Il Merlo nidifica dove c’è l’uomo per proteggersi
Osservando per molti anni il comportamento del merlo sono arrivato alla conclusione che ama l’uomo;

18 giugno 2015
Costruisce il suo nido vicino a lui, nelle siepi degli orti, tra le piante sui balconi o nei giardini, forse per proteggersi da rapaci o corvidi. Ne è riprova il fatto che ai primi di maggio i miei amici Carla e Giuseppe, che abitano al primo piano del palazzo vicino al mio, mi hanno chiamato per informarmi che anche quest’anno una coppia di merli aveva fatto il nido sul balcone della cucina, in alto su una mensola del tubo di scarico dei fumi delle caldaie; l’anno scorso invece il nido l’avevano costruito in mezzo alle foglie dell’edera molto folta che si arrampica fino al balcone del piano superiore. Sono corso a fotografare il nido e le uova che la merla stava covando. Dopo una quindicina di giorni, verso il 20 di maggio, ho potuto immortalare 4 piccoli implumi che mi hanno accolto con il loro beccuccio aperto. Ai primi di giugno hanno iniziato ad abbandonare il nido. (Le foto sono a corredo di questo articolo). Un tempo i contadini nelle cascine o nei paesi usavano prelevare i piccoli dal nido ed allevarli in una voliera, in questo modo diventava un uccello di compagnia per il suo canto melodioso; oggi è una pratica non più consentita. Il merlo e’ un uccello molto comune che conoscono in molti, anche i miei nipotini Federico e Cecilia, che li rincorrono al parco giochi e si stupiscono nel vederli volare via. Scientificamente parlando il merlo si chiama Turdus merula e appartiene all’ordine Passeriformes, della famiglia delle Turdidae. Il maschio del merlo è lungo fino a 25 centimetri e presenta un piumaggio generalmente tutto nero, con un bel becco giallo e un anello giallo intorno all’occhio. La femmina è lunga 20-22 centimetri ed è di colore bruno scuro, con la gola più chiara. I giovani e le femmine hanno il becco scuro. Negli esemplari maschi sono a volte presenti fenomeni di leucismo, che si evidenzia con il colore bianco di parte delle ali e della coda. Più rari i casi di albinismo, che producono individui completamente bianchi (il mio amico Tonino M. ne ha avvistato uno a Mediglia). Saltella sul terreno e quando si posa fa scattare la coda verso l’alto, per poi abbassarla lentamente. E’ diffuso in quasi tutti gli habitat, ad esclusione di quelli di alta quota. Originariamente specie di bosco, si è ben adattato a vivere vicino all’uomo in parchi, giardini, campagne coltivate, un po’ ovunque ci sia un minimo di vegetazione. Si ciba di insetti e lombrichi e d’inverno anche di bacche e frutti. Ama cantare, dal mese di febbraio e soprattutto all’alba, da posatoi sopraelevati come le cime degli alberi, i tetti e le antenne. Il canto è un fischio puro, sonoro, molto vario, flautato, sempre allegro. Se allarmato, nel levarsi emette uno stridente ed improvviso chiacchierio che potrebbe spaventare chiunque che, distratto, si addentri nel suo habitat senza averlo notato. Nel corso dell’anno, dalla primavera all’estate, nidifica 3 volte, ma non riutilizza mai lo stesso nido e alla sua costruzione partecipano sia il maschio che la femmina . Il nido e’ realizzato a forma di coppa utilizzando fili d'erba secca e sottili ramoscelli. La femmina depone da 4 a 6 uova di colore azzurro-grigio e maculate in modo irregolare e provvede alla cova che dura 14-15 giorni, mentre il maschio sta di vedetta a distanza in modo da accorgersi per tempo dell’arrivo di predatori e mettere in allarme la compagna. I merli nascono ciechi e implumi; vengono alimentati all’interno del nido, alternativamente da entrambi i genitori e con grande frequenza. A circa 10 giorni gli occhietti sono ben aperti e spuntano piccole penne, prima sulle ali e poi dorso e coda. Dopo circa 3 settimane abbandonano il nido, ma non sono ancora in grado di volare. Dapprima restano a terra, nascosti in attesa dei genitori per l’imbeccata e poi cominciano a fare esercizio di volo. In natura il merlo ha solitamente una durata media di vita di 10/12 anni, ma in cattività può vivere anche fino a 15/18 anni. Dopo il passero, il merlo è il passeriforme più diffuso in tutto il territorio europeo; tra il 1850 e il 1860 è stato introdotto anche in Australia e Nuova Zelanda. Sono detti “giorni della merla” il 29, 30 e 31 gennaio: la leggenda racconta che il primo mese dell’anno avrebbe voluto punire la merla per averlo deriso, aggiungendo 3 giorni di particolare freddo ai 28 che già aveva. La merla per riscaldarsi si sarebbe rifugiata su un camino, diventando, da bianca, nera come la pece.
Walter Ferrari - Tel. 339.7615179
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18 giugno 2015