Il naviglio della Martesana, voluto da Francesco Sforza, Duca di Milano, gli scavi iniziarono nel 1457 |Gallery|

Anche noto come Naviglio Piccolo, è uno dei canali milanesi che collega il capoluogo meneghino con il fiume Adda dal quale riceve le acque a Concesa poco a valle di Trezzo sull’Adda

Concesa, Trezzo sull'Adda

Concesa, Trezzo sull'Adda

«una via d’acqua dalla Svizzera al mare Adriatico passando per il lago di Como»

Penso che il primo rumore che abbia sentito sia stato il gorgoglio dell’acqua di un fontanile che passava vicinissimo alla casa dove sono nato. Ho subìto, come si suol dire in termini scientifici, una specie di “imprinting”, tant’è che da sempre rimango colpito dalla bellezza dell’acqua in tutte le sue forme: fontanili, rogge, torrenti, fiumi, laghi e mari. Non è un caso se il primo articolo che ho scritto su questo giornale, ben nove anni fa, è stato “Il fontanile Gambarone” di Peschiera Borromeo, al quale si sono succeduti nel tempo articoli su marcite, fontanili, canale Muzza e fiume Adda. Nel 2016  ho realizzato anche il libro DVD sui “Fontanili di Lombardia”, al termine di un lavoro durato alcuni anni, girovagando nei comuni della Lombardia che ospitano i fontanili più belli attualmente esistenti.

Questa volta vorrei fornire alcune notizie sul  Naviglio Martesana, che conosco bene per aver percorso in bicicletta diverse volte il tratto Cassano-Trezzo della bellissima ciclabile che partendo da Milano, Via Melchiorre Gioia, prosegue per Vimodrone, Cernusco sul Naviglio, Cassina de’ Pecchi, Gorgonzola, Inzago, Cassano, Vaprio d’Adda e infine Trezzo sull’Adda per un totale di 32 Km. Il Naviglio Martesana, anche noto come Naviglio Piccolo, è uno dei canali milanesi che collega Milano con il fiume Adda dal quale riceve le acque a Concesa poco a valle di Trezzo sull’Adda; ha una lunghezza di 36 Km, una larghezza  da 10 a 18 metri, una profondità da mt 0,50 a 1,50, una portata a Trezzo di circa 25 mc/s e a Milano di 2 mc/s. Voluto da Francesco Sforza, Duca di Milano, gli scavi iniziarono nel 1457 e solo alla fine del secolo, nel 1497, si congiunse con l’antico fossato delle mura medievali di Milano. Doveva servire principalmente per l’irrigazione delle campagne ma rappresentava anche l’ambizioso progetto di creare una via d’acqua dalla Svizzera al mare Adriatico, passando dal Lago di Como, dal  fiume Adda, dal Ticino al Po, con Milano a fare il punto nevralgico della rete. Il primo tratto del Martesana fino al Seveso (Cassina de’ Pomm) fu completato in otto anni e reso navigabile già nel 1471; fu con la riformazione del naviglio voluta da Ludovico il Moro nel 1496  che il canale venne prolungato fino in città. Nel 1500 incominciò per il naviglio Martesana un periodo di grande attività che durò fino a tutta la seconda metà dell’Ottocento. A Milano giungevano derrate alimentari fresche, foraggi, vino, granaglie, materiali da costruzione, laterizi, sabbia, utensili e mobili. Dalla città partivano filati e stoffe e i manufatti delle numerose botteghe artigiane.

Numerose le personalità storiche che viaggiarono sul Naviglio: a partire da San Carlo Borromeo tutti gli arcivescovi milanesi lo navigarono per recarsi a Groppello presso la Villa Arcivescovile; Maria Anna d’Asburgo  moglie di Filippo IV di Spagna, l’Arciduca Fernando  fratello dell’Imperatore Giuseppe II; in epoca più recente Alessanro Manzoni, Cesare Beccaria, Giuseppe Parini. Nel 1958 il Naviglio della Martesana fu declassato da via di trasporto a canale irriguo.

Oggi l’acqua della Martesana è sfruttata per l’irrigazione dei comuni del sud-est milanese tra cui Peschiera Borromeo, tramite il cavo Marocco e la roggia Renata, per un totale di 250 Kmq. Dal punto di vista naturalistico il naviglio condivide le peculiarità floro-faunistiche del territorio che attraversa. La vegetazione è rappresentata da piante sommerse come l’Elodea ed il Ceratofillo, sugli argini si trovano l’Iris acquatico e la Cannuccia palustre. Per quanto riguarda la fauna si possono ammirare diversi animali: Germano reale (in estate con prole) , Martin pescatore, Gallinella d’acqua, Folaga, Garzetta, Cigno reale ed Aironi.

Testo e foto di   Walter Ferrari