Sali dal mondo: ce ne sono di tutti i colori e per tutti i gusti. A voi la scelta
Il cloruro di sodio, il comune sale da cucina, costituisce un elemento importante per la nostra alimentazione: esso dà sapore e gusto ai nostri piatti e fin dall’antichità è stato utilizzato come conservante naturale dei cibi.
I Larn (Livelli di assunzione raccomandati dei nutrienti) ne propongono quantità che si aggirano sui 3,5 grammi al giorno. Per insaporire le pietanze, tuttavia, esistono alternative più salutari, come le spezie (per esempio, il peperoncino, il curry, la cannella) e le erbe aromatiche (come l'origano, il rosmarino, la salvia, il basilico).
In commercio esistono diversi tipi di sale: il più conosciuto e utilizzato resta il Sale marino, che deriva dalle saline e viene fatto essiccare naturalmente. In Italia le saline sfruttate industrialmente ancora oggi sono quelle di S.Antioco, Trapani, S.Margerita di Savoia e Cervia, ma nell’antichità ne esistevano molte di più. Il sale di origine marina contiene anche minerali importanti come calcio, magnesio, potassio e ferro e rappresenta una ricchezza per la nostra alimentazione. Vi è, poi, il Salgemma, anch’esso di origine antichissima, dovuto alla sedimentazione dei sali marini, che formarono vere e proprie miniere, le più famose delle quali si trovano in Toscana, Calabria e Sicilia: il salgemma risulta meno ricco di minerali rispetto al sale marino. Il Sale nero di Cipro, invece, è estratto per evaporazione delle acque dell’isola di Cipro: il caratteristico colore è dovuto alla presenza di carbone attivo, che risulta utile nei casi di gonfiore addominale.
Ricco di carbone è, anche, il Sale nero delle Hawai, dal sapore amaro, solforico, affumicato. In queste isole viene estratto, inoltre, un Sale rosso, in acque marine sature di argilla e ricche di ferro, utile nei casi di carenza da questo minerale.

I sali naturalmente colorati, oltre che per le diversità di sapore, trovano largo impiego nella cucina internazionale, specialmente per i piatti creativi.
Giulia Tosti