Il buio dentro

Si parla molto di "depressione" sia per indicare uno stato di generico malessere sia come causa di comportamenti apparentemente incomprensibili, inclusi alcuni dolorosi fatti di cronaca: si tratta di una visione riduttiva e quindi errata, che non aiuta la comprensione di questa dolorosissima e temuta esperienza umana: per questo spesso non è riconosciuta e viene affrontata con luoghi comuni inopportuni (mettici la buona volontà...) o anche con atteggiamenti aggressivi per "scuotere" la persona depressa.

Tutti noi nella vita sperimentiamo periodi di tristezza, scarsa motivazione e pessimismo: si tratta di episodi transitori che si risolvono con il ripristino del normale equilibrio e quindi non possono essere qualificati come quadri patologici (reazione depressiva)

Altre volte però il malessere si protrae ed assume tale intensità da compromettere la qualità della vita. In questo caso si può parlare di "malattia", o meglio di un insieme di quadri patologici diversi accomunati da tono depresso dell'umore e da scarsa autostima. Il tecnico differenzierà i vari quadri individuando caso per caso la cura più adatta.

Qui è più utile fornire alcuni elementi basilari per il riconosimento tempestivo dei sintomi di una malattia che può e deve essere curata.

I sintomi della depressione possono presentarsi con modalità molto differenti, ed ogni paziente può  esprimere una combinazione unica.

I più comuni sono: tristezza, ansia, pessimismo (non c'è più speranza!), perdita degli interessi antecedenti, calo del desiderio sessuale.

Sono spesso presenti anche irrequietezza, irritabilità, alterazioni del sonno e dell'appetito (sia in senso iper che ipo); scarsa concentrazione, minore energia e maggior percezione della fatica. Sono  frequenti le somatizzazioni (disturbi fisici senza alterazioni anatomiche e funzionali e insensibili alla terapia farmacologica sintomatica)

Le cause non sono del tutto note: è certo che la patologia si instaura per il concorso di diversi fattori: il corredo genetico (fattore predisponente), le caratteristiche biochimiche individuali, l'esperienza personale ed altri fattori psicologici (che possono rappresentare il fattore scatenante, ossia l’insieme di eventi che effettivamente slatentizzano  la malattia).

La risonanza magnetica funzionale, ha evidenziato alcune modificazioni del cervello (aspetto e funzionamento) nei soggetti affetti da depressione rispetto ai soggetti che che non hanno mai  presentato sintomi depressivi. È accertata un'alterata funzionalità dei neurotrasmettitori cerebrali (sostenze preposte alla trasmissione degli impulsi fra le cellule nervose), anche se non sono note le cause delle alterazioni osservate.

Il trattamento  competente è sempre efficace  anche nelle forme più gravi.

Se tempestivo comporta un più rapido e migliore risultato, riducendo anche la possibilità di ricadute.

L'intervento ottimale è quello effettuato da specialisti della salute mentale (psichiatri e psicologi); la diagnosi deve essere la più precisa possibile in modo tale da consentire la  scelta di un trattamento mirato.

La terapia di elezione è rappresentata dalla combinazione di psicoterapia e farmacoterapia (esistono oggi farmaci che agiscono selettivamente a livello dei mediatori chimici consentendo un'altissima efficacia terapeutica)

I due interventi si potenziano vicendevolmente: il farmaco consente un miglior utilizzo delle risorse psicologiche, meno influenzate dallo stato d'animo depresso, e quindi l'individuazione delle componenti psichiche di quella specifica depressione; dall'altro la psicoterapia favorisce il miglioramento dei comportamenti e delle relazioni interpersonali.

Questi cambiamenti psicologici sono fondamentali perchè forniscono strumenti di conoscenza delle proprie dinamiche interiori e relazionali, utili per prevenire eventuali circostanze future implicate in possibili ricadute, che potranno essere così evitate o ridotte di intensità. 

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