Stadio del Milan, Squeri: «Una grande opportunità. Nell’Accordo di Programma concrete ed efficaci soluzioni alle criticità evidenziate»

Intervista esclusiva a Francesco Squeri sindaco di San Donato Milanese: fra le preoccupazioni legittime degli ambientalisti, la contestazione di alcune forze politiche, e i toni esacerbati di alcuni interlocutori contro chiunque non sia allineato alla posizione "No stadio", scopri quali sono i punti di forza del progetto e le soluzioni percorribili

Il sindaco Francesco Squeri intervistato dal vicedirettore Giulio Carnevale

Il sindaco Francesco Squeri intervistato dal vicedirettore Giulio Carnevale

«L'ultima opportunità per San Donato»

La realizzazione del nuovo stadio del Milan a San Donato Milanese è un progetto che promette di trasformare radicalmente l'area degradata di San Francesco e di portare significativi benefici alla città. Con una capienza prevista di 70 mila posti, il nuovo impianto sportivo sarà uno dei più grandi e moderni d'Europa. Nonostante l'area di San Francesco non rientri nel Parco Agricolo Sud Milano, il progetto ha suscitato numerosi dibattiti e polemiche per le presunte ricadute negative sull’ambiente. La superficie dei parcheggi permeabili che saranno realizzati sulle aree del Parco Agricolo Sud Milano oltre che rispettare la normativa vigente saranno completamente compensate da altre aree cedute al PASM. Inoltre verrà creato un parco fruibile che metterà in collegamento l'area di Chiaravalle con il Parco di Porto di mare, e sarò recuperata completamente la Cascina di San Francesco. L'amministrazione comunale di San Donato Milanese ha dimostrato un notevole impegno nel gestire il progetto dello stadio. Sono stati istituiti gruppi di lavoro e commissioni per valutare ogni aspetto dell'iniziativa, garantendo la massima trasparenza e partecipazione dei cittadini. Una delle responsabilità principali di un'amministrazione pubblica è quella di perseguire l'interesse collettivo e di valutare attentamente qualsiasi iniziativa privata che possa avere un impatto sul territorio. In questo contesto, il progetto dello stadio si inserisce in un'area già destinata a tale tipo di sviluppo, permettendo una coerente integrazione con il tessuto urbano esistente. Il nuovo stadio del Milan promette di portare numerosi vantaggi a San Donato Milanese. Oltre all'incremento dell'occupazione e all'afflusso di turisti, il progetto prevede miglioramenti infrastrutturali e un aumento delle entrate fiscali. La città avrà l'opportunità di consolidarsi come polo sportivo e di intrattenimento di rilevanza internazionale e in una fase dove i trasferimenti statali sono in forte diminuzione anno dopo anno, il Bilancio comunale beneficerebbe di entrate correnti che saranno sempre più necessarie a garantire i servizi e la manutenzione ordinaria di una città, che per la sua particolare conformazione urbana ne ha urgente bisogno. Un'opportunità unica per la città, ma anche una sfida complessa che richiede una gestione attenta e responsabile. L'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Francesco Squeri, è chiamata a bilanciare gli interessi economici, ambientali e sociali per garantire il successo di questa ambiziosa iniziativa. Il progetto del nuovo stadio del Milan non è immune alla strumentalizzazione politica. Diverse forze politiche hanno espresso pareri contrastanti, utilizzando il progetto come terreno di scontro per acquisire consensi o per contrastare l'amministrazione comunale. Fra loro anche le stesse forze politiche che negli anni scorsi hanno approvato la destinazione d’uso di quell’area, speso i soldi degli oneri già incassati, e che nelle precedenti amministrazioni erano pronte a valutare questa operazione. Nel dibattito pubblico, sui social ma anche in presenza, alcuni interlocutori utilizzano un linguaggio violento e aggressivo, critiche feroci ed eccessive, aumentando le tensioni e rendendo il confronto meno costruttivo. È importante che il dialogo si mantenga su toni civili e rispettosi per permettere una discussione serena e produttiva. Per comprendere meglio le sfaccettature di questa iniziativa, abbiamo intervistato il sindaco di San Donato Milanese, Francesco Squeri.
In azzurro l'area San Fancesco in rosso tratteggiato il confine del Parco Agricolo Sud Milano. Da qui si evidenzia come la realizzazione dello Stadio interessa un area al di fuori del confine del PASM, infatti la destinazione d'uso è compatibile.

In azzurro l'area San Fancesco in rosso tratteggiato il confine del Parco Agricolo Sud Milano. Da qui si evidenzia come la realizzazione dello Stadio interessa un area al di fuori del confine del PASM, infatti la destinazione d'uso è compatibile.

Le risorse che avete in Comune comunale vi consentono di affrontare agevolmente questa e tutte le altre questioni della vostra città, o per seguire la questione Stadio avete dovuto procrastinare altro?

Francesco Squeri: «Il tema dello stadio è molto complesso e articolato. Assorbe sicuramente molta attenzione perché il suo sviluppo condizionerà il futuro di San Donato e quindi ogni valutazione richiede molti approfondimenti e analisi. Tuttavia non viene distolta l’attenzione all’ordinaria amministrazione del Comune che non può certo fermarsi di fronte a un progetto di iniziativa privata».

Dal punto di vista politico quanto è impegnativo rispondere a tutti, gestire maggioranza e opposizione e gestire ogni obiezione?

Francesco Squeri: «Sul progetto dello stadio riceviamo molte sollecitazioni sia dall’interno della maggioranza che dalle fila dell’opposizione. Tutto ciò che contribuisce a dare risposte alle criticità del progetto e ciò che viene portato in termini propositivi è stato sempre ben accolto. Non sempre purtroppo osserviamo uno spirito propositivo da parte di chi, pur all’opposizione, riveste ruoli istituzionali. Ne prendiamo semplicemente atto».


Lo sviluppo dell'area San Francesco in un rendering non definitivo

Lo sviluppo dell'area San Francesco in un rendering non definitivo

In ogni sua dichiarazione si è sempre dimostrato comprensivo delle critiche rivolte a lei e alla sua amministrazione per la sua decisione di valutare questa opportunità, secondo lei siamo nei limiti o a volte ha visto travalicare la normale dialettica e confronto?

Francesco Squeri: «Ascolto sempre le critiche e i timori che mi vengono rappresentati sull’ipotesi dello sviluppo dello stadio a San Donato. Spesso coincidono con i miei e, proprio per questo, sarò molto attento affinché all’interno del percorso dell’Accordo di Programma si diano concrete ed efficaci soluzioni a tutte le criticità che abbiamo già evidenziato pubblicamente. In alcune occasioni certamente osservo che si supera il limite del legittimo dissenso e della critica, ma chi governa ha il dovere sempre di rispondere con i contenuti».

C’è una speculazione politica in atto sulla vicenda o sono preoccupazioni legittime?

Francesco Squeri: «Le preoccupazioni sono legittime, comprensibili e spesso condivise. È giusto che avvengano nella normale dialettica politica. É evidente però che ci sia anche della speculazione politica da parte di chi oggi spera di cavalcare un dissenso per un progetto su cui, quando governava, si dichiarava disponibile a valutarlo».


Le areee nel Parco Agricolo Sud Milano

Le areee nel Parco Agricolo Sud Milano Per l'uso di questa superficie, il Milan dovrà acquisire delle aree fuori dal PASM da inserire nei confini del Parco Agricolo Sud Milano. La società rossonera si sta muovendo in tal senso; le trattative sono già a buon punto e presto verranno concluse. In questo modo, la compensazione 1:1 potrà soddisfare le norme vigenti e non sarà sottratta alcuna superficie al PASM. Anzi, l'area parcheggi, nonostante compensata, dovrà essere realizzata permeabile e piantumata.

Come cambierebbe la sua città nel caso il progetto andasse in porto? Quali sono le sue aspettative?

Francesco Squeri: «Con lo stadio si svilupperebbe un progetto che porterebbe un enorme prestigio e una forte centralità non solo per San Donato, ma per tutto il Sud Milano. Questo, dal punto di vista della attrattività del territorio, rappresenta già un enorme vantaggio. Inoltre si svilupperà un sistema del Trasporto Pubblico più efficiente e funzionale, soprattutto per quanto riguarda la linea suburbana ferroviaria, avvicinando tutti i territori lungo l’asse della via Emilia dal Lodigiano a Milano portando a una forte diminuzione del traffico di attraversamento. I servizi per i cittadini e la manutenzione della città saranno incrementati grazie alle risorse correnti che entreranno ogni anno nelle casse del Comune. Infine, per fermarmi solo ai primi aspetti più rilevanti, si genererà un indotto di cui beneficeranno in tanti, sia per le opportunità di lavoro che per le attività che potranno svilupparsi. Non è affatto da trascurare, inoltre, che un sistema come quello ipotizzato ad altissima efficienza energetica e produzione di energia elettrica rinnovabile, possa contribuire, come Comunità Energetica Rinnovabile, ai bisogni energetici del territorio con positive ricadute economiche e ambientali».

I parcheggi previsti nel progetto originario prevedono la realizzazione di circa 50.000 mq di parcheggi (a raso, filtranti e con alberature) nell'area del Parco Agricolo Sud Milano, come risponde alle critiche?

Francesco Squeri: «I parcheggi del progetto ipotizzati sulle aree del PASM sono compatibili con le regole e le Norme Tecniche del PASM stesso che prevede, negli ambiti di cintura urbana del Parco Agricolo, la possibilità di realizzare interventi quali attrezzature sociali e ricreative, impianti sportivi e funzioni di interesse generale. I parcheggi verrebbero realizzati con le caratteristiche di permeabilità previste e imposte dal PASM. Inoltre ogni mq di parcheggio, sempre per le regole del PASM, dovrà essere compensato con una stessa superficie da destinare a verde ed eventuali opere di mitigazione ambientale».


rendering non definitivo dell'intervento

rendering non definitivo dell'intervento

Quali sono le opere di miglioramento delle infrastrutture e dei collegamenti viari?

Francesco Squeri: «Il progetto prevede la realizzazione di un sistema di infrastrutture per garantire l'accesso all'area. A nord è prevista la realizzazione di un ponte a scavalco sulla ferrovia con due corsie per senso di marcia. Saranno realizzati, inoltre, due ponti ciclopedonali di collegamento est-ovest tra la citta l’area dello stadio, il Parco Agricolo e Chiaravalle. Si interverrà ulteriormente sulla viabilità attraverso un nuovo svincolo dell’autostrada sul lato sud ovest e con interventi tra il rondò di San Martino e il nuovo ponte e nella zona a sud dell’area San Francesco. La Cascina San Francesco verrà riqualificata prevedendo una funzione anche pubblica».

La Priorità è il trasporto pubblico per raggiungere l’area?

Francesco Squeri: «L'Amministrazione ritiene che per rendere percorribile il progetto debbano essere attivati interventi che garantiscano il raggiungimento dell'area prevalentemente con il Trasporto Pubblico. Da questo punto di vista, un forte investimento sulla stazione risulterebbe un intervento che potrebbe garantire questo risultato. Su questo si sta già lavorando con gli Enti preposti, compreso Ferrovie. Tale intervento porterà enormi vantaggi non solo i giorni delle competizioni, ma tutti i giorni per i pendolari che potranno avere un servizio più efficiente e funzionale cosa che attualmente non è. Dalle interlocuzioni con Ferrovie si prospetta il raddoppio della ferrovia, la realizzazione di banchine più ampie e nuovi binari per la sosta dei treni che consentano di passare dagli attuali 6.000 viaggiatori/ora a 20.000 potenziali viaggiatori/ora. Credo che queste cifre siano la risposta più concreta a chi afferma, guardando la struttura della fermata della ferrovia di oggi, che non ci sono le condizioni per far arrivare gli spettatori in treno allo stadio».

Cosa si sente di dire ai suoi cittadini sul lavoro che lei, la sua giunta, la sua maggioranza, e tutti gli Uffici comunali stanno svolgendo per valutare la fattibilità del progetto?

Francesco Squeri: «Siamo impegnati in un importante lavoro per un intervento che cambierà il futuro della città. Credo e crediamo fortemente che questo progetto rappresenti una grande opportunità per la città e per tutto il territorio del Sud Milano, ma deve essere portato avanti con molta attenzione. Consapevoli di ciò, stiamo mettendo in campo tutte le competenze necessarie, anche attraverso specifiche consulenze, per garantire, soprattutto in tema ambientale e viabilistico,che per le criticità già evidenziate vengano formulate risposte efficaci e che lo sviluppo del progetto evidenzi una forte connotazione di interesse pubblico. Ricordo, infatti, che la proposta dello stadio è progetto di iniziativa privata su un’area privata sulla quale è già stato approvato un piano per la realizzazione di un’arena sportiva».

Dalla Metanopoli alla Città Modello: una storia di sviluppo urbanistico e sociale

L'Eni, sin dalla sua fondazione, ha lasciato un'impronta indelebile su San Donato Milanese, delineandone i tratti urbanistici e sociali in modo significativo. La parte urbanistica ha iniziato a svilupparsi nel 1956 con la costruzione del primo palazzo Eni, la torre sulla via Emilia. Questo è stato solo l'inizio di un progetto ambizioso che ha visto l'espansione della città attraverso la costruzione delle case dei dipendenti, uffici, il cimitero e la Chiesa di Santa Barbara. Tutto ciò all'interno di quella che è stata rinominata nel tempo Metanopoli. Grazie a questa crescita sostenuta, nel 1976 San Donato ha ottenuto il riconoscimento di città, con quasi 30.000 abitanti. Carlo Squeri padre dell’attuale sindaco Francesco Squeri amministrò la città dal 1970 al 1975 e ha vissuto l'epoca d'oro dell'Eni. Le strutture costruite dall'Eni non si sono limitate a uffici e residenze, ma hanno incluso anche numerosi impianti sportivi e centri di servizi, creando un ambiente familiare e coeso. Dagli ambulatori ai centri sportivi, l'azienda fondata da Enrico Mattei, ha di fatto sostituito il comune nella gestione di queste infrastrutture. In sostanza, il comune di San Donato non ha mai speso una lira per il centro sportivo del paese, perché c'era quello dell'Eni. L'Eni ha avuto un'influenza enorme sul comune di San Donato. Questo modello di sviluppo urbano e sociale ha reso San Donato un esempio internazionale di urbanistica, con una vasta dotazione di verde pubblico e impianti sportivi all'avanguardia.
Render della planimetria dell’intervento del Sesto palazzo (credits, Nemesi)

Render della planimetria dell’intervento del Sesto palazzo (credits, Nemesi) Pietro mezzi su InfoBuilderEnergia lo definisce: Un complesso iconico, flessibile, tecnologico e sostenibile. Nei 65mila metri quadrati di superficie lorda, saranno accolte 4.600 postazioni di lavoro modulabili e flessibili, pronte per affrontare le sfide del futuro del lavoro, oltre a un insieme di spazi comuni e servizi ospitati nel dinamico basamento scolpito e arricchito da colline artificiali, affacciante sulla piazza centrale.

La “seconda opportunità” opportunità per San Donato Milanese con lo stadio del Milan

Negli ultimi vent'anni, San Donato Milanese ha faticato a mantenere in attività tutte quelle strutture sportive, scolastiche e sociali che avevano fatto della città un polo di eccellenza. Tuttavia, la realizzazione del nuovo stadio del Milan rappresenta una seconda possibilità per San Donato di ritornare ad essere un modello. Questo progetto non solo promette di riqualificare l'area urbanisticamente, ma anche di rivitalizzare la comunità locale. Un'opportunità per ripristinare e valorizzare quelle strutture sportive che hanno reso San Donato un modello in passato. Come negli anni d'oro dell'Eni, l'obiettivo è quello di creare un ambiente urbano integrato e funzionale, capace di rispondere alle esigenze della comunità e di attrarre l'attenzione nazionale ed internazionale. San Donato Milanese ha l'opportunità di rivivere una nuova stagione di sviluppo e prestigio. La realizzazione dello stadio del Milan, insieme alla recente realizzazione del nuvo edificio del'ENI, può rappresentare il volano per un rilancio urbanistico e sociale, riportando la città ai fasti del passato e consolidandone il ruolo di modello di eccellenza.

Alla fine dell'intervista, ad una nostra sollecitazione, il sindaco Francesco Squeri escalama: «Questa non è una seconda opportunità per San Donato Milanese, ma è l'ultima».

Giulio Carnevale