S.O.S. alimenti senza glutine

Un importante appuntamento si è svolto lo scorso mese al Parlamento Europeo di Strasburgo, promosso dall’On. Patrizia Toia, Eurodeputato del Partito Democratico. Argomento dell’incontro è stata una modifica proposta dall’Unione Europea al regolamento sull’etichettatura degli alimenti per i celiaci

Un importante appuntamento si è svolto lo scorso mese al Parlamento Europeo di Strasburgo, promosso dall’onorevole Patrizia Toia, eurodeputato del Partito Democratico. Argomento dell’incontro è stata una modifica proposta dall’Unione Europea al regolamento sull’etichettatura degli alimenti per i celiaci: in pratica, vi sarebbe la proposta di abrogare alcune norme che tutelano tuttora i soggetti intolleranti al glutine. La nuova normativa avrebbe l’effetto di declassare la sicurezza e la scientificità della dicitura “senza glutine”, ponendola alla pari di altre indicazioni riportate sull’etichetta, quali per esempio “con pochi grassi”, oppure “senza zuccheri aggiunti”, indicazioni con un significato nutrizionale ben lontano da quello che possiede un alimento per celiaci. L’unica terapia prevista, per questo tipo di persone, infatti, prevede l’esclusione totale dalla dieta del glutine, una proteina che si trova in cereali quali frumento, orzo, farro, avena, kamut, segale. L’assunzione anche di minime quantità di glutine, espone questi soggetti a gravi complicanze e a danno cronico del tratto intestinale, con la scomparsa dei cosiddetti villi, quelle estroflessioni della parete intestinale responsabili dell’assorbimento dei principi nutritivi. In Italia sono 122.000 le persone che soffrono di celiachia e ogni anno vengono diagnosticati 20.000 nuovi casi. In Europa costituiscono l’1% della popolazione e in alcuni Paesi, come la Finlandia, si arriva al 2,7% della popolazione. In Italia la legge che tutela questa malattia è molto avanzata (L. 123/05), tant’è che favorisce la diagnosi precoce e riconosce la dicitura “prodotto senza glutine” dal 1977. Tenuto conto che la dieta rimane l’ultima terapia possibile, la proposta di revisione della direttiva quadro 2009/39 attualmente in discussione al Parlamento Europeo costituirebbe un grave danno per il celiaco e porterebbe a un risultato ingannevole e pericoloso per la sua salute. I deputati presenti all’incontro si sono impegnati per salvaguardare i celiaci e le etichette.

Giulia Tosti