La civiltà verde - rubrica a cura di Davide Cinquanta, agronomo

Ciò che più mi affascina quando guardo una pianta, è pensare che il suo percorso evolutivo sul pianeta Terra si è svolto su una strada parallela alla nostra, nel medesimo tempo e condividendo lo stesso ambiente.

Basta alzare gli occhi dal giornale e guardarsi intorno, le piante sono ovunque. Dal piccolo muschio ai pioppi monumentali, se ne possono trovare in casa, sul balcone, in giardino, lungo le vie, nei parchi cittadini, in campagna, nei boschi, fra le crepe del marciapiede.

Si dà talmente per scontata la loro presenza nella vita di tutti i giorni, da rimanerne nella maggior parte delle volte completamente indifferenti. Raramente ci si accorge di loro, di solito in momenti particolari come le giornate estive, in cui non c’è riparo migliore dell’ombra di un albero.

Meno male che ci ha pensato 7giorni a riservare un ben meritato spazio al mondo vegetale, se non altro almeno per ringraziare della cellulosa, a partire dalla quale si ricava la carta su cui il giornale è stampato.

Da dove si può cominciare una rubrica che parla di piante? Naturalmente dal principio, quale occasione migliore per iniziare a parlare di evoluzione?

Non è per prenderla alla larga, ma la storia delle piante comincia almeno un miliardo di anni fa.

Avete presente i terremoti? Sono uno dei tanti fenomeni con i quali la superficie del nostro pianeta, la Terra, cambia nel corso del tempo. Questi mutamenti sono lentissimi, ma dalle proporzioni immani, tanto che le forze in gioco possono spianare le montagne, creare un oceano o far scoppiare un vulcano. Anche se per via dei loro tempi geologici, noi esseri umani non ci accorgiamo del loro effetto sull’ambiente e sul paesaggio, eppure questi movimenti sono sempre in atto.

Conseguenza di tutti questi sconvolgimenti è un mutamento incessante del clima, dalla temperatura dell’aria alla disponibilità d’acqua e di sali minerali. Dove un tempo c’era una foresta, dopo qualche migliaio di anni potrebbe esserci un deserto - non lo dico per caso, è veramente successo dove oggi si estende il Sahara.

Inevitabilmente anche gli esseri viventi cambiano la loro forma in continuazione, per adattarsi alle diverse condizioni ambientali che via via incontrano.

Un miliardo di anni fa, la vita sulla Terra era comparsa da poco (se così si può dire). A quei tempi vivevano esseri molto semplici, composti da poche cellule che galleggiavano nell’oceano primordiale, inconsapevoli che stava per verificarsi un avvenimento straordinario, davvero epocale. Una di queste cellule si divise in due, da una ebbero origine tutti gli animali, e dall’altra le piante.

La cellula che si sarebbe evoluta negli animali avrebbe perfezionato le sue capacità di muoversi nell’acqua, sulla terra e nell’aria.

La progenie del regno vegetale avrebbe scelto diverse forme di movimento, noi ci illudiamo quando crediamo di vederle sempre ferme nello stesso posto - scopriremo perché. Ma soprattutto le piante avrebbero imparato a produrre da sole il proprio nutrimento, grazie alla fotosintesi clorofilliana.

Ciò che più mi affascina quando guardo una pianta, è pensare che il suo percorso evolutivo sul pianeta Terra si è svolto su una strada parallela alla nostra, nel medesimo tempo e condividendo lo stesso ambiente. Oggi le vediamo così diverse da noi, semplicemente perché agli stessi problemi hanno trovato soluzioni alternative, ma, come vedremo, non meno brillanti, innovative ed efficaci.
Davide Cinquanta