alla disperazione. Solo l’intervento degli agenti ha riportato la calma e evitato il peggio. La rabbia dei ragazzi  per l’amico in fin di vita era rivolta verso chiunque, anche la nostra troupe è stata presa a manate da uno dei presenti, un amico o un parente adulto di qualcuno dei giovani presenti, in evidente stato confusionale. Ora non rimane che pregare.