Chi è senza ansia scagli per primo la pietra

Riceviamo dalla cooperativa sociale "Sulla Via" il primo articolo della nuova rubrica di consulenza psicologica, nata dalla collaborazione tra 7giorni e la suddetta società cooperativa sociale, che ha sede in via Dante a Peschiera Borromeo.


A volte è uno stato emotivo sgradevole e costante, altre una reazione d'allarme in cui tutti i sensi sono “accesi” e “protesi” a percepire un pericolo, e il corpo si prepara ad affrontarlo con l'interessamento di molte funzioni vegetative (ritmo cardiaco e respiratorio, sudorazione, ipermotilità viscerale ecc.). L'attacco di panico è l'espressione più preoccupante della reazione d'allarme.
Proprio il disagio insito nello stato ansioso ci spinge ad allontanarlo il più presto possibile: in generale siamo sempre meno tolleranti al disagio in generale e a questo in particolare, come dimostra l'abuso di farmaci ansiolitici; inoltre, allontanando lo stato ansioso al suo nascere, non ne comprendiamo l'origine e ci neghiamo la possibilità di imparare a gestirlo. Per questo l'ansia spesso non viene nemmeno riconosciuta come tale, ma viene somatizzata (cefalea, gastrite, colite...)

Nel linguaggio comune il termine “ansia” viene usato in modo molto approssimativo e, per favorire una maggior comprensione di questo malessere ed orientare più efficacemente la ricerca delle possibili risposte, proponiamo una semplice classificazione, distinguendo grossolanamente tre categorie di ansia:
1. Ansia fisiologica
2. Ansia iper-reattiva
3. Ansia patologica

1. Ansia fisiologica:
È legata ad un’effettiva minaccia: si presenta in caso di rischio reale (l'attesa di una diagnosi temuta, il pericolo di un fallimento, ecc...)

2. Ansia iper-reattiva:
Oggi la più diffusa, connessa al nostro stile di vita, interessa anche i bambini, ed è importante riconoscerla per imparare a gestirla: ad es. l' ansia da prestazione, connessa al raggiungimento di obiettivi spesso troppo elevati  in campo sociale, professionale, scolastico, sportivo in un contesto che ha posto solo per i vincenti; oppure legata alla preoccupazione di deludere aspettative che altri o noi stessi riponiamo nei nostri confronti.
Più generalmente è connessa al diffuso senso di insicurezza con un incremento del bisogno di rassicurazioni esterne ed un decremento della capacità di rischiare e di affrontare gli imprevisti confidando nelle nostre risorse. Ci sentiamo tranquilli per ciò che abbiamo e non per ciò che siamo.

3. Ansia patologica:
Quando sussiste non più collegata a cause reali. La psiche e il corpo percepiscono un pericolo presunto come reale, si comportano di conseguenza  e lo stato ansioso è costante.

In sintesi, l'ansia è un'esperienza inevitabile, addirittura utile per la prima categoria, e bisognosa di vera cura per la terza, ma da non sottovalutare per la seconda che deve essere affrontata per evitare che si stabilizzi.
L'intervento di elezione è psicologico ed è possibile utilizzare tecniche mirate e relativamente brevi che consentono di gestirla escludendo l'uso dei farmaci ed evitando l'instaurarsi di situazioni di disagio stabile.