Dolcificanti Artificiali: consigliati o sconsigliati?

Facciamo chiarezza su un must italiano che accompagna il caffè a fine pasto: a cosa andiamo incontro?

I Dolcificanti sono sostanze utilizzate per conferire un sapore dolce agli alimenti e alle bevande a cui sono aggiunti. Vengono suddivisi in: dolcificanti naturali, che hanno contenuto calorico, e dolcificanti artificiali che hanno potere calorico minimo o assente, ottenuti per sintesi chimica. 

  1. Dolcificanti naturali: sono per esempio glucosio, saccarosio, fruttosio, xilitolo, sorbitolo etc. (questi ultimi due hanno effetti lassativi se consumati in grandi quantità). Tra questi ricordiamo anche la stevia che è uno dei dolcificanti naturali più recenti ottenuto dalle piante. 
  2. Dolcificanti artificiali: conferiscono una sensazione dolce molto persistente, simile a quella del saccarosio, ma di intensità molto superiore (fino a 500-1000 volte maggiore). Non hanno effetto lassativo perché non vengono fermentati da parte dei batteri intestinali (il cosiddetto microbiota). 
Tra i dolcificanti artificiali ricordiamo il più vecchio che è la saccarina, sviluppato per la prima volta nel 1879. Ha un potere dolcificante di 200-700 volte superiore rispetto al saccarosio e viene comunemente utilizzato nelle bevande, caramelle, cicche. Nel 1977 la Food and Drug Administration (FDA) ne vietò l’uso per una possibile effetto cancerogeno (si pensava causasse tumore), ma tale divieto fu poi revocato. L’aspartame, fu approvato dalla FDA nel 1981, ed ha un potere dolcificante di 200 volte il saccarosio; l’acesulfame k (potere dolcificante di 300 volte il saccarosio) ha una buona resistenza al calore quindi è adatto anche per alimenti da trattare a elevate temperature; il sucralosio (potere dolcificante di 600 volte il saccarosio) è stabile a temperature elevate per cui può essere utilizzato per la preparazione di prodotti da forno.
Negli ultimi anni si è assistito a un notevole incremento del consumo dei dolcificanti artificiali per l’introduzione in commercio di una grande varietà di merendine e bevande, arricchite con questi composti in modo da ottenere un basso contenuto energetico e limitare l’aumento di peso. 
Numerosi studi in letteratura hanno ipotizzato che l’assunzione di dolcificanti artificiali porti ad un’alterazione del microbiota intestinale e ad una più alta risposta glicemica ed insulinemica. 
Per quanto riguarda la sicurezza alimentare dei dolcificanti artificiali bisogna ricordare che rientrano nella categoria degli additivi chimici e che l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Auhority, EFSA) ha stabilito per ognuno di essi una dose giornaliera accettabile, che la persona può assumere per tutta la vita senza rischi per la salute. In ogni caso, anche se sono sostanzialmente innocui nelle dosi consentite dalla normativa vigente, possono avere limitazioni d’uso, per cui ne vanno controllate sia la presenza sia le eventuali controindicazioni attraverso la lettura dell’etichetta. Il loro uso è comunque sconsigliato fino al terzo anno di età, durante la gravidanza e l’allattamento. Particolare attenzione va riservata ai bambini di età superiore ai tre anni, ai quali l’eventuale somministrazione di prodotti contenenti dolcificanti deve essere fatta con cautela.

Quindi possiamo consumare liberamente gli edulcoranti?

Secondo le linee guida questi non sono affatto indispensabili, neppure nei casi in cui si seguano regimi ipocalorici (per perdere peso). Infatti, l'uso esclusivo di questi edulcoranti non permette di ridurre il peso corporeo se non si diminuisce la quantità totale di calorie introdotte e non si aumenta l'attività fisica.
Il dibattito sui dolcificanti artificiali è sicuramente complesso e probabilmente dobbiamo aspettare ancora qualche anno affinché si abbiano dei chiarimenti ulteriori. Pertanto dobbiamo considerare che sono uno dei tanti fattori che interagiscono con la nostra salute e composizione corporea, quindi non conviene consumare unicamente alimenti con dolcificanti, ma neanche escludere completamente alcuni cibi solamente per la presenza di questi composti.

Il consiglio della Nutrizionista

Il mio consiglio è quello di abituarsi in modo graduale ai sapori amari in modo che non si abbia più la “dipendenza” dal dolce. Per esempio consiglio di iniziare ad utilizzare solo un quarto della dose di zucchero o dolcificante che solitamente viene aggiunta in caffè, tè o tisane; dopo una settimana dimezzare la dose e così via gradualmente fino ad eliminare completamente l’aggiunta di qualsiasi tipo di dolcificante che sia naturale (compreso il miele) o artificiale. Nello stesso tempo consiglio di scegliere alimenti che siano il più “naturale possibile” senza zuccheri aggiunti né edulcoranti artificiali. 

L'argomento della prossima settimana sarà volto ad approfondire la tematica dei cosiddetti "grassi buoni, grassi saturi, grassi idrogenati". Quando usiamo queste espressioni sappiamo realmente di cosa stiamo parlando? E soprattutto quali alimenti dobbiamo preferire a tavola?

Inviatemi una mail per farmi sapere gli argomenti e le curiosità su cui vorreste un approfondimento.

Dott. Federica Mascaretti