La Lepre comune

Vive dalla pianura sino alle Alpi a 2000 metri. Frequenta diverse tipologie di ambienti, dai coltivi ai boschi radi, dai prati agli incolti

Era il mese di aprile di 2 anni fa, mi trovavo nell'area naturalistica del Carengione a Peschiera Borromeo per fotografare fioriture primaverili, quando udii, nel silenzio, dei rumori provenire da un vicino campo  di frumento. Guardai con circospezione e, con mia grande sorpresa, vidi un gruppetto di lepri che si rincorrevano. Dapprima pensai che stessero giocando, mi nascosi dietro un albero per osservare meglio il loro comportamento e scattai alcune foto. L’andatura  non dimostrava che stessero scappando da qualcuno o qualcosa, ma semplicemente erano 3 maschi che inseguivano una femmina con il chiaro intento di  conquistarla  e sedurla a scopo riproduttivo. L’inseguimento durò circa mezz'ora, in  lungo e in largo per tutto il campo, senza esito per i poveri maschi che alla fine, stremati dalla fatica, hanno rinunciato alla copula. Mi  era già capitato di incontrare delle lepri al Carengione, però in periodo invernale. Dopo un’abbondante nevicata ebbi anche l’occasione di fotografare le impronte  delle zampe sulla neve che sono molto caratteristiche perché a forma di Y, dove i piedi posteriori sono posti in alto, lateralmente, mentre i piedi anteriori sono uno dietro l’altro, in basso in posizione centrale. La Lepre comune appartiene all'ordine Lagomorpha, famiglia Leporidae, mammiferi di piccola e media taglia caratterizzati dal notevole sviluppo dei denti incisivi a crescita continua. Il nome scientifico è: Lepus europaeus.
Ha una lunghezza  compresa  tra 60 e 70 cm. , la coda è lunga fino a 10 cm. e il peso oscilla da 3 a 5 Kg. Presenta un colore fulvo-grigiastro nelle parti superiori e biancastro in quelle ventrali; la coda è nera nella parte superiore; le orecchie sono molto lunghe (14 cm). Gli arti posteriori, nettamente più lunghi degli  anteriori, le conferiscono  una struttura particolarmente adatta  alla corsa e al salto: può  infatti compiere repentini cambi di direzione, campionessa di salto in lungo, con balzi lunghi fino a  3 metri e salti  anche di 1,5 m. di altezza, oltre a raggiungere la velocità di 60-70 Km. orari. Può vivere  mediamente fino a 8- 10  anni. Vive  dalla pianura sino alle Alpi a 2000 metri. Frequenta diverse tipologie di ambienti, dai coltivi ai boschi radi, dai prati agli incolti. È un animale solitario; piccoli gruppi si formano soltanto durante i corteggiamenti.  Si muove particolarmente nelle ore crepuscolari e notturne, ma  può essere avvistata anche di giorno nei  luoghi  solitari. Si nutre principalmente di trifoglio, graminacee e  altre erbe, ma gradisce anche le cime dei giovani cereali, le radici e i prodotti dell’orto ( carote, cavoli..). In inverno, quando il terreno è coperto di neve, si nutre anche di frutti caduti, semi e cortecce di alberi. La lepre, così come il coniglio selvatico, ha una doppia digestione, cioè un duplice passaggio degli alimenti attraverso il tubo digerente, fenomeno che viene chiamato cieco-trofismo e che le consente  di assimilare al meglio i principi nutritivi del cibo. Dopo una prima rapida digestione emette delle palline fecali umide prodotte nel cieco e contenenti importanti vitamine del gruppo B. Queste palline vengono subito inghiottite di nuovo, così da permetterle l’assorbimento delle importanti  vitamine che contengono. Solo più tardi vengono rilasciate le feci ordinarie, secche e sferoidali. È una specie molto prolifica e nelle annate favorevoli  la femmina può avere fino a 4 nidiate l’anno; ognuna  composta da due a quattro piccoli. A differenza dei conigli, i leprotti nascono  con gli occhi aperti e ricoperti di pelo, nonché inodori per non essere individuati dai predatori ed, inoltre, dopo 4-5 giorni, sempre per ragioni di sicurezza, sono abbandonati dalla madre, che ritorna ad allattarli solo una volta al giorno fino allo svezzamento. Negli ultimi cinquant'anni  si è verificata una graduale diminuzione delle popolazioni di Lepre comune. È dipeso dalla modificazione  degli ambienti adatti, dall'aumento di predatori quali volpi e cani randagi e da ultimo anche dalla elevata pressione venatoria. Nonostante ciò la Lepre comune  è considerata in generale una specie a basso rischio di estinzione.

Walter Ferrari