Il Fagiano è un animale schivo e timido, non avendo spiccate doti di volo, è un ottimo camminatore ed eccellente corridore |Gallery|

Ha forme abbastanza massicce e becco robusto con ali brevi e coda lunga. Piuttosto accentuate sono le differenze tra i sessi: la femmina è di colore marrone chiaro maculato, mentre il maschio è molto appariscente con testa e collo verdi, zona intorno all’occhio e guance nude con bargigli rossi pendenti, collarino bianco

Passeggiando ai margini dei prati in primavera/estate oppure lungo i campi arati  in autunno/inverno, mi capita  spesse volte di vedere qualche Fagiano, che essendo dotato di ottima vista, al mio avvicinarsi, anche a 200/300 metri di distanza,  corre veloce a nascondersi. In altre situazioni mi ha sorpreso a breve distanza, con un balzo improvviso, un frullo d’ali e un fragoroso verso, tale da spaventarmi. Il Fagiano, infatti, è un animale schivo e timido, e rimane per lo più nascosto nella vegetazione; non avendo spiccate doti di volo (non supera mai i 20 m. da terra), è un ottimo camminatore ed eccellente corridore. Il Fagiano comune (Phasianus colchicus) è un uccello appartenente all’ordine dei Galliformi e alla grande famiglia dei Fasianidi, della quale fanno parte anche la Starna, la Quaglia e la Pernice. E’ importante sia dal punto di vista ornitologico (essendo molto comune nel nostro territorio) sia dal punto di vista alimentare poiché è una delle selvaggine più pregiate.
E’ un uccello di taglia medio-grande: il maschio, lungo 70-80 cm, raggiunge i 1200-1500 gr, mentre la femmina, lunga circa 60 cm, i 900-1200 gr. Ha forme abbastanza massicce e becco robusto con ali brevi e coda lunga. Piuttosto accentuate sono le differenze tra i sessi: la femmina è di colore marrone chiaro maculato, mentre il maschio è molto appariscente con testa e collo verdi, zona intorno all’occhio e guance nude con bargigli  rossi pendenti, collarino bianco; il piumaggio del corpo è rossiccio con alcuni riflessi metallici e sulla parte posteriore del tarso è presente uno sperone ben sviluppato.
Il Fagiano è una specie stanziale  molto legata al territorio nel quale nasce. Predilige ambienti vari, ma vive bene anche nelle monoculture. Aree coltivate, radure, boschi, pianure sono tutti ambienti ove è possibile trovare il Fagiano. La sua alimentazione è soprattutto basata su semi di graminacee, sia coltivate (come grano e mais) sia selvatiche, ma non disdegna bacche, germogli, erba e, raramente, qualche piccolo insetto, vermi e lumache.
La stagione della riproduzione  inizia  di solito ad aprile-maggio. Di natura poligama un maschio di Fagiano si accoppia  con tre o quattro femmine l’anno. Le femmine costruiscono il nido in una fossetta nel terreno ben nascosta tra la vegetazione e vi depongono  6-10 uova di colore nocciola chiaro che covano per 24-25 giorni. Dopo circa due settimane  i piccoli sono già capaci di fare i  primi voli, ma rimangono con la madre fino a circa due mesi di vita.
La storia del Fagiano inizia in Oriente, dove, fra l’Asia Minore e la Cina, sono distribuite una trentina di sottospecie. Ed è per motivi estetici  che i Romani per primi introdussero in Europa i fagiani colchici, provenienti cioè dalla Colchide (l’attuale Georgia) nome che ancora è richiamato nella denominazione scientifica. Dapprina quindi fu ornamento di parchi e giardini di ville patrizie; successivamente venne introdotto in riserve di caccia di nobili  e re e, forse, fuggendo da questi luoghi, qualche individuo si riprodusse in libertà.
Nel territorio italiano si è ben adattato ed è diffuso in molti habitat, dalla pianura alla montagna (fino ai 1200 mt), anche se predilige i terreni coltivati delle pianure dove trova facilmente il cibo. Accanto  agli esemplari selvatici, sono spesso immessi nel territorio fagiani allevati, a scopo essenzialmente venatorio. Il Fagiano è, infatti, l’animale stanziale più cacciato al mondo, essendo diffuso, oltre che nelle aree d’origine  anche nelle Americhe.
I principali predatori naturali del Fagiano sono le volpi e i corvidi (come le gazze e le cornacchie che si cibano delle uova) e i rapaci; purtroppo alcune covate vengono distrutte durante i lavori nei campi dai mezzi agricoli.

Foto e testo di  Walter Ferrari

Rubrica a cura di Walter Ferrari Tel. 339.7615179 - www.walterferrari.it