Anche il cibo può essere uno strumento di pace

Con Expo 2015 ridisegnata la piramide alimentare alla luce della presenza di comuntà straniere

In questi giorni di paura, tensione e brutte notizie emerge un dato di fatto: la migrazione, le persone in fuga e un’alimentazione transculturale. Paese che vai, tradizione che trovi, così oltre alla lingua spesso i popoli migranti si trovano a dover confrontarsi anche con stili di vita nuovi, compresi la dieta, la scuola . In Italia vivono circa un milione di minori stranieri regolari pari al 10% della popolazione minorile. I Paesi d’origine sono l’Europa centrorientale, l’Africa del nord, l’Asia, in particolare la Cina, e l’America Meridionale. La maggioranza dei minori stranieri regolari è nata in Italia e costituisce la “seconda generazione”, ben integrata con i nostri stili di vita rispetto ai bambini nati nei  Paesi stranieri e poi trasferitisi in Italia. Ciascun popolo ha modelli alimentari che rispecchiano la loro cultura e anche il territorio d’origine. Nel nuovo paese, i migranti spesso cercano di mantenere le loro abitudini, ma spesso per la difficoltà di recuperare materie prime tipiche ad esempio di paesi tropicali in Italia, incorrono in carenze nutrizionali. In altri casi sviluppano più facilmente obesità adattandosi a un nuovo tipo di alimentazione molto ricca in cibi ad alto tenore calorico e glucidico, molto più disponibili nei paesi industrializzati. I minori migranti nati in Italia  in alcuni casi tendono ad acquisire stili di vita occidentali, caratterizzati da esagerata assunzione di zuccheri, di proteine e grassi animali, di merendine e bevande zuccherate. Ciò comporta anche per loro, al pari dei bambini italiani, un maggior rischio di andare incontro precocemente e in età adulta a patologie quali obesità, diabete, ipertensione arteriosa, tumori. Così è stata anche ridefinita la nuova piramide alimentare, sulla base di tutte queste considerazioni che tenesse conto del fatto che oggi più che mai i popoli si spostano rapidamente da un paese all’altro. Questo modello alimentare supera le barriere culturali e geografiche e fa del cibo uno strumento globalizzato e di unione. Si può così leggere tra i cereali non solo pasta e riso, ma anche quinoa e sorgo. La piramide transculturale vede la sua realizzazione in occasione di Expo 2015, da parte della Società Italiana di Pediatria per abbracciare tutte le nuove esigenze emerse. La popolazione infantile, futuro della nostra società è ora multiculturale e va cresciuta all’insegna del rispetto e della conoscenza di ogni tradizione e non discriminandone le varie tradizioni. I cambiamenti così rapidi ai quali stiamo assistendo dal punto di vista politico ed economico impongono nuove strategie nutrizionali, che possano creare individui  con un bagaglio multiculturale di ampie vedute, importante per creare pace e alleanze. Così iniziamo dai più piccoli, iniziamo da lì, partendo dalle cose semplici come il cibo, facendo sentire a casa ogni popolo e insegnando agli altri,senza discriminare in nessun modo!