Il Grillo sa che Pinocchio si finge malato e verrà fregato da Gatto e Volpe

La favola di Pinocchio in versione peschierese: tutti i personaggi della storia di Collodi, dal grillo parlante a Mangiafuoco, si ritrovano tra i politici di Peschiera Borromeo

Cesare Mannucci

Cesare Mannucci

“Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai. Se lavori, ti tirano le pietre. Non fai niente e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, capire tu non puoi se è bene o male quello che tu fai. E il giorno che vorrai difenderti vedrai che tante pietre in faccia prenderai!“. Si tratta del brano portato con successo al  Festival di Sanremo del 1967 da  Antoine e Gian Pieretti e che ben si adatta alla favola di Pinocchio in versione peschierese. Pezzo everegreen che si incolla a meraviglia al bellissimo personaggio del Grillo Parlante. Nello splendido libro di Collodi il Grillo Parlante appare quattro volte: la prima di esse è poco dopo l'inizio delle avventure del burattino, quando, in preda alla fame, questi sta cercando del cibo in casa di Geppetto. In questa occasione Pinocchio, stufo di sentire i suoi rimproveri, gli lancia addosso un martello e lo spiaccica. Più avanti, il Grillo ricompare sottoforma di fantasma e tenta nuovamente di far ragionare Pinocchio che sta per seminare i suoi zecchini d'oro, ingannato dal Gatto e la Volpe. Anche in questo caso i suoi ammonimenti saranno vani. Nella sua terza apparizione il Grillo è uno dei quattro dottori che visitano Pinocchio moribondo a casa della Fata Turchina: si dimostra il più assennato di essi, poiché è l'unico che capisce che Pinocchio sta solo fingendo di essere malato e gli ricorda i suoi cattivi comportamenti, facendolo piangere. Poco prima della fine del romanzo il Grillo riappare sano e salvo e dà ospitalità a Pinocchio e Geppetto usciti dalla pancia del Pesce-cane in una casetta regalatagli dalla Fata Turchina. Ripercorrendo a ritroso i fatti e il cammino della giunta del sindaco Luca Zambon (al quale abbiamo assegnato d’ufficio, per la giovane età e per l’importante ruolo di protagonista e cioè  il personaggio di Pinocchio) il dotto e saggio Grillo Parlante non può essere altri che il consigliere comunale del PD Roberto Galimberti, la cui sofferenza, nonostante smentite e sinceri attestati di fiducia alla maggioranza, si è clamorosamente esplicitata durante questi 10 mesi del 2015. Inutile tediare i lettori con il racconto minuzioso degli interventi pubblici che il consigliere Galimberti ha pronunciato in aula rivolgendosi al sindaco affinché si liberi dei “consiglieri” e “suggeritori” a cui nelle puntate scorse abbiamo assegnato i duplici ruoli del Gatto e la Volpe. Se la vicenda seguirà fedelmente la trama del libro di Pinocchio, il Grillo Parlante peschierese è arrivato alla sua terza apparizione, quella in cui si rende conto dell’ennesima bugia di Pinocchio che si finge malato al cospetto dei dottori. Le parziali ammissioni di responsabilità del sindaco in aula nell’acceso consiglio in cui, per il non voto determinante di “Mangiafuoco” Falletta, la maggioranza è rimasta in carica, suonano come il pianto liberatorio di Pinocchio che stanco delle continue bugie sia avvia verso la metamorfosi catartica di purificazione che gli farà abbandonare il corpo di legno per diventare un essere umano a tutti gli effetti. In questa nuova puntata vogliamo essere positivi e ci auguriamo che l’accorato intervento in aula di Galimberti  di confermato sostegno al proprio primo cittadino porti davvero l’esecutivo Zambon fuori dalla pericolosa pancia del pescecane che negli ultimi lustri gran parte di prezioso territorio peschierese si è mangiato condito salatamente a cemento e calcestruzzo. To be continued