San Donato, Bellaspiga: «Consiglio a Barone lo studio della storia. Dedicare un omaggio a una vittima non vuol mai dire calpestarne un'altra»

Lucia Bellaspiga, l’autorevole giornalista di Avvenire interviene sulle dichiarazioni rilasciate in Consiglio comunale dal rappresentante di San Donato Lab, per giustificare il voto contrario all’intitolazione di una via ai Martiri delle Foibe: «Il suo gesto è molto vigliacco, perché rifiuta di riconoscere Il martirio di una popolazione civile, inerme e innocente»

Piero Tarticchio e Lucia Bellaspiga alla commemorazione del 10 febbraio in Largo Martiri delle Foibe a Milano

Piero Tarticchio e Lucia Bellaspiga alla commemorazione del 10 febbraio in Largo Martiri delle Foibe a Milano Lo scrittore istriano che ha avuto 7 famigliari infoibati e la giornalista del quotidiano Avvenire

San Donato Milanese, 31 luglio 2020 -  Le dichiarazioni del Consigliere comunale Carlo Barone: «intitolare una via alle vittime della tragedia delle foibe, ha come obiettivo politico la riabilitazione del fascismo»,  hanno fatto molto scalpore, e il tam tam nei gruppi social degli esuli giuliano dalmati ha fatto si che l'articolo col video a corredo di 7giorni arrivasse sulla scrivania di Lucia Bellaspiga una delle autorità indiscusse a livello nazionale, nel campo della tragedia del confine orientale italiano alla fine della seconda guerra mondiale. Lucia Bellaspiga , milanese, è scrittrice e giornalista del quotidiano Avvenire dal 2001 (si occupa principalmente degli Interni e del settore ‘Dossier’ dedicato a servizi ed inchieste ad ampio raggio). Le motivazioni sul voto contrario addotte dall’esponente della lista civica San Donato Lab, evidentemente hanno offeso i parenti delle vittime delle Foibe e tutti quelli che hanno dovuto scappare dalla loro terra natia per non essere barbaramente uccisi. La tragedia dell’Italianità come scrive Anna Bencovich nel suo libro Adriatico in fiamme , non dovrebbe più suscitare simili prese di posizione. Così in un post social l’affermata giornalista ha commentato senza mezzi termini il suo pensiero sull’argomento rivolgendo anche un appello a Carlo Baroni che riportiamo integralmente di seguito:
 «Consiglio al consigliere Carlo Barone di fare un ampio studio della storia delle nostre regioni adriatiche e degli avvenimenti storici che vi si succedettero se non negli ultimi secoli (che pretenderei troppo), almeno dall'impero austro-ungarico in poi. Capisco che non sappia assolutamente nulla e quindi ci vorrebbero molti mesi e tanta pazienza. Allora in alternativa gli consiglio due scorciatoie ma molto importanti, che gli potrebbero chiarire le idee e aprire il cuore: prima di tutto farsi umile e andare ad ascoltare la testimonianza dei sopravvissuti, che ancora ci sono. Secondo, continuare a farsi umile e andarsi a rileggere il lungo intervento del Presidente Mattarella pronunciato il 10 febbraio 2019 nel Giorno del Ricordo! Magari pure con un ripasso del discorso pronunciato il 10 febbraio del 2007 dall'ex comunista Presidente Giorgio Napolitano. Due grandi interventi! Forse capirebbe che il suo gesto è molto vigliacco, perché rifiuta di riconoscere Il martirio di una popolazione civile, inerme e innocente, con l'assurdo alibi di vederci una "provocazione" nei confronti della Segre. Qui c'è chiaramente un complesso di persecuzione o qualcosa del genere, perché dedicare un omaggio a una vittima non vuol mai dire calpestarne un'altra. Le vittime sono vittime, tutte, e il consigliere Baroni se nel 2020 ancora non ha capito questo concetto basilare vuol dire che non ha ancora saputo maturare una coscienza civile e pacifica a decenni dagli eccidi del '900! È gravissimo. Faccio notare inoltre che la polemica è pretestuosa e stantia: già un anno fa la stessa Senatrice Segre ha fatto sapere di non voler essere usata per queste contrapposizioni, mentre dalla parte degli esuli istriani la famosa testimone sopravvissuta agli eccidi di Tito Egea Haffner a sua volta ha rifiutato alcune cittadinanze onorarie proprio perché disturbata come la signora Segre da queste sciocche polemiche. Consigliere Baroni, studi studi studi! Anche in un piccolo comune lombardo come nella più grande capitale, la politica è una cosa seria e di grande responsabilità! Per fortuna noto almeno un certo imbarazzo nella sua voce, come se in fondo un po' si vergognasse di quello che dice. Firmato Lucia Bellaspiga, inviata di Avvenire, che da 30 anni raccoglie le testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime!»

Lucia Bellaspiga con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Lucia Bellaspiga con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella