Viaggio in un alveare: alla scoperta delle api e del miele

La mia passione per la natura in particolare per la botanica mi ha portato conseguentemente ad interessarmi al mondo delle api, l'insetto artefice nella maggior parte dei casi dell’impollinazione dei fiori. Le api sono insetti sociali organizzati in un superorganismo e sono distinti in tre caste: regina, maschi/fuchi e operaie. Ogni casta ha compiti specifici.

L’ape regina, l’unica con capacità riproduttiva, riesce a deporre fino a 2.000-3.000 uova al giorno. Si distingue dalle altre api perché più grande e più lunga e per l’addome lungo e affusolato che contiene le uova. Ogni alveare ha una sola ape regina; nasce dopo 16 giorni dalla deposizione dell’uovo fecondato, mangia solo pappa reale e può vivere fino a 5 anni.
L’ape operaia nasce dopo 21 giorni dalla deposizione dell’uovo fecondato e vive circa 40/50 giorni. Costruisce i favi di cera con le cellette, tiene pulita l’arnia e la difende dai nemici, raccoglie il nettare, per trasformarlo in miele, e il polline. Nell’arnia, durante la stagione estiva, possono essercene fino a 50.000-60.000.
Il fuco, che è il maschio della famiglia, è più massiccio e non ha il pungiglione. Il suo ruolo principale è quello di accoppiarsi con la regina per rendere feconde le uova. Nasce dopo 23 giorni dalla deposizione dell’uovo non fecondato (partenogenesi), vive di media 40/50 giorni. Nell’alveare, tra aprile e luglio, se ne contano alcune centinaia.
Le api, della specie mellifera, producono il miele, che fu considerato nell’antichità uno dei cibi prediletti dagli dei, ed è uno dei pochi alimenti che la tecnica moderna non è ancora riuscita a sostituire; ha un eccezionale potere nutritivo, composto per il 79% da zuccheri semplici direttamente assimilabili, profumato e gradevole grazie ai suoi aromi, ricco di sali minerali, tra cui il ferro e il fosforo e di vitamine, particolarmente indicato nella dieta del bambino e dell’anziano.
Il miele prende il profumo dei fiori del cui polline si sono nutrite le api, abbiamo quindi tante qualità di miele, il cui colore va dal giallo chiaro ad un colore ambrato quasi nero: miele di acacia, di agrumi, di castagno, di erba medica, di eucalipto, di tiglio, millefiori, ecc…
Queste sono alcune informazioni di carattere scientifico. La mia innata curiosità però mi ha spinto, come sempre, a ricercare sul territorio alveari e apicoltori per conoscere, per così dire dal vivo, come si produce il miele.
Ho incontrato e intervistato il signor Ovidio Locatelli, 61 anni, di Settala, uno tra i più grossi produttori di miele della zona. Apicoltore da 50 anni con una grande passione trasmessagli dal padre e dal nonno, possiede 700 arnie dislocate nel territorio e alcune in province più lontane per la produzione di miele monofloreale.
La sua produzione annuale è di qualche tonnellata di miele tra cui: tarassaco, acacia, castagno, tiglio, melata e millefiori e prodotti vari dell’alveare (pappa reale, propoli, polline), e viene venduta sia a privati che all’ingrosso.
Dal punto di vista ambientale mi ha spiegato che le api stanno attraversando un periodo discreto, anche se soffrono un po’ dell’inquinamento dell’acqua di superficie e di falda dovuto ai trattamenti chimici in agricoltura. Uno dei nemici dell’ape è un acaro, la varroa, che va combattuto con prodotti a base naturale.

Walter Ferrari
Associazione Naturalista Carengione
tel: 339.7615179
 
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