La Marmotta, regina dei pascoli di alta montagna

Nel mese di luglio 2016, durante un’escursione in Val Brembana, verso il rifugio Capanna 2000 sul Monte Arera, nelle prime ore del mattino, mi è capitato di vedere una famiglia di marmotte:

un adulto e 3 piccoli che si rincorrevano, giocavano e mangiavano tenere
foglioline. Avevo già avuto modo negli anni passati durante altre escursioni su
Orobie e Dolomiti di vedere e fotografare marmotte, mai però ero riuscito a vedere i piccoli e a distanza così ravvicinata. Ho potuto fotografarli e filmarli a distanza ravvicinata, forse perché ancora giovani e direi incoscienti si avvicinavano incuriositi dalla mia presenza. E’ stata una grande emozione
che da sola è valsa la fatica della salita. La Marmotta delle Alpi, nome  scientifico Marmota marmota, appartiene all’ordine RODENTIA, famiglia SCIURIDAE. E’ un roditore parente dello scoiattolo, ma al contrario di quest’ultimo vive sul terreno e forma colonie numerose. Scava tane con camere poco profonde e provviste di numerose uscite che utilizza nella stagione calda e tane più profonde, spesso costituite da un’unica galleria
d’accesso lunga fino a 15-20 metri che conduce in una grande camera rifornita di fieno che utilizza nel periodo del letargo che dura da ottobre fino ad aprile. I maschi chiudono le entrate della tana con un tappo di terra ed erba impastate con la saliva; poi si riuniscono in gruppi anche di 15 individui, e si rinchiudono nella camera di ibernazione in cui grazie al fieno, la temperatura
non scenderà mai al di sotto dello zero. Durante il letargo le funzioni vitali diminuiscono moltissimo: la temperatura scende da 38 a soli 7 gradi, gli atti respiratori si abbassano a 2-3 al minuto e le pulsazioni cardiache passano
a 4-5 al minuto. La Marmotta ha un corpo tozzo, con una lunghezza totale
tra i 60 e i 90 cm. di cui 13- 20 di coda e un peso di circa 5-6 Kg. Ha zampe molto robuste e lunghi artigli che le permettono di scavare facilmente. Il muso è caratterizzato dalle piccole orecchie rotondeggianti e da lunghe
vibrisse (peli da 4 a 7 cm). Molto evidenti per il loro notevole sviluppo sono i
denti incisivi. Sono privi di radice e pertanto a crescita continua: l’animale li consuma giornalmente durante la masticazione. Gli occhi sono distanziati e permettono un maggior campo visivo (fino a 300°). La coda è lunga e termina con un ciuffo di peli neri. La folta pelliccia è di colore grigio-bruno sul dor-
PASSIONE NATURA Rubrica a cura di Walter Ferrari - Tel. 339.7615179
La Marmotta, regina dei pascoli di alta montagna so e ruggine sulla parte inferiore. Mediamente la durata della vita di una Marmotta si aggira intorno ai
15-18 anni. La Marmotta predilige i pascoli di alta montagna tra i 1500 e i 3000 metri. I suoi preferiti sono quelli che alternano il prato alla pietraia e con la presenza di grossi sassi. Le marmotte sono animali territoriali. Esse sono dotate di ghiandole che si trovano nei cuscinetti plantari delle zampe posteriori, sul muso e nella zona anale con le quali sono in grado di “marcare”
il territorio. Nonostante questo però le zuffe tra marmotte di gruppi  differenti sono abbastanza comuni. Se però il pericolo è più serio allora la parola d’ordine è la fuga. Quando una “sentinella” percepisce la presenza di un pericolo si alza a candela sulle zampe posteriori ed emette un grido
simile ad un fischio avvisando il resto della comunità di rientrare nelle tane. Il
più grande predatore è rappresentato dall’aquila seguito dalle volpi e dai cani vaganti. La Marmotta è un animale diurno: esce dalla propria tana al mattino, per rientrarvi solo nelle ore più calde e al crepuscolo. La Marmotta è  vegetariana per cui si nutre essenzialmente di erbe graminacee, radici, frutta, fiori, bulbi e tenere foglioline. Non beve acqua poiché il suo fabbisogno giornaliero è soddisfatto da quella ingerita con le erbe. Il risveglio dal letargo
coincide con l’inizio del periodo degli amori che inizia ad aprile e si protrae fino a giugno. L’accoppiamento avviene nella tana e dopo una gestazione di circa 40 giorni nascono i piccoli (da 2 a 5) nudi e ciechi e solo dopo 3 settimane dalla nascita apriranno gli occhi. Dopo essere allattati per circa un mese e mezzo diventano indipendenti. I piccoli dell’anno sono facilmente riconoscibili, oltre che per le minori dimensioni, anche per il colore grigio uniforme del mantello. In Europa ha colonizzato quasi tutte le grandi catene montuose, fino ai  Pirenei, dove è stata introdotta recentemente. In Italia vive sull’arco alpino ed è stata rilasciata in zone dell’Appennino settentrionale. In Lombardia è distribuita nella fascia alpina e prealpina, e sull’Appennino oltre il limite della vegetazione arborea. Non sembra subire particolari minacce ed è anzi in  espansione in diverse aree (in Lombardia ne è un esempio il versante orobico
meridionale). La specie è attualmente protetta e quindi non cacciabile.
Foto di Walter Ferrari