Acquantalgica®: un corso base di formazione presso la piscina comunale di Melegnano |Gallery|
Tre giorni di formazione per gli studenti di Scienze Motorie, con una collaborazione tra lo Studio Hydro-Kinésis del dottor Andrea Altomare e l’Università "Cattolica del Sacro Cuore"
Nei giorni 28 e 30 giugno e 1 luglio 2018 si terrà il corso base di “Teoria, tecnica e didattica dell’Acquantalgica® per le rachialgie e le algie vertebrali” proposto dal dottor Andrea Altomare per conto della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università “Cattolica del Sacro Cuore” di Milano. Per la prima volta la parte pratica del corso avrà luogo presso la piscina comunale di Melegnano in piazza “F. Bianchi” nel pomeriggio di sabato 30 giugno 2018 e per tutta la giornata di domenica 1 luglio 2018.
Il corso, che dal 2008 il dottor Altomare porta avanti in convenzione con l’università, consta di circa 25 ore di formazione ed è riconosciuto con 3 crediti formativi agli studenti. Vengono inoltre rilasciati un attestato di partecipazione da parte dello Studio Hydro-Kinésis – di cui il dottor Altomare è fondatore e presidente – e una dispensa che riporta sia la parte teorica che quella pratica delle lezioni. Il corso sarà suddiviso in circa 12 ore e mezza di teoria proposte presso le sale dell’università e il centro sportivo “Rino Fenaroli” di Milano e le restati ore di pratica presso la piscina comunale di Melegnano. Da quest’anno, inoltre, è aperto anche agli studenti di Scienze Motorie provenienti da altre università.
Dottor Altomare, qual è la sua qualifica?
«Sono dottore in Scienze Motorie, chinesiologo qualificato UNC (Unione nazionale chinesiologi), mi occupo di idro-chinesi da trent’anni, sono ideatore e creatore del metodo Acquantalgica® (ginnastica antalgica in acqua e nuoto antalgico per le rachialgie), formatore unico e docente di questa metodologia su tutto il territorio nazionale».
Può spiegarci meglio cosa si intende per Acquantalgica®?
«L’Acquantalgica® è una metodologia motoria globale che mira a rieducare la funzionalità motoria del rachide (cioè della colonna vertebrale e dei suoi annessi, come legamenti, nervi, muscoli, dischi intervertebrali, ecc.) in caso di dolori vertebrali derivanti da posture scorrette, sovraccarichi, traumi, esiti di interventi chirurgici ecc. Intende inoltre educare a utilizzare l'acqua nella giusta modalità per mantenere un buon livello di funzionalità motoria del rachide con una forte valenza anche preventiva. Tale metodologia è proponibile a qualsiasi persona che sappia stare o non stare in acqua. Nasce dalla mia personale formazione culturale nonché dalla notevole esperienza pratica, costante e continua in piscine e vasche di vario ordine e grado: educative e sportive (pubbliche e private) riabilitative e rieducative motorie (cliniche e di carattere ospedaliero)».
Qual è lo scopo di questo corso?
«Il corso principalmente vuole essere una formazione base che permette ai laureandi e ai laureati in Scienze Motorie di comprendere meglio le basi che determinano un’attività antalgica (cioè connessa al movimento e alla postura) in acqua dove possono essere presi in considerazione gli aspetti fondamentali e basilari per la costruzione di un percorso antalgico sia da un punto di vista di ginnastica vertebrale sia da un punto di vista di nuoto antalgico in qualsiasi piscina; ciò in quanto le piscine hanno comunque temperature e altezze diverse dell’acqua e strutture diverse, per cui l’aspetto fondamentale che deve comunque fuoriuscire dal corso di formazione è la capacità di utilizzare l’acqua all’interno di ogni piscina per poter dare il miglior trattamento terapeutico alla persona che ne necessita. Per cui l’intento è quello di trasmettere i fondamentali con possibilità di ragionamento per poter effettivamente adattare l’acqua in base ai dolori vertebrali di cui soffre prettamente la persona. È un corso che tende anche a educare il soggetto, ad autoeducarlo e a creargli un’autonomia acquatica per potergli permettere di poter continuare un percorso anche in modo indipendente e far diventare l’attività antalgica, sviluppata ed acquisita, un’attività di mantenimento e di miglioramento con l’andare del tempo e col passare degli anni».
Qual è il numero di studenti previsto per le classi di questi corsi?
«Si va da un minimo di 15 fino a un massimo di 25 studenti. Il numero minimo è dettato dall’aspetto organizzativo e dalle spese universitarie che vengono affrontate, il numero massimo di 25 è in rapporto alla non possibilità di poter gestire un maggior numero di studenti anche perché lo svolgimento della parte pratica prevede comunque un’organizzazione più dinamica e una difficoltà a gestire e controllare l’esecuzione motoria di 25 persone nell’ambito dell’assistenza e delle correzioni da mettere in atto, ma anche delle spiegazioni perché l’ambiente della piscina è enorme per cui dal punto di vista teorico è molto più difficile da gestire non essendo in un ambiente come può essere un’aula universitaria. La parte teorica si potrebbe anche potenzialmente proporre a un numero maggiore di studenti (cinquanta o settanta, per esempio) basta che la sala lo permetta, ma per la parte pratica in piscina la cosa è molto diversa quindi occorre un numero massimale per una corretta e proficua gestione».