Tariffe scolastiche riviste a Peschiera Borromeo: «Una scelta necessaria e responsabile»
L’Assessora Montemaggi risponde alle critiche: «Nessuna stangata, ma un adeguamento per garantire qualità e sostenibilità. Chi ci ha preceduto non ha mai avuto il coraggio di farlo»

Greta Montemaggi
Nel Comune di Peschiera Borromeo è stata recentemente deliberata la revisione delle tariffe per i servizi scolastici integrativi relativi all’anno scolastico 2025-2026. Una scelta che ha suscitato un acceso dibattito politico e che ha spinto l’Assessora all’Istruzione e Formazione, Greta Montemaggi, a chiarire pubblicamente le motivazioni dell’intervento, difendendo con forza la linea adottata dalla giunta.
L’aumento dei costi delle cooperative e l’adeguamento delle tariffe
La revisione tariffaria – spiega Montemaggi – si è resa necessaria per far fronte al crescente peso economico derivante dal rinnovo contrattuale delle cooperative sociali, che ha comportato un aumento del 13% sui costi del personale. Questo incremento, fino ad oggi non affrontato, ha imposto una ricalibrazione dei costi sostenuti dalle famiglie, in particolare per i centri estivi, i trasporti e le gite scolastiche.
«Non si tratta di una stangata – puntualizza l’Assessora – ma di un adeguamento reso obbligatorio da circostanze oggettive e da richieste esplicite dei gestori del servizio. I 5 euro settimanali richiesti finora non coprivano nemmeno un’ora di lavoro degli educatori o il biglietto d’ingresso delle mete delle gite».
Un lavoro di analisi e riorganizzazione iniziato nel 2023
Secondo Montemaggi, la giunta ha intrapreso fin dal proprio insediamento un lavoro sistematico di analisi dei servizi, in collaborazione con gli uffici comunali e i concessionari. Sono emerse criticità mai affrontate prima e nuove necessità cui non si poteva più rispondere con soluzioni tampone.
«Abbiamo approvato un nuovo regolamento, condiviso e votato all’unanimità in Consiglio Comunale, che definisce in modo trasparente i criteri e il funzionamento dei servizi – prosegue l’Assessora –. L’estensione dell’orario del pre-scuola, ad esempio, ha comportato maggiori costi legati alla presenza prolungata degli educatori, così come il post-scuola, che veniva remunerato solo per un’ora pur essendo svolto per due».
I numeri parlano chiaro: «Le famiglie più fragili sono tutelate»
Montemaggi respinge le accuse di aver colpito le fasce più deboli della popolazione. Dei 493 nuclei familiari che hanno usufruito dei servizi scolastici nel 2024-2025, ben 190 rientrano nella fascia ISEE più alta, cioè oltre i 50.000 euro o senza presentazione del documento. Il 75% delle famiglie ha un ISEE superiore a 20.000 euro, soglia oltre la quale molte misure di sostegno regionali non sono nemmeno accessibili.
Solo 6 famiglie sono sotto i 1000 euro di ISEE e 13 tra i 1000 e i 5000. «Le famiglie più fragili – precisa – sono già seguite dai servizi sociali e possono accedere a trattamenti personalizzati. Nessuna revisione colpisce queste fasce».
Educatori qualificati e servizi di qualità
L’Assessora difende inoltre la qualità dei servizi, sottolineando che non si tratta di semplici attività ricreative ma di interventi educativi strutturati, gestiti da personale laureato. «Chi afferma che il costo è eccessivo – aggiunge – dimentica che una famiglia in fascia ISEE massima paga 275 euro all’anno per il post-scuola: 30 euro al mese, 7,5 a settimana, meno di 0,75 euro all’ora. Una tata privata ne costerebbe 24 al giorno».
Centri estivi: Peschiera tra i più accessibili del territorio
Anche sulle tariffe dei centri estivi, l’Amministrazione rivendica una politica attenta al reddito delle famiglie. Peschiera Borromeo è tra i pochi Comuni del distretto a utilizzare ancora il criterio delle fasce ISEE per modulare i costi. In altri Comuni la tariffa settimanale è unica, indipendentemente dalla condizione economica, e supera spesso i 110 euro, soglia corrispondente alla fascia massima prevista a Peschiera.
«Nessun centro estivo privato offre tariffe inferiori a quelle comunali – evidenzia Montemaggi – e nessuno garantisce il trasporto. Pensare che 5 euro possano coprire il servizio andata e ritorno è semplicemente irrealistico».
Una scelta di responsabilità, non di propaganda
L’adeguamento, conclude Montemaggi, è stato deliberato per rispondere a una richiesta di ristoro di circa 63.000 euro e per mettere ordine a un sistema che non veniva aggiornato da anni. «È una scelta poco popolare, lo so, ma anche giusta. Chi ci ha preceduto non ha mai avuto il coraggio di farlo. Non ci svegliamo solo per votare – sottolinea – ma affrontiamo i problemi con metodo, disciplina e buon senso. Le critiche le accetto, ma respingo le strumentalizzazioni. Nessuna revisione toglie dignità alle famiglie, anzi, garantisce servizi sostenibili e di qualità a tutta la comunità».
Qui potete scaricare la nota stampa integrale di Greta Montemaggi.