Peschiera, il Consultorio cattolico si mostra alla città, ma le polemiche sulla confessionalità e sui soldi pubblici spesi non sono ancora finite

Le promotrici della raccolta firme “Un consultorio laico a Peschiera Borromeo”, non si danno per vinte e al silenzio dell’amministrazione comunale oppongono resilienza

La locandina diffusa che annunciava l'inziativa di oggi 26 settembre 2020

La locandina diffusa che annunciava l'inziativa di oggi 26 settembre 2020

Nel giorno che il Consultorio Fondazione Centro per la Famiglia Cardinal Carlo Maria Martini Onlus apre le sue porte a chi vuole visitare gli spazi di via 2 Giugno, e conoscere  i servizi alla cittadinanza, il Comitato per un consultorio laico a Peschiera Borromeo promotore della petizione  omonima, lancia il suo j’accuse all’amministrazione comunale con un aggiornamento ai sottoscrittori della petizione: «A questo punto – recita la comunicazione - è necessario rendere noto che né la sindaca né l'assessore Parisotto hanno risposto in alcun modo all'invio della petizione per un consultorio laico. A fine luglio abbiamo avuto un incontro con la direzione del consultorio durante il quale abbiamo avuto conferma che come sospettavamo non verranno erogati servizi come il certificato per l'interruzione di gravidanza e quello per la pillola del giorno dopo per le minorenni, anche se ci hanno assicurato che le motivazioni non sono di natura ideologica resta il fatto che questi servizi continueranno a mancare nel nostro comune. Ovviamente anche l'aborto farmacologico non verrà praticato dal consultorio. Essendo nel 2020 ci hanno assicurato che nessuno verrà discriminato per il suo orientamento sessuale o di genere, nel senso che i pazienti non verranno cacciati in malo modo, ma non abbiamo avuto risposte chiare su come vengano trattati questi temi dando la sensazione che siano semplicemente ignorati o  nel caso di terapie specifiche, che i pazienti vengano reindirizzati presso altre strutture. Siamo consapevoli comunque che, per arrivare all'obiettivo dell'integrazione dei servizi, occorra avere un'amministrazione che abbia chiaro come muoversi e certamente questa non sarà una priorità per questa giunta a fine mandato. Noi non ci daremo per vinti – concludono le promotrici della petizione - e continueremo a incalzare per raggiungere l'obiettivo anche con chi verrà eletto al prossimo mandato». I regolamenti comunali imporrebbero che le petizioni popolari siano discusse in Consiglio comunale (questa amministrazione fino ad ora non l’ha mai fatto con precedenti raccolte firme). Nel caso invece che non sia dato seguito alla petizione, in ottemperanza alle norme, qualsiasi Consigliere comunale può farla propria e proporla nelle Commissioni consiliari appropriate, trasformando il testo della petizione, in Mozione e sottoponendola al Consiglio comunale. Staremo a vedere se queste rivendicazioni avranno seguito nel parlamentino cittadino. Per ora  quello che è certo che ancora una volta questa amministrazione comunale non risponde alle sollecitazioni della società civile, chiusa a riccio nel palazzo, evidentemente non ne sente la necessità.
Giulio Carnevale

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