Il Cervo volante è un insetto utile e innocuo, non dannoso nonostante le sembianze

Deve il suo nome alla presenza di due strutture che ricordano le corna di un cervo, ma che altro non sono che mandibole molto sviluppate, che vengono usate dai maschi per sfidare i potenziali rivali

Foto Walter Ferrari

Il Cervo volante è un insetto utile e innocuo, non dannoso nonostante le sembianze. Si tratta  del più grande coleottero esistente in Europa e vive fino a 1000 metri; molto difficile da vedere, sia a causa delle sua predilezione per il periodo crepuscolare e notturno, sia per la sua rarità.
Potete quindi ben immaginare la mia  gioia quando quest’estate, in un paio di occasioni, ho potuto vedere e fotografare ben due esemplari. La prima volta a giugno a Rivolta (Cr) nel Parco della Preistoria, durante una visita con i nipoti Federico e Cecilia, ho visto un maschio di notevoli dimensioni  (circa 8 cm) , la seconda a luglio a Gromo (Bg) in Val Seriana dove trascorro le vacanze, ho trovato una femmina (circa 5 cm).
Il Cervo volante (Lucanus cervus) della famiglia dei Lucanidi,  presenta una colorazione brunita ed è dotato di due paia di ali: le prime sono molto robuste e prive di nervatura (elitre); le seconde sono più leggere, sono ripiegate sotto le prime e servono per volare. Il volo è rumoroso, lento e goffo ed assomiglia ad un piccolo elicottero. Deve il suo nome alla presenza di due strutture che ricordano le corna di un cervo, ma che altro non sono che mandibole molto sviluppate. Tali “corna” sono possedute unicamente dai maschi e vengono usate per sfidare i potenziali rivali durante la stagione degli amori, ma non a scopo predatorio, perché con l’apparato boccale succhiano la linfa delle piante e quindi non vanno a caccia di altri animali.
Le mandibole delle femmine invece, essendo più piccole, sono più funzionali e potenti, tant’è che vengono usate per incidere il legno delle piante prima della deposizione delle uova. Alla schiusa nascono delle larve chiare munite di potenti mandibole che utilizzano per incidere il legno.
I Cervi volanti vivono  fino a circa 5/6 anni, ma passano la maggior parte della loro vita nella forma di larva o nella forma intermedia detta pupa. Durante questo periodo si nutrono del legno di piante morte o morenti, scavandone i tronchi e vivendo protetti al loro interno. Gli adulti, presenti già fin dall’autunno, non escono all’aperto fino al giugno successivo. La loro vita adulta dura pochi mesi: i maschi, in genere, muoiono tra luglio e agosto, mentre le femmine possono sopravvivere più a lungo, restando attive fino a settembre avanzato.
Per il loro sviluppo i Cervi volanti necessitano di condizioni climatiche idonee e della disponibilità di legno morto. Infatti le larve si nutrono esclusivamente di legno già in decomposizione, preferibilmente ceppi di querce e castagni; il motivo per cui impiegano fino a 5 anni per svilupparsi è dovuto allo scarso valore nutritivo del legno morto, i cui nutrienti derivano principalmente dalle ife fungine presenti. Dopo la schiusa delle uova, le larve tritano il legno ammorbidendolo. Altri microorganismi lo degradano ulteriormente trasformandolo in humus ricco di  sostante nutritive. In questo modo i cervi volanti  contribuiscono a chiudere il ciclo dei nutrienti. Viceversa le larve sono fonte di nutrimento di alcune specie di uccelli.
Oltre alla disponibilità di legno morto in sé, è importante anche il sito in cui si trova. Infatti, amando il caldo, i cervi volanti preferiscono insediarsi in siti soleggiati all’interno di boschi radi.
Un tempo molto comune, il Cervo volante, come altri coleotteri che vivono nel legno, è  oggi in declino. La specie si deve considerare a rischio di estinzione per la riduzione o la distruzione del suo habitat, in particolare per le pratiche forestali  che tendono a eliminare i vecchi tronchi e l’uso di diserbanti e pesticidi in agricoltura. A tal riguardo i cervi volanti sono stati inseriti nella lista delle specie protette contenuta nella Direttiva Habitat dell’Unione Europea.


Testo e Foto  di  Walter Ferrari