Anche quest’anno in estate, numerosi cani e gatti sono stati abbandonati o, se vogliamo essere ottimismi si sono persi; come possiamo aiutarli

Un animale che vaga senza meta, inquieto e guarda i passanti, è in un’evidente situazione di pericolo e, l’80% dei cani e gatti abbandonati o persi, rischia di morire di stenti o in incidenti stradali

Nonostante che la legge preveda l’arresto fino a un anno e multe salate, anche quest’anno in estate, numerosi cani e gatti sono stati abbandonati o, se vogliamo essere ottimismi, non sono stati abbandonati ma si sono persi. Un animale che vaga senza meta, inquieto e guarda i passanti, è in un’evidente situazione di pericolo e, l’80% dei cani e gatti abbandonati o persi, rischia di morire di stenti o in incidenti stradali. Innanzitutto per poterli aiutare occorre capire se l’animale, cane o gatto, si è perso o è un randagio. Se è spaesato, confuso e si muove a disagio, con molta probabilità ci troviamo di fronte ad un animale smarrito o abbandonato. Se invece è sicuro di se, cammina tranquillamente annusando e marcando, vuole dire che vive libero sul territorio e conosce l’ambiente (i cani delle cascine per fare un esempio). Cosa possiamo fare per aiutare un animale abbandonato? Istintivamente vorremmo prenderlo e portarlo a casa, ma nella speranza che si sia solo smarrito, è meglio seguire un iter ben preciso per tentare di ricongiungerlo al legittimo proprietario. Se si tratta di un gatto, supponendo  sia abituato a vivere nelle mura di casa,  possiamo provare ad avvicinarlo con un po’ di cibo e tentare di prenderlo magari utilizzando  un telo per afferrarlo senza fargli male e senza farsi graffiare.  Se tutto va a buon fine, purtroppo non potremo  risalire facilmente al proprietario perché, raramente,  i gatti sono microchippati (solo dall’inizio di quest’anno si prevede per i gattini nati da gennaio). Per ritrovare il proprietario utilizziamo i social per gli appelli con foto e descrizione del micio e un numero di cellulare a cui chiamare e, volendo, affiggiamo  cartelli nella zona di ritrovamento e nei dintorni sempre con foto e informazioni adeguate. Se non si lascia avvicinare e mostra chiari segnali di disagio, quali il pelo gonfio e la coda irta,  la soluzione è richiedere l’intervento delle forze dell’ordine che contatteranno il personale addetto alla cattura di animali vaganti. Sempre meglio finire in un gattile che investito da un’auto!! Se si tratta di un cane, e si lascia avvicinare in sicurezza, possiamo improvvisare un guinzaglio di fortuna per evitare che scappi. Se ha una targhetta identificativa, possiamo contattare direttamente il proprietario, altrimenti chiameremo le forze dell’ordine per il recupero. Mentre aspettiamo l’incaricato del canile rifugio di zona, tentiamo di avvicinarlo con cautela, magari accucciandosi per mettersi al suo livello e incrociarne lo sguardo, parlandogli con dolcezza. Possiamo anche provare a tendergli la mano, con il palmo verso l’altro, o dargli un bocconcino gustoso. Attenzione anche ai segnali: se il cane mostra i denti e ha il pelo irto è meglio attendere l’arrivo delle autorità competenti. Se il quattro zampe viene avvistato mentre vaga su una strada a grande scorrimento, fermarsi potrebbe rappresentare un pericolo per entambi e quindi è meglio avvisare la Polizia Stradale o i Carabinieri. E quali sono le cose che assolutamente non si devono fare? Innanzitutto correre incontro al pet per cercare di prenderlo. Se è già spaventato potrebbe scappare mettendosi in una situazione di pericolo ancora più grave o addirittura diventare aggressivo nei confronti di chi tenta di dargli aiuto.  Anche i nostri gesti o l’atteggiamento possono essere percepiti come una minaccia. Quindi, evitiamo rumori improvvisi, movimenti bruschi o tentativi maldestri di afferrarlo. Se sembra ferito o sofferente, è utile ridurre al minimo il nostro aiuto e richiedere un tempestivo intervento di recupero segnalando già dalla telefonata che l’animale ha bisogno di un veterinario. Non ci sono ragioni valide perché un animale sia abbandonato. Avvilente e disumano, oltre che incivile, è il caso in cui l’abbandono non nasce da una necessità, ma solo dalla scomodità di prendersi cura dell'animale (magari vecchio e malato) o di non scegliere vacanze adeguate che annoverino il cane come parte della famiglia. Purtroppo anche l’emergenza Coronavirus ha peggiorato la situazione o ha favorito una nuova giustificazione per gli abbandoni... nonostante che, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, abbia affermato in più occasioni che “non esistono prove sulla trasmissione del virus da animale a uomo”. Ma l’abbandono degli animali non induce un senso di colpa nei proprietari non più amorevoli? O gli affetti, per queste persone, sono segno di debolezza e di dipendenza? Gli animali domestici evocano fortemente affetti ed emozioni (che hanno in particolare l'accettazione della tenerezza), abbandonandoli, oltre che per le ragioni contingenti di scomodità nel tenerli, fa trionfare  l’indifferenza. Un animale è per sempre!!
Graziella Baruffi
https://www.dogangels.it/

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