Lontani dal naturale, sempre più immersi nell’artificiale

Impazza la moda sul biologico, diete vegane e cruelty free…

Krill nordico: Meganyctiphanes norvegica

Krill nordico: Meganyctiphanes norvegica

Impazza la moda sul biologico, diete vegane e cruelty free… c’è la corsa al naturale, alle origini al tutto più sano e più bio..ma poi essendo del mestiere si presentano delle situazioni che fanno riflettere, per lo meno a me!
Partiamo da un problema diffuso a carico dell’apparato cardiovascolare, mi riferisco alle lipoproteine plasmatiche, ovvero colesterolo e trigliceridi tanto temuti da molti italiani! Mi hanno presentato nuovi integratori alimentari per migliorare il quadro lipidico ematico e il benessere cardiovascolare. Fin qui niente di nuovo, in farmacia ce ne sono molti e ultimamente si trovano anche al supermercato, alla portata di tutti. Premettendo che già l’utilizzo o meno di integratori potrebbe essere l’incipit di una lunga discussione, vorrei porre l’attenzione su di una questione più complessa: l’utilizzo di integratori di origine animale per curare una patologia che in molti casi può essere imputabile ad uno stile di vita scorretto.
Mi presentano prodotti a base di Krill, in particolare olio di Krill, piccolissimi crostacei che vivono nelle acque dell’antartico. Io li chiamo “gamberetti” amichevolmente, e trovo assurdo che vengano sprecate energie per andare a prelevare il nutrimento di animali quali foche, balene e pinguini per rimediare alle nostre scorpacciate. E’ vero che di Krill ce ne sia in abbondanza, ma io sono molto contraria al concetto di prelevare questa specie dal suo habitat e incapsularla per fare contenti noi umani che vogliamo tutto e subito. I nostri mari soffrono, così come molte specie e allora perché interferire con interventi come questo? Per andare a prelevare il krill di sicuro ci vogliono risorse economiche per l’azione fisica del recuperarli e poi servono altre energie per il processo di trasformazione che crea l’integratore nutrizionale. Ma vi rendete conto di quante energie sprecate e quanto fastidio diamo alla natura?
Se avete il colesterolo alto intanto fate una riflessione sul vostro stile di vita, fumo, assenza di attività fisica e dieta sregolata spesso incidono in negativo. E’ vero che spesso ne produciamo in maniera endogena, ma è anche vero che prima di andare ad usare l’integratore con l’olio di krill possiamo usare altri estratti fitoterapici che hanno meno impatto ambientale.
Lo so, sono polemica, ma perdonatemi vi sembra possibile prendere una capsula che ha significato un “gamberetto” in meno, quando poi, sulla tavola abbondano già altri cibi animali?
Provate a fare una riflessione su quanti cibi animali mangiate, e sull’impatto che i processi industrializzati relativi all’allevamento e alla trasformazione, hanno sull’ambiente. Credo siamo sempre più lontani dallo stile di vita che tutti pubblicizzano e vorrebbero attribuirsi. Non si può mangiare, anche il “ gamberetto “ in capsula, dopo il prosciutto e il salame, con la convinzione di risolvere il problema del colesterolo! Create un problema più grande, riflettete e scoprite quale! 

Il Krill

Il Krill