Cane “casual” re in passerella a Peschiera

Piccoli o giganti, coloratissimi o in “bianco e nero”, adottati, acquistati o trovati per strada, tutti però con un denominatore comune: sono loro i “padroni di casa” e ricambiano coccole e attenzioni con un’incredibile dose d’affetto e dedizione. Fino al punto di accettare, per una volta, di fare contenti i bipedi e sfilare in una gara dove pedigree, eleganza e acconciatura non contavano. Contava, infatti, solo la simpatia.

E così, tra i vincitori, ci sono stati il piccolissimo Chucky, della famiglia D’Andrea, nella categoria cuccioli; Willy, della famiglia Schiavini, nella categoria dei “mini” (tra l’altro, adottato dal rifugio di Diamoci La Zampa); Yuma, della famiglia D’Alessio, nella categoria “pesi medi”; Toby, della famiglia D’Erico, nella categoria “taglie forti” e Sally, della signora Rizzetti, nella speciale categoria dei “Ritardatari”. Molti sono stati i “vincitori” (16 coppe): qualcuno anche commovente. Black ha vinto la “coppa del nonno” per i suoi 16 anni e mezzo di fedeltà alla famiglia Marcucci. Maggie, trovata in autostrada e immediatamente raccolta e adottata dal signor Vinutiello, ha vinto il trofeo “il più simpatico trovatello”, volendo premiare così metaforicamente tutte le famiglie che adottano un cane… di strada.
Black (era l’anno dei Black!), della famiglia Moggi, è stato premiato come “Best in Show" e ha sfilato educatissimo assieme suo padroncino in sedia a rotelle. Black è anche la mascotte dell’associazione Aisa (Associazione italiana per la lotta alle sindromi atassiche). Ma tanti altri hanno vinto le ambite coppe, distribuite da Alba Perrone, presidente di Diamoci La Zampa, e dall’assessora Carla Bruschi. «Si è trattato - spiega il portavoce dell’associazione, Edgar Meyer - di una mostra canina insolita, senza giuria in giacca e cravatta, e senza cagnetti obbligati a sfilare con eleganza e formalità: una vera e propria allegra brigata».
La festa, occasione di gioco e divertimento, ha dato anche l’opportunità di parlare di educazione, di abbandono, prevenzione del randagismo, delle attività dell’Ufficio Diritti Animali del Comune. «L’augurio è che la simpatica atmosfera dello spettacolo abbia stimolato, negli spettatori, un risveglio delle coscienze e fatto nascere un po’ di rispetto per quei cagnetti che non vantano parentele illustri o discendenze documentate, ma, al pari dei fratelli blasonati, hanno un insopprimibile istinto di fedeltà per il loro padrone», ha concluso Meyer.

Erica Lampognani