Malinverno: «Fare il PGT durante l'emergenza sanitaria, scelta grave e insensata. A Peschiera ci vuole una svolta»

In un'intervista esclusiva l'ex sindaco di Peschiera Borromeo si dichiara deluso dall'involuzione dell'amministrazione Molinari: «Ci avevo creduto all'inzio. Ora sono arroccati all'interno del palazzo»

Giulio Carnevale intervista Marco Malinverno

Giulio Carnevale intervista Marco Malinverno

«Vedo una desertificazione, una città che sta morendo»

Estratto dell'intervista

«La politica ha bisogno una compartecipazione più ampia. Mi sembra che la situazione sia francamente grave»

Piano di Governo del territorio (PGT), giusto portarlo avanti?
Un fatto che stride, profondamente con la situazione che stiamo vivendo. In questo momento le persone sono impegnate a ritirare le mascherine, a capire come non contagiarsi. Stiamo tutti vivendo una situazione di grande difficoltà. Molte persone hanno parenti e amici all’ospedale. Una grave crisi, un vero e proprio terremoto che avrà conseguenze di cui noi non possiamo sapere oggi. Questa amministrazione - purtroppo lo dico con profondo dispiacere, perché io avevo creduto in questa esperienza con liste civiche orientate alla partecipazione ed al rapporto con i cittadini basato sul principio della sussidiarietà - sta subendo una sorta di involuzione. Sono arroccati all’interno del palazzo. Non si può pensare che in questo momento i cittadini vadano sul sito del comune a fare delle osservazioni al PGT come se fosse meramente un atto burocratico e amministrativo. Il Piano di Governo del Territorio è un atto fondamentale importanza, di qualificazione che implica un forte confronto con le forze delle società civile e la comunità tutte. Fare questo in un momento così particolare pone un problema di fondo che va al di là dei contenuti, il metodo in questo caso è sostanza. Ritengo che questa sia una scelta grave, che politicamente è insensata, ma soprattutto è una scelta che non fa bene alle necessità della nostra città. Non sappiamo quando e come usciamo dopo il Covid 19, abbiamo bisogno di una collegialità diversa. Dobbiamo uscire da alcuni schemi. Abbiamo bisogno di superare le logiche fra maggioranza e opposizione. Sono d’accordo con Luca Zambon quando dice che ci vuole una collaborazione tra le diverse forze politiche e sociali. La politica ha bisogno una compartecipazione più ampia. Mi sembra che la situazione sia francamente grave.

Come spenderebbe i 700 mila euro spettanti a Peschiera Borromeo di Regione Lombardia?
Oggi le amministrazioni comunali hanno un ruolo centrale, soprattutto a fronte delle grandi trasformazioni che sono state avviate, e che nel dopo Covid 19, avranno una accelerazione: la digitalizzazione e all’industria 4.0. Le imprese andranno verso quella direzione. Ci vuole una cabina di regia che sia orientata alla sostenibilità ambientale ed ecologica e all’efficientamento energetico. Regione Lombardia si è mossa molto bene nel sostegno alle imprese, l’amministrazione deve orientare uno sviluppo. Ci vogliono strategie strutturate. Vedo una desertificazione, una città che sta morendo. Questa città ha una visione chiusa e asfittica. Per concludere il ragionamento punterei alla mobilità elettrica. Ci vuole una grande svolta.

Molti temi urbanistici quest’amministrazione, in questi quattro anni, non li ha mai affrontati pubblicamente e tanto meno in Consiglio comunale, non crede che su questo si dovrebbe aprire un grande dibattito pubblico?
Non capisco questa atteggiamento e questa preoccupazione ideologica per dimostrare di aver favorito l’opzione zero. In realtà si è ingessato tutto. La politica deve essere al servizio non mettere il cappello. Bisogna avere la mente aperta.

C’è possibilità che la vostra Associazione “L’impronta”si trasformi in una lista civica e che lei si candidi a guidare una coalizione o un ampio schieramento?
Dobbiamo ritornare a discutere dei contenuti, costruire un percorso, senza contenuti niente programmi, e le liste che nascono non sapranno cosa fare. Noi ci siamo, io sono disponibile a rimettermi in politica a disposizione di un’idea che porti a un governo diverso.

Giulio Carnevale