Piazza Malan saluta l’apertura del nuovo Policlinico cittadino

È finalmente pronto il nuovo fiore all’occhiello sandonatese, ancora più grande, più luminoso, più ospitale. Stiamo parlando del nuovo Policlinico, ad oggi conosciuto come uno dei principali istituti di cura non solo italiana ma mondiale. Sorge su piazza Malan la nuova ala ospedaliera, che tra l’altro porta lo stesso nome, in onore di Edmondo Malan, medico che per primo nel lontano 1969 eseguì un trapianto di rene in Italia, nonché altresì il fondatore della chirurgia cardiovascolare italiana. Il nuovo ingresso sarà quindi spostato, risolvendo uno dei tanti annosi problemi consistenti nel traffico generato dall’attuale ingresso di via Morandi, soprattutto nell’orario di ricevimento delle visite.
Ma di novità ne ha tante il nuovo polo medico, che conta una superficie di 22.533 mq, di cui 1600 destinati al poliambulatorio e 500 dedicati al Pronto Soccorso, nonché la presenza di altre 5 sale operatorie, 21 ascensori spaziosi e veloci ed 1 progettato per il trasporto delle sole provette, 35 ambulatori disposti su 4 piani, 3 stanze per i prelievi, 26 per la foresteria, 3 per l’attesa e con 560 posti auto e un piazzale destinato all’atterraggio dell’elisoccorso, per i casi più critici e urgenti.
Al suo quarantesimo compleanno, la struttura ospedaliera sandonatese si rigenera con l’erogazione di nuovi servizi e l’offerta di spazi e maggior qualità.
Il reparto di terapia intensiva, posto al secondo piano insieme al reparto cardiovascolare, può godere poi di ben 28 letti. Quello che più sorprende del nuovo Policlinico sono anche i colori utilizzati nelle aree riservate agli ambulatori: il giallo, il verde e l’azzurro rendono il posto, non di festa, sicuramente più “leggero”.
E a colpire in modo particolare è un affresco pieno di luce e colore posto all’ingresso: si chiama “L’albero della vita”, nato dalla mano dell’artista Mike Ciafaloni, fondatore del movimento artistico Art-Co.  Un invito a guardare le cose e considerarle da tutti i punti di vista. Come, per esempio, considerare l’ospedale non solo un luogo di dolore e sofferenza, ma anche un luogo in cui la vita può continuare o nascere.

Stefania Pellegrini