Anche il settore zootecnico è chiamato ad abbassare le emissioni

Cari web lettori, qualche settimana fa l’ONU ha lanciato l’allarme sull’effetto serra nonché l’urgente necessità di attivare i meccanismi per attenuare la crescita di questo fenomeno. In questa rubrica dedicata alle soluzioni legali riguardanti la Co2, abbiamo avuto modo di illustrare quali sono i meccanismi legali per abbassare le emissioni di gas a effetto serra.

Inoltre abbiamo illustrato come è possibile abbinare l’interesse imprenditoriale all’interesse ambientale attraverso dei mercati di scambio di quote di emissioni di gas. Come quadro riassuntivo di quanto analizzato in questa rubrica possiamo dire che ci sono tre tipi di mercato dove è possibile scambiare le quote: il Mercato regolato di Kyoto, il Mercato europeo di scambio delle quote di gas a effetto serra e il Mercato volontario del carbonio.
I predetti mercati hanno tutti le loro peculiarità, aspetto questo che è stato analizzato in altri articoli pubblicati in questa rubrica.
Questa premessa ci consente di considerare la forte intenzione a livello internazionale e comunitario di abbattere le emissioni di gas ad effetto serra, intenzione confermata dal fatto che ogni volta vengo valutati altri settori cui allargare la normativa. In questo caso parliamo del settore zootecnico.
Secondo uno studio pubblicato dalla FAO (http://www.fao.org/news/story/it/item/198175/icode/), i gas a effetto serra nella produttività zootecnica risalgono fino a 7,1 gigatonnellate di CO2 all’anno.
Le principali fonti di emissioni, aggiunge FAO, sono: la produzione e la lavorazione di mangimi (45% del totale), il processo digestivo delle mucche (39%) e la decomposizione del letame (10%). Il resto, aggiunge FAO, è imputabile al trattamento e al trasporto dei prodotti animali.
Oggi il settore zootecnico si è messo in moto con il fine di trovare delle soluzioni per abbassare le emissioni (per maggiori informazioni leggere l’articolo della FAO al link sopra indicato).
Vi saluto, cari lettori, non senza prima commentare e condividere il pensiero della FAO e cito testualmente: “Solo attraverso il coinvolgimento di tutte le parti interessate - il settore privato e quello pubblico, la società civile, il mondo accademico e la ricerca, e le organizzazioni internazionali - saremo in grado di trovare soluzioni che affrontino la diversità del settore zootecnico e la sua complessità" (Wang).
Il predetto criterio di coinvolgere sempre di più tutte le parti interessate nell’abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra, è stato largamente condiviso di questa rubrica che porta il nome appunto di IusCo2 a cura di Legal Consulting Borromeo. Lo scopo della rubrica non è altro che affiancare le aziende del territorio, avendo come fondamentale punto di riferimento la tematica giuridica delle emissioni di gas a effetto serra.
Buona lettura!

Avv. Diana Yuditxa Bautista Martinez
Studio legale Legal Consulting Borromeo
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