“L’isola che c’è”, una canzone per denunciare con la musica il problema della plastica in mare

Simone Riva, cantante per passione di Peschiera Borromeo (Milano), conosciuto anche con il soprannome di “Turista Spazzino” per l’attività volontaria di pulizia degli ambienti naturali, lancia un grido di allarme per sensibilizzare le persone sull’importante tema

In un mondo in cui l’emergenza ambientale non può più essere ignorata, Simone Riva lancia un potente messaggio di denuncia con il suo brano intitolato “L’isola che c’è”. Attraverso una narrazione tagliente e grottesca, Riva dipinge un quadro spietato delle conseguenze del degrado ambientale, portando l’ascoltatore in un viaggio surreale in cui la plastica e i rifiuti sono protagonisti indiscussi.
Il testo della canzone inizia con un’apparente normalità: una chiamata a un’agenzia di viaggio per prenotare una vacanza. Al posto delle destinazioni da cartolina, con spiagge bianche e mare cristallino, viene però mostrata l’altra faccia della medaglia: mete, tristemente reali ed esistenti, ricolme di rifiuti, dove le reti mutilano le creature marine e il petrolio infesta le acque. 
«Le immagini evocate, forti e disturbanti, non lasciano spazio a fraintendimenti - dichiara il cantante Simone Riva -: il nostro consumo sfrenato e la gestione irresponsabile dei rifiuti stanno trasformando gli oceani e gli ambienti naturali in discariche a cielo aperto».
La scelta stilistica di Simone Riva, che oltre per la passione canora è conosciuto nel Nord Italia con il soprannome di “Turista Spazzino” per l’attività volontaria di pulizia dei luoghi dai rifiuti, è tanto ironica quanto amara. La canzone è una metafora sul disinteresse dell’umanità nel trovare soluzioni al grave problema dell’inquinamento.
Attraverso la sua opera, Simone Riva costringe il pubblico a riflettere sulle nostre responsabilità individuali e collettive, invitandoci a un cambiamento immediato.
“L’isola che c’è” è un esempio emblematico di come l’arte possa farsi portavoce di temi cruciali per il nostro tempo. Simone Riva utilizza il potere evocativo della musica e della parola per scuotere le coscienze e dar voce a chi non può difendersi: le creature marine, gli ecosistemi devastati, le future generazioni che erediteranno un mondo ferito.
Con un linguaggio universale, capace di colpire al cuore e alla mente, il cantante di Peschiera Borromeo (Milano) invita a guardare il problema negli occhi: «Non possiamo più aspettare, dobbiamo agire ora».
Già in passato lo stesso aveva usato la sua creatività musicale per sensibilizzare le persone a comportamenti positivi, ad esempio con il pezzo “Non abbandonare il cane”.
Il brano, registrato nello studio di Nicola Ursino a Revello (Cuneo), conferma il felice sodalizio che Riva ha stretto già da diverso tempo con il noto arrangiatore e polistrumentista.

Simone Riva canta "L'isola che c'è"

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