Storia locale. Carlo Mazzola, considerato “sovversivo” dai nazifascisti, incarcerato ad ottobre del '44 riesce a fuggire alla deportazione

Quello che poi divenne sindaco di Peschiera Borromeo per circa vent’anni fu un partigiano attivo che svolgeva lavoro politico e militare nella zona di Melegnano e Paullo

Via Carlo Mazzola a Peschiera Borromeo e a destra una foto d'epoca

Via Carlo Mazzola a Peschiera Borromeo e a destra una foto d'epoca

Anche uno storico cittadino di Peschiera Borromeo ha rischiato di essere deportato in Germania, stiamo parlando di Carlo Mazzola sindaco dal 1946 al 1966. Di seguito una breve biografia (fonte: Claudio De Biaggi) che attraverso la storia personale ci guida nella storia italiana sino alla fine della Seconda guerra mondiale.
“Carlo Mazzola nasce nel 1906 a Dresano (Mi), il padre è capomastro e ciò gli consente di proseguire gli studi fino alla classe terza commerciale. A 15 anni, nel 1921, aderisce alla Federazione Giovanile del Partito Socialista Italiano. L’anno seguente inizia a scrivere articoli su “La Difesa”, il settimanale della Federazione milanese dei Lavoratori Agricoli, come corrispondente dal comune natio. Nel 1924 passa al Partito Comunista d’Italia. Diventa ben presto organizzatore dei comunisti nella zona, svolgendo attività antifascista. Oltre agli impegni politici, trova il tempo per scrivere un libro sul “Patto colonico del 1925”, che viene sequestrato e distrutto dai fascisti. Per la sua attività viene perseguitato e arrestato. Processato dal Tribunale Speciale Fascista è condannato a due anni di detenzione. Nella documentazione processuale si può leggere: una informazione riservata che segnala ai carabinieri milanesi la presenza di stampa sovversiva in casa degli imputati, che vengono arrestati nell’agosto 1927 (Sentenza N. 73 del 30 luglio 1928 - Presidente Ciacci e Relatore Buccafurri). Questa la motivazione contenuta nella condanna: “Ricostituzione del Partito Comunista d’Italia, cospirazione, propaganda sovversiva, per gli imputati: Mazzola Carlo, nato a Dresano (Mi) il 3-1-1906 – impiegato, condannato a 2 anni; Costa Luigi, nato a Colturano (Mi) il 22-5-1889 – cameriere, condannato a 2 anni; Fugazza Pasquale nato a S. Damiano (Pv) il 2-4-1893 – rappresentante, latitante”. Dopo il carcere di San Vittore, viene trasferito a quello di Civitavecchia e poi a Chieti. Al termine della detenzione sconta altri tre anni di vigilanza speciale. Subisce in seguito numerosi fermi e arresti. Segnalato come sovversivo pericoloso, è costretto ad abbandonare casa e lavoro. Decide allora di avvicinarsi a Milano trovando, lavoro come aiutante presso una cartoleria in città, e un’abitazione a Peschiera Borromeo, nella frazione Palazzetto. Nel periodo della Resistenza aderisce alle prime formazioni partigiane, svolgendo lavoro politico e militare nella zona di Melegnano e Paullo. Ai primi di ottobre del 1944, nel corso dei rastrellamenti compiuti dai nazifascisti nel milanese, vengono catturati Carlo Mazzola a Peschiera Borromeo e Nino Agosti a Paullo. A seguito dell’arresto Mazzola viene nuovamente incarcerato. Destinato alla deportazione in Germania, riesce a fuggire e a riprendere il suo posto di combattente, raggiungendo le formazioni partigiane nelle montagne sopra Lecco. Durante e dopo le giornate insurrezionali dell'aprile 1945, si costituisce a Peschiera Borromeo il Comitato di Liberazione Nazionale, che assicura la continuità dell'amministrazione. È composto da Rina Morandi, operaia (Gruppo Difesa Donne), Carlo Mazzola, impiegato (PCI), Virgilio Cogrossi, tornitore (PSI), Ernesto Benzi, contadino (DC), Bortolo Piatti, contadino (Rappresentante di massa), Emilio Stella, operaio (Rappresentante Patrioti), Guido Baratella, facchino (Fronte della Gioventù). È la prima forma rappresentativa di governo del territorio, ma la Liberazione porta con sé altri principi e altre forme di democrazia. La costituzione della prima Giunta Comunale del dopoguerra avviene il 1 maggio 1945, e Carlo Mazzola viene eletto sindaco del Comune di Peschiera Borromeo, carica che salvo brevi avvicendamenti, mantiene per quattro legislature, restando alla guida del Comune complessivamente per circa vent’anni.”
È dal senso della Storia che dobbiamo imparare, e imparare da essa significa capire e avere conoscenza delle situazioni e degli atti. Una conoscenza che dovrebbe aiutarci a migliorare capendo dagli errori in modo che non sia possibile ripetere atti criminosi, ripugnanti che hanno caratterizzato il nostro passato. Questa considerazione però si scontra con il fatto che nella cosiddetta società ci sono gli individui che per loro natura non sono perfetti e probabilmente neanche perfettibili. Ma la conoscenza della storia può aiutare ad arginare derive populiste e pericolose.
Moreno Mazzola