Gli animali d'inverno: come superano la stagione più fredda gli animali che non vanno in letargo

Se durante il periodo invernale, con l’abbassamento delle temperature, il regno vegetale entra in un periodo di riposo (stato di quiescenza), per il regno animale è il momento più difficile. Alcune specie lo superano andando in letargo nelle loro calde tane, come l’orso, la marmotta, la tartaruga, il riccio, la chiocciola, il ghiro, la biscia, la vipera, il pipistrello, la rana, il rospo ecc. E quelli che non vanno in letargo? Osservando gli animali che vivono nelle nostre zone, in particolare nel bosco del Carengione, ho potuto scoprire che la lepre, che di norma predilige l’erba, nel periodo invernale si accontenta di erba secca e della tenera corteccia delle pianticelle; l’anno scorso, dopo la copiosa nevicata, addirittura si nutriva dei germogli della colza.

Ho visto un gruppo di lucherini, nelle giornate freddissime con la brina a -5, estrapolare con il minuscolo becco i piccoli semi tra le squame del frutto dell’ontano nero. Ho notato i cardellini, piccoli uccelli stanziali, in gruppi anche di alcune decine, a testa in giù che scuotevano il frutto dell’albero Liquidambar per ingoiare i piccoli semi. Il merlo, che predilige una dieta prevalentemente proteica mangiando vermi, quando, nel periodo invernale, questi vanno in profondità nel terreno, non disdegna i frutti dell’edera e semi di altre piante. Gli storni in grossi gruppi, si rifugiano nelle città, dove la temperatura è più mite, e si alimentano con i piccoli frutti del Bagolaro, albero presente in parchi e giardini in grande quantità; non disdegnano anche la frutta, come ad esempio i cachi molto maturi non raccolti che trovano sulle piante. Il martin pescatore, noto uccello dai colori sgargianti che mangia solamente pesciolini tuffandosi nell’acqua di fossati o laghetti, quando questi ghiacciano per le basse temperature, è invece costretto a spostarsi verso le zone temperate, se non vuole morire di fame. Il fagiano si accontenta di piccoli semi prodotti da piante erbacee.
La pavoncella, una volta numerosa nelle marcite, oggi fortemente ridimensionata, si è spostata nelle risaie dove si nutre di piccoli invertebrati del terreno. Cosa fare dunque per alleviare il disagio di questi animali nei periodi più freddi? Per alcuni di essi, ad esempio gli uccelli granivori come i passerotti, fringuelli, cince, ecc. si potrebbero preparare delle mangiatoie con delle granaglie, del pane, della polenta o della frutta come mele e pere tagliuzzate, oppure distribuire il cibo direttamente a terra sotto gli alberi nei parchi cittadini o nei giardini condominiali, soprattutto dopo una nevicata.
Lo scorso inverno ho costruito una piccola mangiatoia, fissata su un palo alto circa un metro, infisso nel terreno del mio orto, nella quale ogni tanto portavo granaglie acquistate al supermercato. Gli uccelli, dopo qualche giorno, superata la diffidenza iniziale e fatto “il passaparola”, hanno cominciato a mangiare il cibo. Speriamo in bene.
Walter Ferrari
Associazione Naturalista Carengione
tel: 339.7615179

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