San Donato: «Noi pubblici ufficiali della scuola, denunciamo che i minori a noi affidati, non sono tutelati nei propri diritti di sicurezza»

Dopo la tragedia del piccolo di 5 anni caduto dalle scale a Milano, si apre un grave fronte nelle scuole statali. Le maestre della scuola primaria di via Libertà scrivono al Ministro Fioramonti: «Viviamo con l’ansia»

IC Libertà Plesso Matteotti, via Libertà San Donato Milanese

IC Libertà Plesso Matteotti, via Libertà San Donato Milanese

Il personale docente e non docente del plesso scolastico Matteotti di via Libertà a San Donato Milanese lancia un grido di allarme, che certamente non può cadere nel silenzio. «Pregiatissimo Ministro Fioramonti – recita la lettera inviata il 23 ottobre al Ministro dell’Istruzione, ai vertici scolastici regionali e alle autorità cittadine - la sicurezza della scuola dovuta al sottodimensionamento del personale scolastico – ATA e Docente - ci ha portato a condividere tra colleghi la necessità di fare questa segnalazione. Noi, quali pubblici ufficiali della scuola, DENUNCIAMO che i minori a noi affidati, non sono tutelati nei propri diritti di sicurezza. Tale situazione espone i bimbi ad un rischio non accettabile e noi docenti a gravi responsabilità e stress, vista l’incapacità di poterci duplicare per tamponare la situazione». Il personale scolastico è molto preoccupato. La notizia che il piccolo non ce l’ha fatta li ha convinti a rendere pubblica la lettera: «Siamo vicini alla famiglia del piccolo, una tragedia immane. Non possiamo più stare in silenzio» commenta affranta la portavoce del personale scolastico. «Anche – continua la lettera al Ministro - a causa dello smembramento del terzo circolo scolastico Greppi di San Donato Milanese (da settembre 2019), accorpato alle scuole Comprensivo Libertà e Comprensivo Margherita Hack, nonostante le promesse di mantenimento dell’organico, fatte lo scorso anno sia dalla Regione Lombardia che da UST e USP di Milano, abbiamo assistito a tagli su tutto il personale. Così come temevamo, quest’anno, da settembre, abbiamo la vigilanza di 1 o massimo 2 unità di personale ATA per tutto il Plesso, che conta circa 280 alunni.  La scuola consta di un ingresso (che richiede presidio continuo), un corridoio, 2 atri al piano terra ed altri 2 atri al primo piano, serviti ciascuno dalla propria scala. La scuola è sprovvista di qualunque tipo di servizio di comunicazione interna (citofono o linea telefonica ai piani). Alla luce di quanto esposto, e di quanto avvenuto venerdì u.s. al bimbo della classe prima primaria nella scuola di Milano, vogliamo condividere tale situazione con tutte le figure istituzionali territoriali coinvolte, anzi è nostro dovere, ce lo impone il ruolo, esigere da Lei, Ministro, l’indicazione di una Procedura di emergenza adeguata da mettere in atto, che tuteli noi adulti e soprattutto i minori a noi affidati. Con i bambini della primaria sono frequenti tutti i giorni della settimana anche emergenze come “Maestra devo andare in bagno!”. Poniamo un esempio: il docente è in classe e un alunno si fa male! Inciampa, scivola e batte la testa. Emergenza! In ogni classe dell’atrio al primo piano della scuola c’è un solo docente. Non c’è alcun altro adulto che possa distaccarsi per andare a chiamare il Collaboratore. Il solo incaricato ATA è alla porta di ingresso ove si trova il solo telefono scolastico, o sta accompagnando un bambino, che deve uscire prima, da un diverso atrio. Ricordiamo – continua il personale dell’IC Libertà Plesso Matteotti - che a scuola agli insegnanti è vietato l’uso del cellulare. Ricordiamo, inoltre, che ogni insegnante ha totale responsabilità di vigilanza sia del ferito che del resto della classe. Che procedura deve mettere in atto il docente?  Fino alla sua tempestiva risposta noi ci riteniamo non responsabili per la situazione grave che stiamo denunciando. Situazione che stiamo vivendo per cause non dipendenti dalla nostra volontà e alle quali non possiamo porre rimedio senza il Suo concreto intervento. Perché noi, data la carenza evidente di personale, la soluzione corretta, umanamente, non riusciamo a trovarla.  La cosa che ci preme condividere con Lei, e con chi ci legge – conclude la missiva scrittta il 21 di ottobre -, è lo stato di perenne ansia con cui conviviamo, svolgendo una attività fondamentale per la serena crescita dei bambini. I nostri quasi 280 alunni devono percepire serenità in classe, e avere la sicurezza a loro dovuta».
Giulio Carnevale