Peschiera, la studentessa di Giurisprudenza vince e convince al suo primo giorno di lavoro
Elisa Babbini partecipa per la prima volta alla Moot Court Competition e ottiene il primo premio come miglior oratrice
23 marzo 2018
Moot Court Competition, un'occasione più che una competizione
«Non me lo aspettavo. Sono
molto felice – dichiara la promettente avvocatessa - perché è stata una
vittoria sudata e ottenuta nonostante fosse una competizione in lingua inglese.
È stata un’occasione per mettersi alla prova, io e i miei compagni ci siamo
messi in gioco senza paura con la determinazione di chi ha voglia di sporcarsi
le mani e di iniziare presto a fare pratica. Mi sono divertita e allo stesso
tempo emozionata ad affrontare un processo, seppur fittizio, ma reale nelle sue
modalità e nella tempistica». Queste sono le parole di Elisa Babbini, 20
anni studentessa del secondo anno di Giurisprudenza alla statale di Milano, che
ha partecipato al Moot Court Competition 2018 a Bologna e ha vinto il premio di
Best Oralist. La competizione prevedeva una serie di confronti giuridici
concentrati in tre giorni con la partecipazione di molte università straniere e
dei loro studenti da tutto il mondo. In palio ogni anno ci sono due premi: uno
che va alla miglior squadra composta da venti persone, mentre l’altro è per il
singolo interlocutore. «Dietro una competizione tanto rinomata – spiega Elisa
- c’è una preparazione di mesi e un lavoro che comprende una parte scritta
uguale per tutti dove si analizza lo stesso caso e si stila un documento per l’accusa
e uno per la difesa. La giuria sceglie quale dei due è fatto meglio e ti mette
in competizione con un team di un’Università straniera che, invece, ha passato l’altra
prova. A questo punto – spiega la studentessa peschierese – si va in “aula”
e il team viene ridotto a quattro persone con solo due interlocutori per parte.
Il botta e risposta è serrato, i giudici t’incalzano con domande insidiose e
gli avversari sono agguerriti, cercano di metterti in difficoltà e l’atmosfera
che si respira è molto simile a quella di un vero processo. La mia arringa è
stata semplice ma efficace e i complimenti della giuria sono stati, per me,
motivo di orgoglio e d’incoraggiamento per le prossime sfide che mi aspettano».
Tuttavia, l’aspirante avvocatessa di San Bovio ci rivela come questa esperienza
di tre giorni avvenga in un clima sereno e disteso in cui è possibile
interagire con professionisti del settore ed è utile per confrontarsi con altri
studenti delle migliori Facoltà di Giurisprudenza del mondo.
Federico Capella
Federico Capella
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23 marzo 2018