I test cosmetici sugli animali hanno una data di scadenza: dal 1° marzo 2013 saranno messi al bando dall'UE dopo anni di battaglie

Migliaia di conigli, cavie, topi e ratti ogni anno vengono torturati, bruciati e resi ciechi, per sperimentare prodotti di varia natura tra cui shampoo, trucchi, cosmetici e deodoranti destinati al mercato europeo della cosmesi.

Il 2013 finalmente sarà l’anno decisivo per mettere fine a queste inutili barbarie nei confronti degli animali destinati alla vivisezione, grazie ad una battaglia che da decenni viene portata avanti da Lav, Enpa e da tantissime altre associazioni animaliste europee; entro il 1° marzo infatti, scatterà il divieto, a livello comunitario, di testare e commercializzare materie prime cosmetiche sperimentate su animali, il tutto stabilito dalla Direttiva CE 2003/15. 
Un segnale forte e positivo era già arrivato dallo stato di Israele, dove su iniziativa del deputato laburista Eitan Cabel, dal 1° gennaio di quest’anno è già in vigore una legge che vieta la vendita e l'importazione di prodotti cosmetici e per la pulizia realizzati con test su animali, grazie a un decreto che era stato approvato nel 2010.
In Europa il bando per i test cosmetici riguarderà tutti i prodotti venduti nell’Unione e provenienti da ogni parte del mondo, anche dalla Cina dove non esistono al momento divieti o limitazioni sui test sugli animali da laboratorio; tale disposizione varrà per tutti i tipi di prodotti destinati alla pura cosmesi, da quelli per l’igiene e la cura del corpo, a quelli di bellezza e make-up, al dentifricio e al sapone per le mani. 
A darne finalmente conferma ufficiale è stato il commissario Europeo alla Salute, Tonio Borg, durante un incontro con la Coalizione, affermando che il divieto entrerà in forza come previsto, senza proroghe o rinvii. 
La lotta prosegue ora a livello mondiale, con la consapevolezza che il divieto europeo rappresenta un messaggio importante per tutto il mondo a favore della bellezza cruelty free.
Il bando sui test cosmetici è una grande vittoria del mondo animalista internazionale ma rappresenta solo un punto di partenza non uno di arrivo, sottolinea Enpa in una nota stampa a commento delle rassicurazioni del Commissario Europeo. 
Resta il fatto che, dopo la chiusura di Green Hill, è stato fatto un altro enorme passo avanti verso la fine, c’è da sperare, della sperimentazione animale.
Erica Lampognani