Milano, monta la protesta degli ambulanti davanti a palazzo Marino: «Per le istituzioni siamo invisibili»

Momenti di tensione hanno caratterizzato la mattinata milanese fino all'intervento delle Forze dell'Ordine. Ma la rabbia non si placa: «Moriamo di Covid o di fame». Proteste anche in altre città italiane

Ambulanti in protesta sotto palazzo Marino

L’Italia è ripartita, o almeno sta provando a ripartire proprio in queste ore. Ma lunedì 18 maggio non resterà negli annali di molte categorie di lavoratori come un giorno festoso e prospero. Le linee guida concordate tra governo e regioni, scongiurato il guazzabuglio prospettato dall’Inail che avrebbe distrutto migliaia di imprese, hanno fatto sì che, seppur tra mille difficoltà, molti italiani abbiano potuto riprendere a lavorare. Per tantissimi i fatturati saranno dimezzati, forse anche peggio, ma il ritorno alla normalità deve necessariamente procedere per fasi graduali. 

Ci sono però alcuni settori, alcuni comparti della nostra economia che sono rimasti invisibili agli occhi del governo; uno di questi è il settore degli ambulanti, esclusi come tanti altri da qualsivoglia aiuto statale e terribilmente penalizzati dalle nuove normative vigenti. È per tale ragione che molti lavoratori ambulanti sono scesi in piazza nella giornata di lunedì 18 maggio in molte città italiane. Tra le manifestazioni più imponenti si registrano quelle di Napoli e di Milano, dove oltre 200 commercianti si sono radunati (rigorosamente muniti di mascherina) sotto la sede del comune, palazzo Marino. Gli ambulanti, avvolti in drappi tricolori e sulle note dell’inno di Mameli, hanno chiesto sostegno e aiuti concreti. Sugli striscioni approntati per l’occasione campeggiavano scritte del tenore di: «Se non muoio di Covid, ci penserà il governo» e «Siamo ambulanti non mendicanti». I manifestanti hanno chiesto al sindaco e alle istituzioni di non essere più «invisibili», triste richiamo al termine utilizzato dal ministro Bellanova in riferimento agli immigrati clandestini di recente regolarizzati per essere impiegati come braccianti agricoli. 

«A Milano sono ripartiti solo pochi mercati e solo con le bancarelle di alimentari, gli altri fanno la fame. Chiediamo che possano ripartire tutti i mercati cittadini con tutte le bancarelle - ha auspicato il presidente di Eurocommercio Nicola Zarella - per noi che siamo all'aria aperta ci sono troppe limitazioni». Gli ambulanti convenuti a Milano hanno inoltre alzato la voce contro la cosiddetta “Covid tax”, le spese che dovranno essere messe in piano per garantire la supervisione dei mercati da parte dei Covid-manager di istituzione governativa. Scene simili a quella meneghina si sono ripetute in molte città italiane; particolarmente imponente è stata la protesta a Napoli, dove gli ambulanti ridotti alla fame hanno tuonato contro il governatore e l’esecutivo. Ai commercianti milanesi insorti non sono nemmeno piaciute le ultime uscite del Primo cittadino Beppe Sala, il quale aveva lasciato trapelare cauta moderazione e flebili speranze riguardo a una celere ripresa delle attività di mercati e bancarelle. La rabbia, dunque, cresce di giorno in giorno e la tenuta sociale, a detta di molti osservatori, è messa sempre più a repentaglio. Urgono risposte concerete e interventi immediati, pena il rischio di lasciar scivolare il paese in uno stato di pericolose tensioni. Già oggi, la protesta di Milano ha richiesto il tempestivo intervento della Polizia per scongiurare degenerazioni pericolose in baruffe e tafferugli.

Iscriviti alla Newsletter settimanale di 7giorni, riceverai  le ultime notizie e il link dell'edizione cartacea in distribuzione direttamente nella tua casella di posta elettronica. Potrai così scaricare gratuitamente il file in formato PDF consultabile su ogni dispositivo