Incidente sulla nuova ciclabile. Granelli: «Vogliamo andare incontro ai cittadini», per ora sono andati contro alla donna finita all'ospedale

Milano, a lavori non ancora terminati, la trovata di Sala si mostra già per quello che è: un pericolo... e il bonus monopattino peggiorerà la situazione

Sopra, il luogo dell'incidente. Sotto, (da sinistra) il sindaco di Milano Beppe Sala e l'assessore alla Mobilità Marco Granelli

Milano, corso Venezia. Ore 11 circa. Una donna (così come migliaia di altre persone) in sella alla propria bicicletta si muove lungo la nuova pista ciclabile voluta dal sindaco Beppe Sala ed encomiata da tutti i fanatici dell’ecologismo a tutti i costi, milanesi e non. Mentre transita davanti alla boutique di Dolce&Gabbana, la donna in bici viene urtata da un’automobile e stramazza al suolo. Arriva il 118 e la signora in pochi minuti viene trasportata al pronto soccorso, fortunatamente in codice verde.

Inutile dirlo, sarcasmo e rabbia dei cittadini sono esplosi sul luogo dell’accaduto e, più tardi, sui social. È vero, questa volta è andata bene: per la malcapitata solo qualche graffio e tanto spavento. Ma la situazione potrebbe ripetersi e, quando il già congestionato traffico milanese tornerà a pieno regime, casi del genere potrebbero verificarsi con frequenza esponenziale. In sostanza, le opzioni sono due: o ti sposti in automobile e, oltre al traffico, subisci anche gli improperi di gretini, ecologisti e guardie bianche del PM10, oppure prendi la bici e, tra gli scroscianti applausi degli amici dell’ambiente, vieni investito e finisci in ospedale. Moribondo ma rispettoso dell’ambiente! A voi la scelta. 

Palazzo Marino, in ogni caso, tira dritto. Beppe Sala, strenuo sostenitore della mobilità ecologica e della nuova pista ciclabile che dovrebbe collegare senza soluzione di continuità piazza San Babila e Sesto Marelli, non accenna a ripensamenti o marce indietro. L’assessore alla Mobilità Marco Granelli, vero cervellone e burattinaio dell’operazione in corso, fa orecchie da mercante e commenta: «Vogliamo fare in fretta per andare incontro ai cittadini che ci aiutano a diminuire traffico e inquinamento utilizzando le due ruote». Qualcuno dovrebbe far sapere al novello Leonardo Da Vinci che una ciclabile non si realizza tracciando due linee di vernice per terra, per altro adornate da segnaletica mal orientata e poco comprensibile e pertanto pericolosa. Se davvero Milano deve essere una città europea, un tour per il Vecchio continente è fortemente consigliato: Monaco di Baviera e Amsterdam docent!

Oltre al rischio costante per i fruitori della corsia ciclabile, la nuova invenzione della giunta sortisce un triplice (purtroppo nefasto) effetto: in primis, la viabilità e il traffico di veicoli motorizzati risultano fortemente penalizzati, con enormi code di macchine incolonnate nelle ore di punta e continui screzi tra stizziti automobilisti; in secondo luogo, elemento per nulla trascurabile considerata la già negativa congiuntura economica, a fare le spese dei desiderata degli ambientalisti da strapazzo sono le attività commerciali che si dipanano lungo i viali centrali della città e che adesso si trovano isolate e separate dalla strada a causa del continuo sfrecciare di velocipedi. Ultima considerazione riguarda i cittadini milanesi e i residenti dell’hinterland: piste ciclabili e “bonus monopattino” (incentivo statale previsto per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici, per altro alla data odierna non ancora pervenuto) potrebbero essere interpretati da molti come una beffa, una presa in giro che stato e comune si divertono a mettere in atto ai danni dei meno abbienti, considerato che la stragrande maggioranza di coloro che lavorano a Milano risiede nelle periferie del capoluogo e nei comuni limitrofi, dai quali raggiungere quotidianamente sulle due ruote il centro della metropoli appare impresa assai ardua per coloro i quali non si sentano degni eredi di Gino Bartali. Oppure Beppe Sala pensa davvero che tutti i milanesi abitino a Brera e lavorino in via Montenapoleone?
Emanuele Grassini
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