Le lucciole, uno spettacolo che lascia a bocca aperta

Sono ormai diversi anni che nel mese di Maggio assistiamo alla celebrazione della Messa serale alle ore 21 nella Cascina Belpensiero di Dresano presso la famiglia Monfrini.

Di questa celebrazione sono stato informato la prima volta dalla Sig.ra Ada Monfrini,  moglie del più noto Dr. Giuseppe Gerosa Brichetto, entrambi non più tra noi,  in occasione di una visita a casa sua.  Quando il tempo lo permette la Messa viene celebrata  all’aperto in mezzo alla cascina, sotto le fronde  di un enorme platano (Platanus hispanica), capitozzato a forma di grande ombrello. La Signora Ada mi confidò che l’albero fu piantato in occasione della sua nascita, avvenuta quasi un secolo fa. Al termine della Messa viene recitato il rosario lungo un breve tragitto nei campi fino a  raggiungere una cappelletta con all’interno  la statua della Madonna, posta nelle vicinanze della cascina stessa. Ed è proprio durante questo percorso, nel buio della sera, che ogni anno si ripete la magia del volo di centinaia di lucciole che tra i fossi e in mezzo all’erba illuminano con la loro luce  intermittente la campagna circostante, tra l’ammirazione e lo sbalordimento dei presenti sempre affascinati da questo meraviglioso spettacolo della natura, purtroppo sempre più raro a vedersi. In tutto il mondo  esistono circa 2000 specie  di lucciole, che appartengono alla famiglia dei  Lampiridi. Questa famiglia  è compresa nell’ordine dei Coleotteri, di cui fanno parte  anche la Coccinella e il Maggiolino. Le specie più diffuse in Italia e in particolare nelle campagne dell’Est Milanese irriguo, sono quattro: Luciola italica, Luciola lusitanica, Lamprohiza splendidula, Lampyris noctiluca. La lucciola più diffusa in Europa è la Lampirys noctiluca. Le femmine hanno un aspetto larviforme, sono prive di ali e raggiungono la lunghezza massima di circa 12 millimetri. I maschi, invece, sono di minori dimensioni (10 millimetri), sono chiaramente riconoscibili come coleotteri in quanto possiedono, normalmente sviluppate, le ali anteriori (elitre), modificatesi a formare una sorta di astuccio per proteggere il secondo paio di ali membranose dagli urti e dalla disidratazione. La lucciola è in grado di creare luce in ogni fase della sua esistenza, anche allo stadio di uovo, ma la luce più forte è quella emessa dagli adulti, in particolare dai maschi. Gli organi luminosi sono posti nella parte terminale del corpo dell’insetto, sotto gli ultimi tre segmenti  del suo addome. Gli insetti assimilano ossigeno e, all’interno di speciali cellule, lo uniscono  con una sostanza chiamata  luciferina per produrre luce quasi senza calore. La luce è  solitamente intermittente e lampeggia secondo modalità uniche per ciascuna specie. Tra le lucciole, soltanto i maschi volano, mentre quasi tutte le femmine se ne stanno nascoste tra l’erba. Durante il giorno le lucciole se ne stanno nascoste e immobili tra la vegetazione, ma non appena la notte sopraggiunge, le femmine escono dai loro rifugi, si arrampicano lungo i fili d’erba e mettono bene in mostra il loro addome luminescente. Il maschio, che ha raccolto il segnale della femmina, dirige il suo volo verso il punto luminoso, rispondendo con i propri segnali, mentre la femmina continua a chiamarlo silenziosamente con le sue luci. Al termine di questo inconsueto  cerimoniale amoroso avviene l’accoppiamento che può durare diverse ore. I maschi muoiono poco dopo l’accoppiamento, mentre le femmine sopravvivono per alcuni giorni, ovvero il tempo di deporre le uova. Dopo aver maturato il seme per cinque-sei giorni, le femmine si portano a terra e scavano una piccola buca  anche di dieci centimetri di profondità, dove depongono un centinaio di uova sferiche di colore giallastro, anch’esse luminose. Le larve nascono dopo 30 giorni dalla deposizione e, se le condizioni climatiche lo consentono, iniziano subito a cacciare;  sono carnivore  e si nutrono di lumache e chiocciole. La larva non è in grado di vedere, ma segue la scia lasciata dalla lumaca. Questa viene morsa più volte all’altezza della testa e in breve tempo, grazie al veleno iniettato, subentra la paralisi. A questo punto entra in azione un enzima che predigerisce le carni della chiocciola trasformando la massa muscolare in un brodetto liquido e nutriente. La lucciola vive circa due anni allo stadio di larva, e in questo periodo sverna sotto pietre o tronchi in zone umide. Via via che la larva cresce, la pelle viene mutata più volte; avvenuta l’ultima trasformazione, la vita degli adulti  è breve, al massimo qualche settimana nei mesi di maggio-giugno. Da sempre fonte di stupore per la luce che emettono, le lucciole in tutto il mondo hanno ispirato innumerevoli poesie, dipinti e storie fantastiche. In Italia, è divenuta famosissima la breve poesia di  Trilussa intitolata “La Lucciola”:
La Luna piena minchionò la Lucciola:
- Sarà l’effetto de l’economia,
ma quel lume che porti è debboluccio…
- Si, - disse quella - ma la luce è mia!