Tutto sulla terapia con le cellule staminali

 

Chi è Ivan Santolin?
Sono un malato di una grave malattia genetica legata al cromosoma X, che con la progressiva degenerazione porta ad una demielinizzazione mielinica. Dall’età di 17 anni ho girovagato per molti ospedali d’Italia in cerca di una diagnosi, purtroppo senza risultati. A 20 anni ho cominciato a studiare medicina, in particolare neurologia e cellule staminali, per cercare di capire i miei malori; questo mi è servito molto dopo aver visto i risultati diagnostici e l’inefficacia dei farmaci. Così, mi sono buttato sulle staminali e ho effettuato uno studio per capire bene quali cellule, a oggi, siano più sicure ed efficaci per malattie neurodegenerative. Ho conosciuto, inoltre, decine di persone che si sono recate all’estero in diversi istituti del mondo (Russia, Cina, Ucraina, Germania, Santo Domingo). Questo mi è servito per capire quali fossero le staminali più adatte ai pazienti con problemi neurologici da malattie croniche o di origine genetica. Sono quindi partito per l'oriente che non riuscivo a deambulare più di 10 metri con l’ausilio di stampelle e molle di codivilla. Ora, dopo il trattamento, cammino senza fermarmi ogni metro ne stancarmi, riesco a fare le scale senza stampelle, non ho più spasticità e l’ipertono muscolare, ma soprattutto non ho più i miei dolori assillanti e quella spasticità allo stomaco che mi impediva di uscire di casa anche in carrozzina. Ho cambiato la vita e il modo di affrontare le giornate.

Quali sono gli obiettivi che si prefigge la vostra associazione?
Aiutiamo i malati portatori di atassia, sla, lesione celebrale, sclerosi multipla, atrofia del cervello, guillan-barre, ipoplasia del nervo ottico, frattura spinale, ictus, adrenoleucodistrofia, sindrome di west e svariate altre malattie a iniziare un trattamento di terapia biotecnologica sulla base di cellule staminali da cordone ombelicale.

Che cosa si intende con il termine cellule staminali?
La fonte delle cellule staminali, impiegate nei pazienti, è il sangue ottenuto dal cordone ombelicale di neonati sani, aventi madri sane. Immediatamente dopo il parto personale, vengono prelevati normalmente da 80 a 140 ml di sangue dal cordone ombelicale, che vengono posti in una sacca sterile contenente un fattore anticoagulante. La sacca contiene da 100.000 a 300.000 cellule staminali. A questo punto, il sangue viene immediatamente spedito ai laboratori per un primo controllo. Per incominciare, si ripassa attentamente la storia medica della madre. Dopodiché, il sangue viene sottoposto a un test, al fine di assicurarsi che non esistano disordini genetici, contaminazioni microbiologiche e/o malattie ereditarie come Aids, sifilide, Cmv, Htlv ed epatite. Qui il sangue viene controllato ancora una volta per confermare i primi risultati della banca del sangue. Questo doppio test garantisce la sicurezza totale ai pazienti. Terminati i controlli, il sangue passa per un processo chiamato “lavaggio magnetico”, volto a eliminare (per mezzo di minuscole sfere magnetiche ricoperte di anticorpi, agli antigeni delle cellule staminali) ogni materiale inutile, lasciando unicamente le staminali desiderate. Una volta terminata questa separazione immuno-magnetica, le staminali vengono messe a coltura in una soluzione contenente nutrimento e fattori per la loro crescita. La soluzione è libera da qualsivoglia prodotto o sottoprodotto di origine animale. Il terreno di coltura viene cambiato ogni 1 o 2 giorni. Le cellule vengono lasciate a proliferare per un periodo che va da 7 a 10 giorni, sotto controllo costante: al minimo segno di contaminazione o comunque di comportamento indesiderato, la coltura viene immediatamente distrutta. Le cellule vengono raccolte al momento ottimale, vale a dire prima che inizino a svilupparsi in cellule specializzate. In questa fase, sono normalmente da 7 a 10 milioni. Le cellule passano attraverso un ulteriore processo di lavaggio, per eliminare qualsiasi traccia del terreno di coltura e ogni particella, così finalmente abbiamo ottenuto delle staminali purissime, pronte per essere trasfuse. Le cellule staminali ricavate dal sangue del cordone ombelicale hanno il vantaggio di uno stato immune per così dire ancora "vergine", pertanto non sono aggressive nei confronti dell'organismo ricevente.

Per quale motivo si utilizzano le cellule staminali nel trattamento delle malattie neurologiche progressive croniche o genetiche?
Molti pazienti affetti da malattie neurodegenerative come la Sla, la sclerosi Multipla, l’atrofia muscolare progressiva, il morbo di Parkinson, ecc.., stanno cercando la possibilità di curarsi in maniera alternativa. La cura alternativa scelta con più frequenza è quella rappresentata dall’impiego delle cellule staminali. Come ormai è risaputo, le cellule staminali sono cellule molto giovani, indifferenziate, che possiedono il potenziale per trasformarsi in cellule molto specializzate, che possono andare a sostituire le cellule danneggiate di un organo riparandolo. Queste cellule hanno effettivamente dimostrato, in teoria e in pratica, di essere in grado di rigenerare aree danneggiate del sistema neurologico, risultato che in passato era assolutamente ritenuto impossibile.
L’esperienza clinica ha indicato che il trattamento con le cellule staminali non dà risultati coerenti: alcuni pazienti rispondono molto bene al trattamento, mentre altri rispondono in misura inferiore. Alcuni pazienti hanno addirittura mostrato una reazione positiva crescente al trattamento.
Il comune buon senso ci insegna che ogni fenomeno ha una sua ragion d’essere. In altre parole, ogni effetto è stato provocato da una causa. Nonostante ciò, la medicina convenzionale non offre alcun tipo di spiegazione per le osservazioni cliniche sopra menzionate. Quello che i neurologi si limitano a dire ai pazienti che appartengono al gruppo di chi ha subito solo peggioramenti, nonostante le cure, è che la loro malattia è dovuta a cause multiple e che l’unica speranza risiede nel rallentare la progressione della malattia il più possibile. La guarigione non è contemplata. Il metodo della medicina funzionale, in questi casi, consiste nell’osservazione del fenomeno da diversi punti di vista. Per prima cosa, si ascolta il paziente e si prende nota dei disturbi che lamenta. Poi si osservano i cambiamenti dei sintomi clinici e in seguito si conducono test di laboratorio riguardanti il metabolismo per confermare l’ipotesi. Ormai, la gran parte dei medici che praticano la medicina funzionale nel mondo concorda sull’ipotesi che stabilisce che dietro al quadro clinico di quest’ultimo gruppo di pazienti si nascondano alcune precise disfunzioni cellulari che interagiscono fra loro, come per esempio quelle che provocano gli squilibri della catena metabolica bioenergetica o gli squilibri delle catene metaboliche della biotrasformazione o ancora quelle che provocano l’accumulo delle tossine nel corpo. Queste disfunzioni sono le principali responsabili della buona riuscita del trattamento, sia che provenga dall’ambito della medicina convenzionale, sia che consista nell’utilizzo delle cellule staminali.
Le malattie neurodegenerative possono essere provocate da molte cause diverse: da uno squilibrio della funzionalità dei mitocondri, da una risposta eccessiva del sistema immunitario, da un’infezione latente, da uno squilibrio nei processi di biotrasformazione, oppure da un accumulo di tossine nel corpo. Bisogna considerare che una malattia può essere provocata da molte delle cause sopraelencate, ma può anche succedere che una sola causa sia all’origine di diversi tipi di malattia. Fortunatamente, alla base di questi squilibri si può sempre riscontrare un problema relativo a una semplice equazione: l’equilibrio omeodinamico in relazione allo stress ossidativo.
L’equilibrio omeodinamico consiste nel soddisfacimento dell’equazione composta nella prima parte dalla percentuale dei radicali liberi prodotti nel complesso da mitocondri, liposomi, sistema immunitario, tossine, ecc.. e nella seconda parte dalla capacità del corpo di difendersi, cioè dalla sua capacità antiossidativa. Quando uno dei due membri dell’equazione raggiunge valori troppo elevati l’equilibrio dell’equazione cessa di essere soddisfatto. Se lo squilibrio dovesse perdurare a lungo – i radicali liberi superano in numero gli antiossidanti – allora si potrebbe produrre un danno alla struttura cellulare, in particolare a carico dei lipidi, proteine, Dna, Rna, ecc...

Quali miglioramenti si possono ottenere attraverso questa terapia?
I miglioramenti che si possono ottenere sono sempre in base alla situazione iniziale del paziente, per questo, insisto, con molti pazienti affetti da malattie croniche di non aspettare che l’acqua arrivi alla gola, visto che i farmaci, in queste patologie, hanno risultati solo palliativi.

Possono verificarsi delle complicazioni o effetti indesiderati?
L’unico effetto può essere solo qualche linea di febbre il giorno dopo del trapianto.

Quali cure e terapie bisogna affiancare dopo il trattamento “cellule staminali”?
Le terapie da affiancare sono diverse per patologie da affrontare e per lo stato del paziente.

Per ulteriori informazioni www.terapiestaminali.org o telefonare al numero 320 8865463.

Maurizio Zanoni