Il diabete tipo 2, una malattia che compare dopo i 40 anni, anche se l’età di insorgenza si sta abbassando

Laura Cassarà - diabetologa della Sandonato Medica - illustra le patalogie che possono insorgere legate alla malattia

Basta un esame del sangue per identificare un eventuale rischio di sviluppare il diabete

Basta un esame del sangue per identificare un eventuale rischio di sviluppare il diabete

Non tutti sanno che esistono due tipi di diabete. Se il tipo 1 è quello che colpisce maggiormente bambini e giovani ed è determinato da carenza insulinica, il tipo 2 ne è la forma più frequente, provocata da iperglicemia legata ad un difetto di azione dell’insulina che progressivamente diminuisce. Il diabete tipo 2 compare soprattutto dopo i 40 anni, anche se l’età di insorgenza si sta abbassando per la sempre maggiore diffusione dell’obesità, anche fra i più giovani.

«Di certo, spiega Laura Cassarà - diabetologa della Sandonato Medica - il diabete di tipo 2 è tipico dell’età più avanzata. In Italia circa l’8% della popolazione è affetta da diabete, ma sono davvero numerose le persone che convivono con la patologia, senza saperlo perché non hanno avuto ancora una diagnosi, anche se i sintomi del diabete, sono inequivocabili: stanchezza, abbassamento della vista, necessità di urinare, dimagrimento e molta sete».

Come si può prevenire il diabete?
«È sufficiente seguire uno stile di vita sano e correggere eventuali errori alimentari. I soggetti in sovrappeso, gli obesi, chi soffre di ipertensione, ma anche chi conduce una vita sedentaria e soprattutto chi ha una familiarità dovrebbero controllare periodicamente la glicemia: basta un esame del sangue per identificare un eventuale rischio di sviluppare il diabete, o evidenziarlo direttamente».

Quali sono le principali complicanze croniche del diabete non curato?
«La patologia diabetica accelera i meccanismi dell’aterosclerosi, dell’invecchiamento aumentando, quindi, il rischio di fragilità e disabilità. Il diabetico vive con un elevato rischio di infarto, di ictus, ma anche di cecità. Il rischio di impotenza nell’uomo supera di poco quello di incorrere in nefropatie che possono sfociare in dialisi mentre, da non trascurare, sono le conseguenze della comparsa di ulcere diabetiche che possono portare all’amputazione».

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