Nella cava per la Teem, un habitat ideale per il Cigno Nero |Gallery|
Lo specchio d’acqua di Vizzolo Predabissi è diventato un punto di riferimento per numerosi uccelli come folaghe, gallinelle, cormorani e altri

27 aprile 2017

Nel mese di novembre 2016 il mio amico Paolo Zucchelli mi chiama al telefono e mi informa che in una cava nelle vicinanze di Vizzolo Predabissi ha notato la presenza di svariate specie di uccelli; incuriosito gli chiedo di accompagnarmi per poterli eventualmente fotografare. Giunti sul posto, effettivamente, nel laghetto formato da una ex cava di ghiaia utilizzata recentemente per la realizzazione della TEEM, ho potuto ammirare germani, folaghe, gallinelle, cormorani e altri anatidi. La sorpresa più bella è stata però la presenza di 5 cigni neri: eccezionale e alquanto insolita dalle nostre parti; motivo per cui ho pensato di informare l’amico giornalista Maurizio Zanoni che ha poi scritto un articolo sul Cittadino di Lodi. La notizia, ma soprattutto le foto di questi splendidi esemplari, si è sparsa e in breve tempo ne hanno parlato diversi giornali e anche Rai 3 Lombardia che ha intervistato il sottoscritto e Luisa Salvatori, Assessore all’ Ambiente di Vizzolo Predabissi, comune nel quale è situata la ex cava che ora viene considerata a ragione un’oasi naturalistica.
Avevo già avuto occasione di vedere qualche cigno nero negli anni scorsi: nel 2011 nell’oasi di Pantigliate ne vidi due, due esemplari (con 5 piccoli) nel 2012 nel laghetto di Milano 2; uno nel 2015 al Parco Ittico di Villa Pompeiana. Infine nei giorni scorsi ho potuto fotografarne uno al Parco delle Cave di Milano.
Mai però mi era capitato di vedere 5 adulti in un colpo solo!
Il Cigno nero (Cygnus atratus della famiglia Anatidae) è un uccello acquatico originario dell’Australia e vi nidifica in consistenti colonie. Vive nei pressi dei grandi laghi in acque poco profonde e nelle paludi d’acqua dolce e salmastra. Per la sua eleganza è stato introdotto a scopo ornamentale in parchi, laghetti e corsi d’acqua d’Europa. In Italia è occasionale, discendente di esemplari importati che sono fuggiti alla cattività o ne sono stati liberati.
E’ chiamato Cigno nero proprio per la colorazione del suo piumaggio, tuttavia è completamente tale solo all’apparenza, essendo bianche le piume remiganti, osservabili al dispiegamento delle ali, durante il volo; il becco rosso brillante è attraversato da una linea bianca.
E’ un uccello imponente, mediamente lungo fino a 140 cm. e con un’apertura alare tra i 160 e i 180 cm. , mediamente più piccolo ma con il collo più lungo rispetto al cigno bianco o reale.
Il Cigno nero, come gli altri cigni, è erbivoro, nutrendosi principalmente di vegetali che preleva sia nei fondali tramite l’immersione del lungo collo, sia sulla superficie dell’acqua, sia da rami sporgenti, ed accidentalmente onnivoro (ingerimento di minuscole forme animali frammiste alle erbe acquatiche).
Tra febbraio e settembre depone 4-6 uova incubate da entrambi i genitori in media 36-38 giorni.
I Cigni sono animali selvatici in grado di vivere autonomamente rispetto all’uomo.
In contrasto con la sua natura di animale selvatico, anche il Cigno nero, come più spesso il cigno bianco, viene talvolta riprodotto ed allevato in cattività dall’uomo quale animale da parco-zoo, cosa particolarmente riprovevole perché la cattività dei cigni soventemente si ottiene tramite mutilazione più o meno evidente delle ali al fine di impedirne il volo altrove.
Il rapporto diretto con gli esseri umani, similmente agli altri cigni, è di prudente diffidenza ma tende a diventare socievole, accettando spesso cibo, riparo e attenzioni in contesti e con persone idonee.
Come tutti i cigni, è potenzialmente in grado di nuocere all’uomo, cosa da tenere ben presente soprattutto se viene a crearsi una situazione che il cigno avverte come pericolosa per sé stesso o per i suoi simili (particolarmente la prole e il partner). In Australia, paese di provenienza, il Cigno nero è stato a lungo perseguitato dagli aborigeni, che lo ritenevano, per il suo cupo piumaggio, un alleato del diavolo. Oggi la specie è protetta e frequentemente allevata negli zoo e nei parchi. In forma stilizzata compare al centro dello Stemma dell’Australia e del relativo Stendardo Reale. Dal 1928 , insieme al Cigno bianco, è parte dello stemma della capitale dell’Australia, Canberra, in rappresentazione simbolica della collaborazione tra il popolo aborigeno australiano (cigno nero) e i coloni europei (cigno bianco).
Walter Ferrari
Foto di Walter Ferrari
Avevo già avuto occasione di vedere qualche cigno nero negli anni scorsi: nel 2011 nell’oasi di Pantigliate ne vidi due, due esemplari (con 5 piccoli) nel 2012 nel laghetto di Milano 2; uno nel 2015 al Parco Ittico di Villa Pompeiana. Infine nei giorni scorsi ho potuto fotografarne uno al Parco delle Cave di Milano.
Mai però mi era capitato di vedere 5 adulti in un colpo solo!
Il Cigno nero (Cygnus atratus della famiglia Anatidae) è un uccello acquatico originario dell’Australia e vi nidifica in consistenti colonie. Vive nei pressi dei grandi laghi in acque poco profonde e nelle paludi d’acqua dolce e salmastra. Per la sua eleganza è stato introdotto a scopo ornamentale in parchi, laghetti e corsi d’acqua d’Europa. In Italia è occasionale, discendente di esemplari importati che sono fuggiti alla cattività o ne sono stati liberati.
E’ chiamato Cigno nero proprio per la colorazione del suo piumaggio, tuttavia è completamente tale solo all’apparenza, essendo bianche le piume remiganti, osservabili al dispiegamento delle ali, durante il volo; il becco rosso brillante è attraversato da una linea bianca.
E’ un uccello imponente, mediamente lungo fino a 140 cm. e con un’apertura alare tra i 160 e i 180 cm. , mediamente più piccolo ma con il collo più lungo rispetto al cigno bianco o reale.
Il Cigno nero, come gli altri cigni, è erbivoro, nutrendosi principalmente di vegetali che preleva sia nei fondali tramite l’immersione del lungo collo, sia sulla superficie dell’acqua, sia da rami sporgenti, ed accidentalmente onnivoro (ingerimento di minuscole forme animali frammiste alle erbe acquatiche).
Tra febbraio e settembre depone 4-6 uova incubate da entrambi i genitori in media 36-38 giorni.
I Cigni sono animali selvatici in grado di vivere autonomamente rispetto all’uomo.
In contrasto con la sua natura di animale selvatico, anche il Cigno nero, come più spesso il cigno bianco, viene talvolta riprodotto ed allevato in cattività dall’uomo quale animale da parco-zoo, cosa particolarmente riprovevole perché la cattività dei cigni soventemente si ottiene tramite mutilazione più o meno evidente delle ali al fine di impedirne il volo altrove.
Il rapporto diretto con gli esseri umani, similmente agli altri cigni, è di prudente diffidenza ma tende a diventare socievole, accettando spesso cibo, riparo e attenzioni in contesti e con persone idonee.
Come tutti i cigni, è potenzialmente in grado di nuocere all’uomo, cosa da tenere ben presente soprattutto se viene a crearsi una situazione che il cigno avverte come pericolosa per sé stesso o per i suoi simili (particolarmente la prole e il partner). In Australia, paese di provenienza, il Cigno nero è stato a lungo perseguitato dagli aborigeni, che lo ritenevano, per il suo cupo piumaggio, un alleato del diavolo. Oggi la specie è protetta e frequentemente allevata negli zoo e nei parchi. In forma stilizzata compare al centro dello Stemma dell’Australia e del relativo Stendardo Reale. Dal 1928 , insieme al Cigno bianco, è parte dello stemma della capitale dell’Australia, Canberra, in rappresentazione simbolica della collaborazione tra il popolo aborigeno australiano (cigno nero) e i coloni europei (cigno bianco).
Walter Ferrari
Foto di Walter Ferrari
27 aprile 2017