Peschiera, un “Piano di diritto allo studio” , che non va nella direzione chiesta dal premier Renzi

2,8 milioni di investimento ma poco o niente su informatica, lingua inglese, e belle arti

Nell’introduzione al DDL sulla buona Scuola” sul sito del Governo, l’esecutivo spiega: «Agli studenti viene garantita un'offerta formativa più ricca che guarda alla tradizione (più Musica, Arte), ma anche al futuro (più lingue, competenze digitali, Economia)». Settimana scorsa, nel discorso di Matteo Renzi ai gruppi parlamentari del Pd, fra i tanti argomenti toccati, il premier ha toccato anche quello della scuola: «Tra quarant’anni- dichiara Matteo Renzi -, i ragazzi che assumiamo oggi saranno l’Italia nel mondo. Devono formarsi adesso  - ed ecco perché vogliamo anche intervenire sulla scuola -  ad avere una idea del nostro Paese che sia una idea di bellezza e di forza». Il Governo raccoglie la richiesta diffusa, di un cambio di rotta per la scuola italiana, e chiama a raccolta, giustamente, tutte le parti sociali. In questo scenario il “Piano di diritto allo studio” elaborato dai comuni, assume un ruolo chiave, le Amministrazioni locali, hanno con questo strumento, il modo di intervenire localmente in supporto ai piani di offerta formativi delle scuole, finanziando all’occorrenza con appositi progetti, attività integrative, per gli alunni dei plessi scolastici presenti sul proprio territorio comunale. Mercoledì 11 novembre, il consiglio comunale di Peschiera Borromeo è chiamato ad approvare il “Piano di diritto allo studio 2015”, il primo ragionato da questa Amministrazione dopo un anno di esperienza di governo. Tralasciando il fatto che il “Piano”, viene portato in aula con colpevole ritardo, il documento non introduce nessun cambio di marcia significativo rispetto ai proclami del programma elettorale premiato dai peschieresi. Anche le indicazioni del Premier, dello stesso partito di Zambon, sembrano cadere nel vuoto. Sul piatto la comunità peschierese mette 2,8 milioni di investimento per 2693 alunni.  Ma nei progetti finanziati alle scuole, poco o niente, su arte, informatica e lingua inglese. L’attività di una Amministrazione dovrebbe essere quella di interloquire con le scuole per stimolare la presentazioni di progetti che rispondano alle esigenze degli alunni e delle famiglie. Ipotizzando degli investimenti condivisi con i dirigenti scolastici di riferimento, che preparino gli scolari in maniera adeguata alle esigenze future. Le famiglie chiedono, inglese, innovazione digitale e educazione alle belle arti, ma nel “Piano” - se non per un piccolo progetto per i bambini di 5 e 6 anni di avvicinamento alla lingua inglese - non c’è nulla di significativo. Non c’è attenzione anche all’indispensabile apporto che gli oratori cittadini danno ogni estate alla comunità peschierese. Quest’anno come l’anno scorso il contributo comunale previsto è di 21mila euro. Nell’ultima estate i tre centri estivi degli oratori peschieresi, hanno registrato un'altissima adesione.  Basti pensare che nelle settimane in cui il centro estivo comunale sfiorava le cento presenze, negli oratori di Bettola, Mezzate e San Bovio, si sfioravano le mille presenze. Un'utenza che in mancanza di questa alternativa potrebbe scaricarsi sul Centro estivo comunale, che non sarebbe in grado di rispondere a tutte le richieste. Francamente si poteva riconoscere in modo più sostanzioso, questo servizio per le famiglie. Come si poteva e si doveva fare di più per il resto, senza grossi investimenti ma solo con un po’ più di acume e lungimiranza.
Giulio Carnevale