Il Cavaliere d'Italia | Gallery |
Un uccello dalle linee assai snelle ed eleganti, è dotato di un becco nero, diritto, sottile e di lunghissime zampe da trampoliere di colore rosa acceso, che lo rendono inconfondibile e gli permettono di camminare in acqua con disinvoltura
06 novembre 2017
La prima volta che ho fotografato e filmato i Cavalieri d’Italia è stato nel lontano anno 1992, ad agosto in Sardegna, nello stagno di San Teodoro.
In quegli anni la specie era molto a rischio, ma nei decenni successivi la popolazione è molto aumentata, grazie alla protezione delle zone umide dove il Cavaliere d’Italia si riproduce , ma è aumentato anche il loro areale, fatto legato forse al riscaldamento globale che consente loro di colonizzare zone che erano più fredde. Inoltre, sembrano essere diventati meno timorosi nei confronti dell’uomo, tanto che spesso si registrano casi di nidificazione in ambienti antropici come saline e risaie, ma anche stagni di città e vasche di aziende agricole.
Personalmente, nelle nostre zone , ho cominciato ad avvistarli per la prima volta una decina d’anni fa, e poi sempre più frequentemente negli ultimi tempi.
Nel 2008 all’ Oasi Sant’Alessio, nella provincia di Pavia, erano presenti con due nidi nel periodo di nidificazione (aprile-maggio).
Nel 2014, durante un’escursione in bicicletta, li ho avvistati nelle risaie di Abbiategrasso.
Nel 2016 ho notato la loro presenza all’interno di una Riserva di Corneliano Bertario, nelle aree umide.
Nel 2017 li ho fotografati nel laghetto ex Teem a Vizzolo Predabissi, dove forse è avvenuta anche la nidificazione.
Il Cavaliere d’Italia ( nome scientifico Himantopus himantopus ) è un uccello dalle linee assai snelle ed eleganti, è dotato di un becco nero, diritto, sottile e di lunghissime zampe da trampoliere di colore rosa acceso, che lo rendono inconfondibile e gli permettono di camminare in acqua con disinvoltura; quando vola le distende all’indietro, facendole sporgere ben oltre la coda. Il piumaggio è tipicamente nero sul dorso e sulle ali ( la cui apertura misura 60-70 cm.) e bianco nel resto del corpo, pressoché uguale nei maschi e nelle femmine.
Gli adulti sono lunghi dai 35 ai 40 cm. e pesano mediamente dai 170 ai 200 grammi. Le zampe possono raggiungere i 30 cm. di altezza.
Gli habitat del Cavaliere d’Italia sono prevalentemente gli stagni, le paludi e le lagune poco profonde con sponde sabbiose e sassose.
Nel nido, costruito a terra con ramoscelli, pagliuzze e argilla, nel periodo fine aprile inizio giugno, la femmina depone 3-4 uova di colore giallo-verde macchiate di bruno scuro. L’incubazione, che dura 25-26 giorni, e l’allevamento della prole (circa un mese) vengono effettuati da ambedue i genitori.
I piccoli cavalieri sono nidifughi: abbandonano, cioè, il nido molto presto. Imparano a volare circa un mese dopo la schiusa. Le femmine, se si avvicina un predatore al nido, simulano di avere un’ala rotta, spiegandola e facendo molto rumore per farsi sentire. In questo modo, al predatore viene istintivo attaccare l’uccello “ferito”, lasciando stare il nido.
Il Cavaliere d’Italia sfrutta le sue lunghissime zampe per cercare il nutrimento nell’acqua profonda fino a 20 cm.( insetti acquatici, piccoli crostacei, molluschi , vermi , girini e pesciolini) ; per cacciare utilizza vista e tatto: infatti, muove il becco nell’acqua intercettando le prede.
La popolazione europea ( la quasi totalità nidifica in Spagna, Portogallo, Francia, Italia e Grecia) è stimata in circa 20.000 coppie, delle quali circa 5.000 in Italia, seconda per importanza dopo quella spagnola.
Quasi tutti i Cavalieri d’Italia italiani sembrano svernare nelle paludi africane del Mali e del Senegal, ma qualcuno resta da noi anche in inverno; nella stagione fredda si concentrano soprattutto in Sardegna, Sicilia e qualche esemplare anche nella salina di Comacchio.
La regione che ospita più Cavalieri d’Italia è l’Emilia Romagna, concentrati per la maggior parte nelle province di Ferrara, di Ravenna e di Bologna.
Walter Ferrari
Foto di Walter Ferrari
In quegli anni la specie era molto a rischio, ma nei decenni successivi la popolazione è molto aumentata, grazie alla protezione delle zone umide dove il Cavaliere d’Italia si riproduce , ma è aumentato anche il loro areale, fatto legato forse al riscaldamento globale che consente loro di colonizzare zone che erano più fredde. Inoltre, sembrano essere diventati meno timorosi nei confronti dell’uomo, tanto che spesso si registrano casi di nidificazione in ambienti antropici come saline e risaie, ma anche stagni di città e vasche di aziende agricole.
Personalmente, nelle nostre zone , ho cominciato ad avvistarli per la prima volta una decina d’anni fa, e poi sempre più frequentemente negli ultimi tempi.
Nel 2008 all’ Oasi Sant’Alessio, nella provincia di Pavia, erano presenti con due nidi nel periodo di nidificazione (aprile-maggio).
Nel 2014, durante un’escursione in bicicletta, li ho avvistati nelle risaie di Abbiategrasso.
Nel 2016 ho notato la loro presenza all’interno di una Riserva di Corneliano Bertario, nelle aree umide.
Nel 2017 li ho fotografati nel laghetto ex Teem a Vizzolo Predabissi, dove forse è avvenuta anche la nidificazione.
Il Cavaliere d’Italia ( nome scientifico Himantopus himantopus ) è un uccello dalle linee assai snelle ed eleganti, è dotato di un becco nero, diritto, sottile e di lunghissime zampe da trampoliere di colore rosa acceso, che lo rendono inconfondibile e gli permettono di camminare in acqua con disinvoltura; quando vola le distende all’indietro, facendole sporgere ben oltre la coda. Il piumaggio è tipicamente nero sul dorso e sulle ali ( la cui apertura misura 60-70 cm.) e bianco nel resto del corpo, pressoché uguale nei maschi e nelle femmine.
Gli adulti sono lunghi dai 35 ai 40 cm. e pesano mediamente dai 170 ai 200 grammi. Le zampe possono raggiungere i 30 cm. di altezza.
Gli habitat del Cavaliere d’Italia sono prevalentemente gli stagni, le paludi e le lagune poco profonde con sponde sabbiose e sassose.
Nel nido, costruito a terra con ramoscelli, pagliuzze e argilla, nel periodo fine aprile inizio giugno, la femmina depone 3-4 uova di colore giallo-verde macchiate di bruno scuro. L’incubazione, che dura 25-26 giorni, e l’allevamento della prole (circa un mese) vengono effettuati da ambedue i genitori.
I piccoli cavalieri sono nidifughi: abbandonano, cioè, il nido molto presto. Imparano a volare circa un mese dopo la schiusa. Le femmine, se si avvicina un predatore al nido, simulano di avere un’ala rotta, spiegandola e facendo molto rumore per farsi sentire. In questo modo, al predatore viene istintivo attaccare l’uccello “ferito”, lasciando stare il nido.
Il Cavaliere d’Italia sfrutta le sue lunghissime zampe per cercare il nutrimento nell’acqua profonda fino a 20 cm.( insetti acquatici, piccoli crostacei, molluschi , vermi , girini e pesciolini) ; per cacciare utilizza vista e tatto: infatti, muove il becco nell’acqua intercettando le prede.
La popolazione europea ( la quasi totalità nidifica in Spagna, Portogallo, Francia, Italia e Grecia) è stimata in circa 20.000 coppie, delle quali circa 5.000 in Italia, seconda per importanza dopo quella spagnola.
Quasi tutti i Cavalieri d’Italia italiani sembrano svernare nelle paludi africane del Mali e del Senegal, ma qualcuno resta da noi anche in inverno; nella stagione fredda si concentrano soprattutto in Sardegna, Sicilia e qualche esemplare anche nella salina di Comacchio.
La regione che ospita più Cavalieri d’Italia è l’Emilia Romagna, concentrati per la maggior parte nelle province di Ferrara, di Ravenna e di Bologna.
Walter Ferrari
Foto di Walter Ferrari
06 novembre 2017