Ghosthunter, ecco perché nel paranormale non si cambia mai opinione

Se credi o non credi nel paranormale o in qualche sfumatura della sua forma, questo articolo è proprio rivolto a te.

Perché si crede nel paranormale?

Molto genericamente la risposta a questa domanda solitamente riguarda delle inspiegabili esperienze personali vissute, oppure si basa sulla cultura che ognuno si è fatto sull' argomento leggendo libri o vedendo la tv o guardando internet, oppure la credenza è nata o si rafforza per via di alcuni racconti che hai sentito da persone che ritieni competenti o affidabili e della quale ti fidi.

 Probabilmente rientri anche tu in uno di questi macro casi, è così?

 Per ognuna di queste tre grandi categorie ho già avuto modo di approfondire e parlare ampiamente in passato, fornendo alcune valide motivazioni che dovrebbero farci genuinamente dubitare di fronte ad una credenza irrazionale.

Ma non ne parlerò ancora in questo articolo; tuttavia queste sono solo le radici da cui solitamente nasce la nostra credenza, ma cos'è che la mantiene viva e la alimenta?

Se veramente mettessimo in discussione le nostre convinzioni ogni volta, probabilmente finiremmo per passare intere giornate a dubitare sul fatto di convincerci o meno a cambiare idea un giorno si e un giorno no...ma questo non succede anche perchè non abbiamo tutto questo tempo e poi tendenzialmente per natura siamo tutti daccordo nel voler rispettare una nostra personalissima forma di coerenza.

Per agevolare questo difficile compito, ci corre in aiuto la nostra mente che con il suo processo di funzionamento ci permette di arrivare alle decisioni usando una scorciatoia che spesso prende in considerazione i punti più rilevanti (almeno per lei);

questa è una gran fortuna.....

il risvolto negativo è che purtroppo per noi, non sempre ci “azzecca” e a volte ci fa cadere in alcune trappole che a volte non siamo nemmeno in grado di riconoscere, in maniera del tutto sistematica e naturale.

Queste trappole del nostro modo di pensare nascono per via di un auto condizionamento della nostra mappa mentale che gli psicologi chiamano bias.

Un bias non è altro che una forma di distorsione della valutazione, causata dal pregiudizio, spesso sbagliato, e condizionata da concetti non connessi tra loro da legami logici, che influenzano così la formazione di una nostra convinzione, di un comportamento o appunto, di una credenza.  

In psicologia sono stati ampiamente studiati e classificati a seconda delle situazioni in cui si presentano maggiormente.

Il bias definito “di conferma” ad esempio, si basa sul principio che tendenzialmente ci piace andare  daccordo con persone che sono daccordo con noi e condividono i nostri punti di vista

Per questo motivo, spesso inconsciamente, usiamo come riferimento solo le prospettive che alimentano e supportano le nostre convinzioni preesistenti o le nostre idee.

E' un processo normale, ma è distorto!

In automatico scegliamo di avere una percezione selettiva della nostra realtà.

Ecco perchè tendiamo a frequentare persone che la pensano come noi, o visitiamo siti internet che hanno punti di vista simili ai nostri che siano politici, o di informazione sul paranormale, oppure leggere le notizie sportive su tuttosport se ad esempio fai il tifo per la Juventus.

Al contrario invece tendiamo ad ignorare, criticare, essere scettici o sospettosi o mettere in discussione le persone, le fonti d'informazioni o i fatti che potrebbero compromettere o scalfire il nostro punto di vista o ragionamento,  a prescindere da quanto fondati possano essere, e sai perchè?

Perchè ci farebbe sentire insicuri e meno forti.

La psicologia comportamentale ha definito questo comportamento come una dissonanza cognitiva che risulta essere la modalità di comportamento preferenziale che porta proprio al bias di conferma.

Ti farò un esempio: nei rapporti come funziona?

Due amici sono in disaccordo tra loro; di solito senti solo una campana e poi costruisci un giudizio?

Certo che no...

sappiamo bene infatti che prima di arrivare ad avere la giusta prospettiva dovremmo sentire entrambe “le campane”.

Quindi sappiamo quale dev'essere la regola generale di buon senso ma a volte appunto per colpa di questo bias, inconsciamente ci comportiamo come se ignorassimo le regole di base che ben conosciamo.

Per avere un giudizio consapevole sulla credenza è molto importante avere un quadro più o meno completo del puzzle pseudo paranormale e non soltanto di alcuni tasselli.

Nessuno comunque ci vieta di avere un giudizio superficiale, quello che però dovremmo evitare sarebbe di avere la presunzione di ritenerlo obiettivo o preferibilmente provare a metterlo sempre in discussione.

Anni fa infatti si è scoperto che un altro aspetto che può contribuire a favore della credenza nel paranormale può nascondersi nell'ossitocina! Chi ha avuto modo di assistere ad un parto sa di cosa parlo perchè è conosciuta come “la molecola dell'amore” perchè, ad esempio, rilascia naturalmente un ormone durante le fasi del parto e nel periodo dell'allattamento,  ma quello che non tutti sanno è che avviene lo stesso meccanismo anche nei casi di cooperazione e riconoscimento sociale.

Perchè ti parlo di questo?

Questo neurotrasmettitore, condiziona alcuni dei nostri comportamenti che siamo soliti avere perchè facilita naturalmente la propensione ad avere legami più stretti con persone del nostro gruppo tendendo così, senza un vero motivo, a sopravvalutarne gli ideali, le capacità, la coerenza, le conoscenze, il valore ecc...e al contrario ci rende diffidenti e sospettosi nei confronti di chi non rientra in quello che consideriamo “il nostro gruppo” anche se nemmeno li conosciamo.

Capita anche a te in qualche contesto della tua vita? Immagino proprio di si....

In pratica chi sta dentro fa parte dei buoni e gli altri hanno meno ragione di noi se non per nulla.

Questo preconcetto, a volte si innesca automaticamente e viene definito dagli psicologi sociali come  “bias del gruppo”.

Altre volte invece cerchiamo spiegazioni false o razionali per spiegare i nostri comportamenti e le nostre decisioni.

Alcuni tra i più importanti neuroscienziati del mondo hanno definito questo tipo di comportamento ostinato: cecità alla scelta e prende in causa la cognizione, la razionalizzazione e i processi decisionali; non è altro che  una sorta di illusione introspettiva che non ci mette direttamente in contatto con i nostri processi mentali inconsci, (che date le circostanze ci suggerirebbero di non credere) ma usa semmai i contenuti della nostra mente cosciente per costruire una narrazione personale che può non corrispondere con una logica razionale.

Così attraverso questo processo creiamo una giustificazione per le nostre decisioni quando realmente non sappiamo perchè le abbiamo prese.

Insomma questi condizionamenti esercitano su di noi una forza misteriosa un po' in tutti gli ambiti della nostra vita, non solo all' idea cha abbiamo nei confronti del paranormale; ecco perchè TUTTI siamo vittime di questi bias ma i veri scettici sono nutriti dalla curiosità di sapere e, al contrario dei credenti o miscredenti, non solo tendenzialmente si pongono domande, ma scavano per cercare le risposte.

Questo articolo quindi è rivolto ai negazionisti a priori e ai credenti a prescindere perchè gli uni come gli altri si nascondono allo stesso modo dietro le loro convinzioni che spesso sono incomplete o condizionate perchè generate da un atteggiamento “chiuso”, mentre gli scettici si concedono di valutare le diverse informazioni in modo da costruire la propria convinzione su basi solide ma flessibili perchè predisposte ad essere sempre messe sempre in discussione.

Giocare al gioco della ricerca delle risposte quindi è un stimolo molto più gratificante, divertente e stimolante che accettare passivamente la convinzione del paranormale che qualcosa o qualcuno è riuscito a vendervi.

Marco Pessina – Ghosthunter.it